Con l’esposizione “Arte in Sicilia nel secondo ʼ900” riapre a Catania l’elegante Palazzo Valle, emblema del barocco siciliano. Come precisa il curatore, Giuseppe Frazzetto, non si tratta solo di una mostra, ma di una mostra permanente, un piccolo museo. Le opere esposte rappresentano solo una parte della più estesa collezione di Filippo Pappalardo e della moglie Anna Pia Desi e risalgono alla seconda metà del ʼ900; la mostra quindi avrebbe potuto essere più ampia, proponendo opere di artisti più giovani e internazionali, ma la scelta è stata quella di fare un’operazione culturale di cui a Catania da decenni si avvertiva l’esigenza.

È un’operazione culturale – afferma il curatore – che riguarda il rapporto un po’ strano, difficile, tra la città e la produzione artistica dei suoi stessi “figli”. Quando noi pensiamo alla cultura catanese spesso pensiamo a una cultura fatta di musica, teatro e letteratura. E questo certamente è verissimo. Ma meno frequentemente si prende in considerazione il fatto che Catania è una delle città siciliane che hanno avuto una presenza importantissima di pittori e scultori”. Artisti che a volte hanno voluto interpretare la città, mentre a volte si sono messi in contatto con i movimenti artistici di altre parti d’Italia e del mondo, quindi in una serrata dialettica tra l’attenzione alla storia e alle vicende locali da un lato, a quelle internazionali dall’altro.

Nell’atrio del palazzo sono collocate due installazioni site specific dei maestri dell’arte povera Jannis Kounellis e Giovanni Anselmo, due opere in cui la semplicità concettuale di pietre, acciaio, cappotti, preannuncia già quel sincretismo artistico tra la contemporaneità metalinguistica e il passato settecentesco che connota l’ambiente. Nel cortile interno infatti il lungo pilastro elicoidale di Kounellis, Senza titolo, spiralizza come una grondaia lungo uno dei prospetti a pochi metri dal gigantesco pannello segnico e bicromo, Segno e trasparenza, di Carla Accardi.
Tra le opere in mostra “suona” l’orchestra dell’opera di Nunzio Sciavarrello, i cui tratti spediti nella moltitudine di spartiti e volti ricordano la dinamicità delle linee futuriste.
Sfrontata e di impronta metafisica la Modella nello studio di Guttuso, mentre posa in un interno contemporaneo lasciando grondare le membra mogie. La modella di Ugo Attardi, invece, insinua nella mente il ricordo dell’esotismo postimpressionistico di Gauguin.

Spazio muto e straniante, al confine tra astrazione e figuratività, nel Centro storico di Totò Bonanno, che fa “gocciolare” nel suo paese dipinto qualcosa di sciagurato e insieme ammaliante.
Riconosciamo poi abilmente il dipinto di Pietro Consagra per la serie di forme informi che ricordano La materia poteva non esserci nel parco di Fiumara d’arte.
Più intimistiche le spumeggianti mimose di Franco Sarnari, impersonale e costruttivista l’olio di Carmelo Cappello; e ancora, tra le altre, opere di Piero Guccione, Fausto Pirandello, Emilio Greco, Lia Pasqualino Noto.
Al terzo piano il simbolismo degli intricati globi di Mundo K, dell’artista cubano Roberto Fabelo, si affianca alle suggestioni industriali e minimaliste dell’installazione Double Hone Sun di Salvatore Scarpitta.

Dal termine del secondo conflitto mondiale – spiega Filippo Pappalardo – Catania è stata una fucina operosa di voglia di fare e di investire che le valse l’appellativo di Milano del Sud. In questo medesimo periodo l’arte produsse talenti che hanno lasciato un segno non solo in ambito locale ma anche nazionale ed europeo, riuscendo a dare un’impronta di originalità alle loro opere e inserendosi a pieno titolo nella grande crescita delle arti figurative”.
Giuseppe Frazzetto ricorda un articolo apparso nel 1933, quando in occasione di una mostra veniva data già per costituenda una galleria civica che doveva documentare la produzione degli artisti catanesi, ma dopo novant’anni non è mai nata: “Ci sono gli spazi espositivi ma mancava una collezione che permettesse alla cittadinanza e in particolare alle giovani generazioni di guardarsi un po’ nello specchio e comprendere chi siamo, da dove veniamo, nei campi anche pittorico e scultoreo e non soltanto in quello letterario, musicale e teatrale”.

Dettagli

Didascalie immagini

  1. Facciata esterna di Palazzo Valle
  2. Nunzio Sciavarrello, Orchestra, disegno e tecnica mista su carta
  3. Renato Guttuso, Modella nello studio, 1968, olio su tela
  4. Totò Bonanno, Centro storico, olio su tela
  5. Roberto Fabelo, Mundo K, installazione

IN COPERTINA

Totò Bonanno, Centro storico, olio su tela

Orari

da martedì a venerdì 10:00 – 13:00
sabato 15:00 – 18:00

Sito web: https://www.palazzovalle.it/

Dove e quando

Evento: Arte in Sicilia nel secondo ʼ900

Indirizzo: Palazzo Valle, Via Vittorio Emanuele II, 122 - Catania
[Guarda su Google Maps]