
Il diario di Anna Frank è uno dei libri più letti del Novecento, ha avuto innumerevoli trasposizioni televisive e cinematografiche, persino riduzioni teatrali, non era perciò facile realizzarne una nuova lettura originale e contemporanea come è riuscito a fare l’israeliano Ari Folman con il suo ultimo film d’animazione Anna Frank e il diario segreto, nelle sale italiane dal 29 settembre distribuito da Lucky Red in associazione con 3 Marys Entertainment.
Nato su proposta della Fondazione Anna Frank di Basilea per trasmettere i valori universali del Diario alle nuove generazioni, il film ha avuto una lunga lavorazione di oltre otto anni e l’idea che ha dato taglio inedito al racconto è stata quella di cambiarne il fulcro narrativo, togliendo alla piccola autrice il ruolo di protagonista.
La famiglia Frank – il padre Otto, la madre Edith con le figlie Margot e Anna – fuggì ad Amsterdam dalla Germania a causa dell’ascesa di Hitler nel 1933, ma quando i nazisti occuparono anche l’Olanda e imposero a Margot la partenza verso un ignoto campo di lavoro a Est, pena l’arresto immediato e la deportazione dell’intero nucleo familiare, tutti e quattro si rifugiarono nel posto segreto che il padre stava predisponendo in ufficio con aiuto e complicità dei suoi dipendenti, vi rimasero nascosti per i due anni in cui le pagine del Diario furono redatte.
Oggi è diventato un museo molto visitato, con file di persone intorno all’edificio a tutte le ore del giorno, ed è qui che sia apre l’incipit del film in una mattina di tempesta, quando un fulmine infrange la teca che custodisce il manoscritto originale e per magia dalle parole vergate con l’inchiostro prende vita Kitty, l’amica immaginaria a cui Anna rivolge ogni racconto del suo diario. Come un fantasma invisibile la ragazzina si aggira in cerca di Anna nelle stanze affollate dai visitatori, poi inspiegabilmente prende consistenza corporea quando esce fuori all’esterno entrando in contatto con la realtà di oggi, scoprendo il destino dell’amica dalla cui penna è scaturita e l’impatto che la sua storia ha avuto sull’intera umanità.

Presentato fuori concorso al 74° Festival di Cannes e candidato all’EFA come lungometraggio di animazione, Anna Frank e il diario segreto è strutturato su due linee temporali parallele: il racconto, fedele al testo, dei fatti reali a cavallo tra il 1942 e il 1944 alternati alle avventure cui va incontro Kitty nella Amsterdam di oggi, con i migranti fuggiti da zone di guerra, discriminati e costretti a vagare da uno stato all’altro dell’Unione Europea, indotti spesso alla clandestinità.

Secondo statistiche attuali circa un quinto dei bambini dell’intero pianeta sono in pericolo di morte a causa di fame e conflitti armati, nel 2020 sono stati diciassette milioni i minori che con le loro famiglie sono fuggiti da teatri di guerra; un dato inaccettabile. Il film traccia un parallelo tra Anna Frank e la piccola Awa, rifugiata clandestina in un’Europa che per i migranti si rivela spesso solo un miraggio, in cui intolleranza verso lo straniero e xenofobia sono in pericoloso aumento.

Anna Frank e il diario segreto è dedicato ai genitori del cineasta, Wanda e Mordechai Folman, che varcarono i cancelli d’ingresso a Auschwitz nella stessa settimana della famiglia Frank, ma nel trattare il dramma dell’Olocausto dà spazio anche a colorate fantasie oniriche, come l’esercito di eroi mitologici e star del cinema lanciati contro le truppe naziste, in un turbinio fantastico che ricorda da vicino il mondo virtuale di The congress, il film precedente diretto da Ari Folman.

Il padre di Anna Frank, unico sopravvissuto della famiglia, ha creato la Fondazione di Basilea intestata alla figlia uccisa nel campo di Bergen-Belsen come depositaria ufficiale dell’eredità di Anna, in modo da garantire una tutela della memoria anche dopo la sua scomparsa e in questa veste ufficiale sono stati adottati nuovi linguaggi per raggiungere i giovani, la versione a fumetti del Diario firmata da Ari Folman con David Polonsky e adesso anche questo film d’animazione.

Anna Frank e il diario segreto di Ari Folman è un film che sposa l’intrattenimento con l’impegno, nell’intento di contribuire alla costruzione di un argine contro il negazionismo in pericolosa ascesa di questi tempi.