Dopo il solstizio d’inverno, caratterizzato dai giorni più corti dell’anno, iniziano progressivamente ad aumentare le ore di luce, fino a che, in occasione dell’equinozio di primavera, giorno e notte si spartiscono equamente le ventiquattro ore; non a caso, il termine deriva dal latino aequa nox (notte uguale) e segna un momento che fino dai tempi più antichi è sempre stato visto come il punto di partenza di una rinascita, quando la natura si rinnova per iniziare ancora una volta il ciclo annuale delle stagioni.
Presso gli Egizi la festività di Shmo (la rinascita della vita), che coincideva con l’equinozio di primavera, è documentata già durante la terza dinastia dell’Antico Regno, quasi cinquemila anni fa. I sacerdoti ne stabilivano la data esatta controllando la posizione del sole rispetto alla piramide di Cheope a Giza, e questo dava inizio a una serie di festeggiamenti che prevedevano anche il consumo di cibi specifici come il pesce salato seccato e le uova, simbolo della vita, che venivano colorate e decorate scrivendovi sopra i propri desideri, e poi appese agli alberi con intento propiziatorio.
Per gli Egizi, così come per Babilonesi e Sumeri, e più tardi per l’induismo, l’universo aveva origine dall’uovo cosmico; da un uovo nascono animali che regnano sul cielo, la terra e le acque e che figurano, divinizzati, nel pantheon dell’Antico Regno: Nekhbet, la dea in forma di avvoltoio bianco, protettrice dell’Alto Egitto, Mehen, il serpente posto a guardia della barca solare di Ra, che offriva riparo con le sue spire al dio sole durante il viaggio notturno e Sobek, il coccodrillo, che presiedeva alla fertilità e alle acque.
Per l’impero persiano, il Capodanno coincideva con l’equinozio di primavera (Nowruz, cioè nuovo giorno) e una tra le cinque capitali dell’impero, Persepoli, fu voluta da Dario I proprio come sede per le solenni celebrazioni del Nowruz. Dalla sua fondazione, avvenuta attorno al 530 a.C., i lavori per la costruzione dei palazzi imperiali si protrassero per quasi settanta anni, e con successivi ampliamenti Persepoli mantenne il suo ruolo per circa due secoli, fino alla conquista da parte di Alessandro Magno.
Il cuore della città è la piattaforma, alta dodici metri e larga trecento, sulla quale sorgeva l’Apadana, la grande sala colonnata destinata alle cerimonie ufficiali. Due scale monumentali salivano all’Apadana, mentre lungo i lati della piattaforma una serie di bassorilievi raffigura i rappresentanti delle ventitré nazioni soggette all’impero, che in occasione del Nowruz recavano doni e tributi all’imperatore.
Davanti agli occhi del visitatore sfilano gli Armeni, accompagnati da un magnifico cavallo dalla criniera rasata, portando un’anfora con due anse a forma di grifoni alati, testimonianza della maestria armena nel lavorare i metalli; sfilano i Babilonesi portando in dono eleganti coppe e un possente toro, mentre gli Assiri guidano gli armenti che allevano sui pascoli della loro terra; gli Sciti, dagli alti cappelli a punta, recano collari in metalli preziosi, capi di abbigliamento e uno splendido cavallo, mentre i rappresentanti della Ionia portano tessuti e gomitoli di lana. I componenti di ciascuna delegazione sono raffigurati con gli abiti e le acconciature caratteristici del proprio paese, e portano in dono i prodotti e i manufatti più pregiati della loro terra, in una spettacolare parata rappresentativa di tutte le genti che affluivano a Persepoli dalle più lontane province: dall’Africa fino all’India, l’impero persiano comprendeva, nel momento della sua massima espansione, la maggior parte del mondo conosciuto.
Numerose a Persepoli le raffigurazioni del leone che aggredisce il toro, presenti soprattutto sui fianchi delle gradinate che salgono all’Apadana, un’immagine di valore simbolico che gli studiosi hanno collegato con il Nowruz: il leone potrebbe rappresentare sia il sole che la relativa costellazione, mentre il toro è considerato un simbolo lunare, come suggerito anche dalla forma delle “lunate corna”, In analogia con il prevalere della luce sull’oscurità, che segna l’equinozio di primavera. Il Nowruz è ancora oggi il Capodanno per il calendario in vigore in Iran, ed è un giorno di festa celebrato in molti paesi, dall’Albania all’Azerbaijan, dalla Turchia all’Afghanistan.
La simbologia dell’equinozio di primavera come momento di rinascita è anche alla base del calcolo che la Chiesa fa per determinare la data della Pasqua, fissata nella prima domenica dopo il plenilunio di primavera; in prossimità dell’equinozio di primavera si celebra anche la festività dell’Annunciazione, stabilita dal calendario liturgico il 25 marzo, esattamente nove mesi prima della nascita di Gesù.
La celebrazione dell’Annunciazione da parte della Chiesa è documentata con certezza agli inizi del VI secolo, ma probabilmente è ancora precedente. I manuali bizantini fissavano un’iconografia ben precisa per la rappresentazione della scena in cui l’angelo incontra Maria, con entrambi i personaggi in piedi e la Vergine che tiene in mano una rocca di filo rosso: secondo alcune fonti antiche, infatti, Maria era tra le vergini destinate a tessere il velo purpureo del tempio di Gerusalemme. In epoca gotica, i due personaggi sono immersi in un’atmosfera più intensamente mistica: l’angelo si inginocchia davanti a Maria, colta in meditazione, e in alcuni casi, come nell’Annunciazione affrescata da Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova, anche Maria è in ginocchio.
