Mafalda
Mafalda è il nom de plume di Caterina Chimenti, e in un certo senso il suo alter-ego. Caterina lavora come web designer e copywriter freelance, e non ha molto tempo per dedicarsi alla scrittura, né tantomeno per andare alle mostre o leggere saggi sull'arte: Mafalda invece ha deciso di dedicarsi al giornalismo e in particolare ai temi dell'arte e della cultura.
Chi è Mafalda?
Mafalda è il nom de plume di Caterina Chimenti, e in un certo senso il suo alter-ego. Caterina lavora come web designer e copywriter freelance, e non ha molto tempo per dedicarsi alla scrittura, né tantomeno per andare alle mostre o leggere saggi sull’arte: Mafalda invece ha deciso di dedicarsi al giornalismo e in particolare ai temi dell’arte e della cultura.
Allora si tratta di un caso di sdoppiamento di personalità? È pericolosa?
Ma no! Scherzi a parte: dato che la mia attività lavorativa è molto specifica, mi sembrava giusto distinguere queste due strade, e uno pseudonimo era la soluzione ideale. Per il resto le due “personalità” convivono con successo (e si danno una mano a vicenda) senza alcun pericolo per il prossimo.
E perché proprio Mafalda?
Prima di tutto perché sono una grande fan del personaggio dei fumetti disegnato da Quino, e poi perché chi mi conosce bene ogni tanto dice che tendo ad assomigliare a Mafalda, nel senso che pur prendendo la vita con una certa ironia di solito non risparmio commenti un po’ taglienti.
Tornando alla tua scelta di scrivere, cosa ti ha spinto a intraprendere questa strada?
Bé, in realtà la scrittura è sempre stata una passione, che a un certo punto del mio percorso personale si è trasformata in un lavoro: come molti laureati in materie umanistiche infatti appena uscita dall’università ho trovato lavoro nel campo della comunicazione. Tra le varie tappe della classica gavetta ho lavorato come copywriter, ma ho anche avuto l’onore di scrivere contenuti per alcuni portali e siti web italiani e stranieri. Solo dopo sono passata a organizzare i contenuti, e alla fine è emersa l’altra grande passione, quella per il mondo del “visuale” e del “web” (che all’epoca era un mondo abbastanza sconosciuto) e la scrittura è passata in secondo piano. A volte la vita prende semplicemente strade inaspettate. Poi altrettanto inaspettatamente capita di avere l’occasione di riannodare alcuni fili che sembravano essere perduti: con Arte e Arti è andata esattamente così. Ho finalmente potuto ricominciare a scrivere “seriamente”.
Nonostante il tuo lavoro sia “ad alto tasso di tecnologia” i tuoi hobby sono tutti molto “analogici”, è forse un caso?
Assolutamente no: sono affascinata dalle nuove tecnologie, che credo offrano grandi possibilità anche dal punto di vista espressivo. In fondo creatività e tecnologia sono sempre andate di pari passo, dal momento in cui un uomo ha imparato a usare uno strumento appuntito per disegnare sulle rocce, fino agli esperimenti cinematografici in 3D realizzati in digitale. Semplicemente penso che senza un aggancio forte con la realtà non riusciremo mai a sfruttare le nuove tecnologie in modo proficuo: la tecnologia dovrebbe aiutarci, non condizionarci. E poi, datemi pure della sentimentale, ma non potrei mai rinunciare alla sensazione della matita che scorre sulla carta!
Quindi arte, scrittura e grafica impegnano già gran parte della tua giornata, ma ci sono altri interessi che ti tengono occupata?
Quanto tempo abbiamo per finire questa intervista? Perché se inizio a elencare i miei interessi forse il tempo non basta… Sono una persona molto curiosa, quindi il mio problema principale è limitare i miei interessi in modo che non prendano il sopravvento, dato che la giornata ha solo 24 ore. In pratica non mi annoio mai: sono una grande appassionata di cinema e una divoratrice di libri e se potessi sarei sempre in viaggio. Poi c’è la fotografia: pensa che ho avuto in mano una macchina fotografica prima ancora di imparare a leggere e scrivere, e ancora oggi stampare le mie foto in bianco e nero chiusa in camera oscura è una grande emozione (nonostante l’avvento del digitale). E infine c’è il disegno, una passione di sempre, ma anche tante altre cose, la lista è lunghissima e non voglio annoiare nessuno!
E quali sono invece i sogni nel cassetto?
Sicuramente in cima alla lista c’è la voglia di viaggiare e magari fare il giro del mondo.
Quali aggettivi useresti per descriverti?
Curiosa, testarda, generosa, sognatrice.
Concludiamo con una domanda quasi obbligata: cos’è per te l’arte?
Non credo di avere la risposta a una tale domanda! Ma se proprio me lo chiedi, credo che risponderò con una frase di qualcuno che di arte ne sapeva sicuramente più di me: Paul Gauguin diceva che “L’arte è un’astrazione: spremetela dalla natura sognando di fronte ad essa e preoccupatevi più della creazione che del risultato.”
(Febbraio 2010)