Gli Academy Awards sono sempre stati fin dall’origine una grossa macchina promozionale, soggetta a pressioni esterne – palesi anche quest’anno dalla completa esclusione di film ‘scomodi’ come The mauritanian di Kevin Macdonald e The dissident di Bryan Fogel di certo invisi a una parte consistente dell’establishment – o manipolazioni dei vertici del settore come quelle del 1999, quando l’allora onnipotente Harvey Weinstein portò al successo titoli piuttosto modesti prodotti o distribuiti dalla sua scuderia: i pluripremiati Shakespeare in Love di John Madden e La vita è bella di Roberto Benigni.
Detto questo però va ammesso che a volte grazie a una candidatura all’Oscar si è dato rilievo a film interessanti sfuggiti all’attenzione, è il caso del bellissimo My octopus teacher di Pippa Ehrlich e James Reed disponibile nell’offerta Netflix già dal settembre scorso con il titolo Il mio amico in fondo al mare e adesso tra i candidati come miglior lungometraggio documentario.
Un’opera che sarebbe riduttivo definire solo e semplicemente un documentario per la forza della sua carica emozionale, costituita da sentimenti di ‘fratellanza’ universale e momenti di tensione degni di un thriller. Prodotto dal cineasta naturalista Craig Foster, co-fondatore del Sea Change Project nato per proteggere e salvaguardare l’ambiente marino delle foreste di kelp in Sud Africa, il film è costruito intorno a una lunga intervista in cui il produttore racconta, con il supporto di immagini straordinarie, un incontro che ha cambiato per sempre la sua visione del mondo e della vita, oltre che il modo di coltivare i rapporti con gli altri.
Dopo un’infanzia trascorsa a contatto con la potenza dell’oceano l’attività di documentarista ha portato Craig Foster in giro per il mondo, ma l’arrivo della paternità ha coinciso con un momento di forte pressione che lo ha precipitato in una crisi personale profonda; così è nato il suo bisogno di ripartire dalle origini e incurante della rigida temperatura dell’acqua ha iniziato a immergersi senza muta per ritrovare un contatto con la Natura, esplorando le foreste sommerse di alghe vicino a casa sua.
Ha scoperto così nel suo girovagare la tana di una piovra, che spaventata in principio da quella presenza umana si è avvolta nelle foglie di kelp nel tentativo di nascondersi, ma con occhi vigili e curiosi che sbirciavano tra le alghe. Attratto da una specie così poco indagata, Craig Foster è tornato ogni giorno conquistando gradualmente la fiducia dell’animale fino al loro primo contatto fisico, unico tattile scambio possibile con le innumerevoli ventose, in assenza di linguaggio comune.
La bellezza di un incontro tra due esseri così morfologicamente diversi, pone riflessioni sulla nostra incapacità di avvicinare l’altro senza pregiudizi, la purezza di uno scambio senza secondi fini apre la strada a un necessario sentimento di appartenenza, perché solo prendendo coscienza del proprio essere parte vulnerabile della Natura stessa può dare all’uomo la consapevolezza necessaria a porre fine a tutte le attività tossiche e di sfruttamento del pianeta che stanno distruggendo l’ambiente.
Tornare nello stesso posto ha permesso di cogliere dettagli differenti di un habitat che in principio appariva tutto uguale, l’osservazione di attività quotidiane della piovra hanno rivelato capacità fisiche come il cambiare colore per mimetizzarsi, ma anche un’acuta intelligenza nel definire strategie di caccia e prendere veloci decisioni da cui dipende la sua stessa sopravvivenza; davanti a squali predatori in un mondo spietato e selvaggio, la sua astuzia risulta più forte della loro potenza.
È commovente vedere un animale come la piovra, che vive in modo solitario la sua breve vita – poco più di un solo anno – manifestare qualcosa che somiglia all’affetto per un essere così distante da lei, rivelando inconfutabilmente la presenza di una coscienza. Il mio amico in fondo al mare è una visione che dovrebbe essere mostrata anche ai più piccoli proprio per costruire quella solidarietà verso tutte le creature dell’universo, utile a togliere all’uomo l’arroganza della sua supremazia sulle altre specie.
Già vincitore di una dozzina di premi in vari festival ed eventi, Il mio amico in fondo al mare di Pippa Ehrlich e James Reed probabilmente non vincerà l’Oscar, ma siamo grati alla candidatura che ha rivelato questa gemma nascosta. Da non perdere.
Dettagli
Didascalie immagini
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Locandina originale
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Capo Occidentale, Sud Africa e le sue foreste di kelp
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Craig Foster e la sua rinascita in fondo al mare
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La piovra avvolta nelle foglie di kelp e l’incontro tattile con l’uomo
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Un incontro straordinario, puro e senza prevenzioni
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Astuzia e capacità mimetiche della piovra, difese contro predatori come gli squali pigiama
-
Sentimenti d’affetto di un essere solitario
© 2020 Off the Fence / The Sea Change Project
IN COPERTINA
La piovra protagonista del film
© 2020 Off the Fence / The Sea Change Project
SCHEDA FILM
-
Titolo originale: My octopus teacher
-
Regia: Pippa Ehrlich & James Reed
-
Con: Craig Foster, Tom Foster
-
Sceneggiatura: Pippa Ehrlich & James Reed
-
Fotografia: Roger Horrocks
-
Musica: Kevin Smuts
-
Montaggio: Pippa Ehrlich, Dan Schwalm
-
Consulente al montaggio: Jinx Godfrey
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Produzione: Craig Foster con Swati Thiyagarajan, Ross Frylick e Carina Frankal per Netflix in associazione con Off the Fence & The Sea Change Project
-
Genere: Documentario
-
Origine: Sud Africa, 2020
-
Durata: 85' minuti
Didascalie immagini
- Locandina originale
- Capo Occidentale, Sud Africa e le sue foreste di kelp
- Craig Foster e la sua rinascita in fondo al mare
- La piovra avvolta nelle foglie di kelp e l’incontro tattile con l’uomo
- Un incontro straordinario, puro e senza prevenzioni
- Astuzia e capacità mimetiche della piovra, difese contro predatori come gli squali pigiama
- Sentimenti d’affetto di un essere solitario
© 2020 Off the Fence / The Sea Change Project
IN COPERTINA
La piovra protagonista del film
© 2020 Off the Fence / The Sea Change Project
SCHEDA FILM
- Titolo originale: My octopus teacher
- Regia: Pippa Ehrlich & James Reed
- Con: Craig Foster, Tom Foster
- Sceneggiatura: Pippa Ehrlich & James Reed
- Fotografia: Roger Horrocks
- Musica: Kevin Smuts
- Montaggio: Pippa Ehrlich, Dan Schwalm
- Consulente al montaggio: Jinx Godfrey
- Produzione: Craig Foster con Swati Thiyagarajan, Ross Frylick e Carina Frankal per Netflix in associazione con Off the Fence & The Sea Change Project
- Genere: Documentario
- Origine: Sud Africa, 2020
- Durata: 85' minuti