Tanto importante fu considerato il significato di questa festività, che nel corso dei secoli in numerosi paesi il Capodanno fu fissato al 25 marzo: quello che viene definito “Stile dell’Incarnazione”(ab Incarnatione Domini) fu adottato in Inghilterra e in vari stati italiani tra il XII e il XVIII secolo, come pure compare in molti documenti pontifici redatti nel Cinquecento e Seicento, ma l’uso fu più duraturo che altrove in Toscana, dove si protrasse fino al 1749; in quell’anno, un editto del granduca Francesco I di Lorena stabilì di adottare il calendario gregoriano iniziando l’anno il 1° gennaio.
Nel comune di Firenze il 25 marzo è ancora oggi una delle festività ufficiali, e per l’occasione all’interno della basilica della SS. Annunziata viene scoperto l’affresco con un’Annunciazione di autore ignoto – dipinto secondo la tradizione da un angelo – solitamente velato e racchiuso da un’edicola marmorea quattrocentesca. Ogni anno in questo giorno un corteo storico con figuranti in costume, musici e sbandieratori attraversa le vie del centro e giunge fino alla basilica, dove depone un omaggio floreale di gigli bianchi nella Cappella della Sacra effige.
Dettagli
Didascalie immagini
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Giza (Egitto): La grande piramide (piramide di Cheope) veniva utilizzata come riferimento dagli astronomi dell'Antico Egitto per determinare la data esatta dell'equinozio di primavera
(fonte)
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Kom Ombo (Egitto): Bassorilievo nel tempio di Sobek e Horus; Sobek, il dio dalla testa di coccodrillo, era particolarmente venerato in questo luogo, dove sono state rinvenute circa trecento mummie di coccodrillo
(© Donata Brugioni)
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Persepoli (Iran): Della grandiosa sala per le cerimonie imperiali (Apadana) restano in piedi solo alcune tra le colonne - alte venti metri - che sostenevano il soffitto
(© Donata Brugioni)
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Persepoli (Iran): Il corteo delle Nazioni soggette all'impero persiano: gli Armeni
(© Donata Brugioni)
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Persepoli (Iran): Il corteo delle Nazioni soggette all'impero persiano: gli Assiri
(© Donata Brugioni)
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Persepoli (Iran): Il corteo delle Nazioni soggette all'impero persiano: Sciti (sopra) e Ioni (© Donata Brugioni)
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Persepoli (Iran): Bassorilievo con il leone che aggredisce il toro, ritenuto simbolo dell'equinozio di primavera
(© Donata Brugioni)
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Kiev (Ukraina): La Vergine dell'Annunciazione (mosaico dell'XI sec.) - Cattedrale
(fonte)
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Giotto: Annunciazione - Padova, Cappella degli Scrovegni (1303-1305) (part. cn la Vergine)
(fonte)
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Firenze: Basilica della SS. Annunziata - L'edicola che custodisce l'affresco con l'Annunciazione, di autore ignoto (1252)
(fonte)
in prima pagina:
Persepoli (Iran): Bassorilievo con il leone che aggredisce il toro, ritenuto simbolo dell'equinozio di primavera
(© Donata Brugioni)
Didascalie immagini
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Giza (Egitto): La grande piramide (piramide di Cheope) veniva utilizzata come riferimento dagli astronomi dell'Antico Egitto per determinare la data esatta dell'equinozio di primavera
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Kom Ombo (Egitto): Bassorilievo nel tempio di Sobek e Horus; Sobek, il dio dalla testa di coccodrillo, era particolarmente venerato in questo luogo, dove sono state rinvenute circa trecento mummie di coccodrillo
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Persepoli (Iran): Della grandiosa sala per le cerimonie imperiali (Apadana) restano in piedi solo alcune tra le colonne - alte venti metri - che sostenevano il soffitto
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Persepoli (Iran): Il corteo delle Nazioni soggette all'impero persiano: gli Armeni
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Persepoli (Iran): Il corteo delle Nazioni soggette all'impero persiano: gli Assiri
(© Donata Brugioni) - Persepoli (Iran): Il corteo delle Nazioni soggette all'impero persiano: Sciti (sopra) e Ioni (© Donata Brugioni)
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Persepoli (Iran): Bassorilievo con il leone che aggredisce il toro, ritenuto simbolo dell'equinozio di primavera
(© Donata Brugioni) -
Kiev (Ukraina): La Vergine dell'Annunciazione (mosaico dell'XI sec.) - Cattedrale
(fonte) -
Giotto: Annunciazione - Padova, Cappella degli Scrovegni (1303-1305) (part. cn la Vergine)
(fonte) -
Firenze: Basilica della SS. Annunziata - L'edicola che custodisce l'affresco con l'Annunciazione, di autore ignoto (1252)
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in prima pagina:
Persepoli (Iran): Bassorilievo con il leone che aggredisce il toro, ritenuto simbolo dell'equinozio di primavera
(© Donata Brugioni)