Il grido “Pane e Lavoro!” – con il quale, il 18 maggio 1896, le trecciaiole di Peretola insorsero contro i fattorini che volevano loro ridurre il salario – dà il titolo allo spettacolo, portato in scena dalla Compagnia Teatrale “Attori & Convenuti” e presentato dall’Associazione “Museo della Paglia e dell’Intreccio Domenico Michelacci” di Signa, in collaborazione con la nostra Associazione, nell’ambito della rassegna OFF della Sesta Edizione del Festival “L’Eredità delle Donne”.
L’evento è dedicato a ricordare la protesta che, nel maggio 1896, le trecciaiole (donne che intrecciavano fili di paglia per le manifatture di cappelli) organizzarono per motivi salariali a Peretola, Brozzi, Lastra a Signa, Campi Bisenzio e nella piana di Sesto Fiorentino.
Lo sciopero (una vera e propria sommossa, culminata con arresti delle donne che furono incarcerate, processate e condannate) non ebbe connotazioni politiche.
Le cronache dell’epoca riferiscono, infatti, che migliaia di donne sfilarono nei cortei, sventolando la bandiera tricolore.
Si sostiene che questo sia stato il primo sciopero al femminile al mondo per ragioni economiche.
Lo spettacolo consiste, dunque, nel racconto che Barsene Conti (la trecciaiola che guidò le donne e che, per questo, fu chiamata “La Baldissera”) fa del lavoro delle trecciaiole e di quell’episodio, mentre, anziana, si trova in piazza Santa Croce a Firenze, dove, dopo i tumulti, si era trasferita.
Vere e proprie eroine di fine Ottocento, Barsene Conti e le Trecciaiole, se fossero nate e avessero dato vita allo sciopero in un altro contesto sociale e geografico, sarebbero state senz’altro valorizzate di più.
“Si è parlato troppo poco di quello che noi donne abbiamo fatto quel 18 maggio 1896” – dice, nel finale della pièce, Barsene – ed è senza dubbio vero, perché la sommossa delle Trecciaiole e i motivi che la animarono sono esclusivamente materia di studi di storia patria e di economia locale.
Barsene era anche una donna del suo tempo, ed è per questo che il regista dello spettacolo, Gaetano Pacchi, ha avuto l’idea di far cantare a “La Baldissera” tre canzoni popolari della fine dell’Ottocento che, molto probabilmente, sono tra quelle che le donne cantavano mentre lavoravano e intonavano quando sfilavano in corteo.
Gli stornelli “Mamma non mi manda’ fori la sera”, “La strada dell’amore” e “La malcontenta” si alternano col racconto e ne costituiscono una parte essenziale.
Sono, infatti, canti dai quali scaturisce prepotente la condizione di asservimento della donna nell’Ottocento: una vita fatta di lavoro senza sosta sin dalla più tenera età, alla quale si aggiunge, poi, la condizione di moglie asservita al marito e di madre su cui ricade anche il compito di allevare i figli.
Cornice migliore per ospitare lo spettacolo non avrebbe potuto esserci di quella rappresentata dal Museo Civico della Paglia di Signa, che, per l’occasione, si è trasformato in teatro per far ascoltare il racconto di Barsene Conti.
Il monologo – scritto e diretto da Gaetano Pacchi – è interpretato da Laura Caponeri, che, nell’interpretazione di Barsene Conti dimostra una variegata gamma espressiva e grande temperamento artistico.
“E’ stata per me una sfida emozionante quella di portare in scena il personaggio di Barsene Conti” – ci confida il regista – “perché provengo da una famiglia di avvocati in cui da sempre sono coltivati l’impegno politico e sociale in favore dei più poveri, dei lavoratori più umili, dei diseredati e ci si è battuti per la tutela dei loro diritti”.
L’accompagnamento musicale è eseguito con la chitarra da Fabrizio Niccoli e, come vocalist, da Monia Rossi.
Lo spettacolo va in scena oggi alle ore 18:00 ma, viste le numerose richieste di prenotazione, l’organizzazione ha deciso di replicarlo alle ore 21:00 dello stesso giorno.
