L’opera di Francoforte ha presentato per la prima volta nella sua storia Fedora di Umberto Giordano, in una ripresa della produzione 2016 firmata da Christof Loy per la Royal Opera Stockholm. Fedora è un titolo abbastanza bistrattato dai cartelloni; basta dare un’occhiata ad operabase per scoprire che in tutto il 2022, oltre a Francoforte, andrà in scena solo alla Scala e al Metropolitan. Meriterebbe più spazio nel repertorio. L’opera di Giordano unisce un intreccio denso di suspense con una partitura che muta di carattere nel giro di pochi attimi, con momenti commoventi che si alternano a sequenze musicali piene di pathos.

Christof Loy e il suo team registico hanno disegnato uno spettacolo raffinato e di taglio decisamente storico. Un grande salone incornicia la scena di tappezzerie e di carta da parati austere e lineari. In questo grande contenitore, con un décor piuttosto essenziale, l’attenzione si concentra naturalmente sulle passioni dei personaggi e sullo svolgersi serrato del dramma. Per tutta la durata della recita un grande schermo incastonato sulla parete di fondo rimanda delle proiezioni, che a volte ingrandiscono l’azione in palcoscenico e a volte danno accesso ad ambienti fuori scena. I video aggiungono un taglio cinematografico all’azione e valorizzano il thriller verista a forti tinte creato dal librettista Arturo Colautti a partire dal dramma omonimo di Sardou. Non ci si fa mancare niente. Gelosia, tradimenti, assassini e veleni. Incombe perfino la minaccia dei perfidi nichilisti. Le scene e i costumi di Herbert Murauer rimandano al passato, soprattutto nel primo atto ambientato a San Pietroburgo, con pellicce bianche e colbacchi in gran spolvero, e nel secondo atto parigino. Gli arredi svizzeri del terzo atto ci trasportano invece verso tempi più contemporanei. In questa cornice lussuosa via via che la trama si srotola cambia il colore dello spettacolo. Buio e cupo il primo atto a San Pietroburgo, che è di fatto un poliziesco con omicidio e caccia al colpevole. Giallo sperluccicante il secondo atto delle feste parigine. Virante al verde il terzo atto nelle Alpi svizzere. E assieme al colore del colpo d’occhio cambia il colore dello spartito di Giordano: tetro il primo atto, chiaro e scintillante il suono parigino, fresco e alpino quando ci si muove in Svizzera. Questi cambiamenti di colore e di atmosfera sono perfettamente ricreati dalla Frankfurter Opern- und Museumsorchester diretta da Lorenzo Passerini e in serata di gran grazia.  Le diverse pagine di Fedora, dai momenti più affettati a quelli più snervanti, accompagnano i brividi in palcoscenico con precisione e energia degne di una colonna sonora cinematografica.

Applaudito con merito il cast schierato dall’Opera di Francoforte. Fedora non è un ruolo semplice da vestire. Figura complessa, la principessa è allo stesso tempo amante, informatrice della polizia, ingannata e ingannatrice. Ed è il vero motore della storia, quasi sempre in scena. Al suo debutto nel ruolo, Nadja Stefanoff (che avevamo già apprezzato in Adriana Lecouvreur) fa leva su una vocalità fascinosa per dipingere un donna nobile e sicura di sé, che tutto sommato riesce a mantenere il controllo della situazione fino alla inevitabile caduta finale. Al suo fianco Jonathan Tetelman è un Loris eccellente, dalla voce ampia e dalla tenuta sempre sicura. Quando dichiara il suo amore in “Amor ti vieta” con ardore ed eleganza è festeggiato calorosamente della platea. Ai tormenti statuari di Fedora fa da contraltare la vitalità di Bianca Tognocchi, una carica esplosiva lanciata a intervalli sul palcoscenico. Il soprano italiano riempie la parte della svampita Olga Sukarew di verve vocale ed espressiva e, quando entra in scena, la recita cambia decisamente velocità. Autorevole e divertente il De Siriex del baritono Nicholas Brownlee (spassoso quando nel secondo atto intona la canzone “La donna russa è femmina due volte”) e credibilmente sbirresco il Gretch di Frederic Jost.

Dettagli

Didascalie immagini

  1. Jonathan Tetelman (Loris Ipanow) e Nadja Stefanoff (Fedora)
    Copyright: Barbara Aumüller
  2. Bianca Tognocchi (Olga Sukarew) e Mariusz Kłubczuk (Boleslao Lazinski), sullo sfondo Kobe Linder (Dr. Müller)
    Copyright: Barbara Aumüller

In copertina

Nadja Stefanoff (Fedora)
Copyright: Barbara Aumüller
[particolare]

 

Sito web: https://oper-frankfurt.de/en/season-calendar/fedora_2/

Dove e quando

Evento:

Indirizzo: Oper Frankfurt - Untermainanlage 11 - Frankfurt am Main
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Fino al: 14 Maggio, 2022