«…gran disegnatore e felicissimo coloritore:
è mostro di natura e miracolo da far stupire chi vede le sue opere.
Non dico nulla: ei fa rimaner stupidi li primi pittori»
(Ludovico Carracci a Don Ferrante Carli ,
riferendosi a Guercino – 25 ottobre 1617)
Presentata a Roma e il giorno succesivo a Milano, delineandosi evento spettacolare e di grande originalità, è già attesissima ai Musei Reali di Torino dove sarà allestita nelle Sale Chiablese e aprirà al pubblico da sabato 23 marzo a domenica 28 luglio 2024. Prodotta da CoopCulture con Villaggio Globale International “Guercino. Il mestiere del pittore” è stata curata da Annamaria Bava dei Musei Reali e da Gelsomina Spione dell’Università di Torino con un comitato scientifico di prestigio.
In seguito ai rinnovati studi sull’opera e la figura di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino (Cento 1591 – Bologna 1666) e all’indomani della riapertura della Pinacoteca Civica di Cento, l’evento espositivo torinese presenterà, provenienti da oltre trenta musei e collezioni, oltre cento opere del maestro emiliano – che deve lo pseudonimo al suo strabismo – e di artisti coevi come i Carracci, Guido Reni o Domenichino e racconterà, oltre alla sua arte, anche il mestiere e la vita dei pittori del Seicento.
In un affascinante affresco del sistema dell’arte, “Guercino. Il mestiere del pittore” tra le sue peculiarità, ricongiunge, dopo quattro secoli, il ciclo di dipinti commissionati a Bologna da Alessandro Ludovisi, futuro papa Gregorio XV.
Al centro dell’esposizione, quindi, il mestiere del pittore nel Diciassettesimo secolo esemplificato sulla figura di uno dei maggiori protagonisti della scena artistica dell’epoca.
Ripercorrendo temi e aspetti che attraversano tutta la carriera del Guercino, la mostra intende dare conto più in generale della professione del pittore a quel tempo: le sfide del mestiere, i sistemi di produzione, l’organizzazione della bottega, le dinamiche del mercato e delle committenze, i soggetti più richiesti.
A partire dal significativo nucleo di dipinti e disegni appartenenti alle collezioni della Galleria Sabauda e della Biblioteca Reale, il visitatore sarà come guidato dal talento di quel “mostro di natura e miracolo da far stupir” secondo la definizione che ne diede Ludovico Carracci.
Guercino, grazie a una strutturata bottega e alla ricchissima documentazione lasciata, alla rete di mentori e intermediari, ai rapporti con tanti e diversi committenti – richiesto come fu da borghesi, nobili, pontefici e prelati, ma anche dalle più prestigiose corti europee – diventa l’exemplum perfetto della vita, dell’iter creativo e del mestiere di ogni pittore.
La selezione delle opere riunite a Torino – inclusi due dipinti inediti da collezioni private – saranno particolarmente significative per questo percorso sviluppato in dieci sezioni tematiche tra confronti, parallelismi, testimonianze e, come sottolineano le curatrici: “Guercino mette magistralmente in scena l’ultimo atto della tragedia, rendendo partecipe lo spettatore e trasportandolo nella sublime emozione dello spettacolo barocco”.