Il complesso monumentale del Duomo di Monreale e il palazzo della Zisa a Palermo, pregiati monumenti del percorso arabo-normanno protetti dall’Unesco, sono i due luoghi dell’esposizione “Oriente e Occidente. Allegorie e simboli della tradizione mediterranea. Installazioni di Navid Azi
mi Sajadi”.
L’iter espositivo illustra storie e simboli rappresentati dai capitelli del chiostro benedettino e delle cappelle del Duomo, grazie alle fotografie dell’archivio Kunsthistorisches Institut in Florenz–Max-Planck-Institut, alle innovative immagini del concept designer Francesco Ferla e alle installazioni site specific dell’iraniano Navid Azimi Sajadi. Quest’ultimo, nato a Teheran da una famiglia di galleristi, lavora a Roma da quindici anni, ma senza mai perdere di vista legami e sinergie con il Paese natio. Le sue opere si ispirano all’iconografia del complesso monrealese e sono esposte nel chiostro, in una sala del Museo Diocesano e nella cappella di San Benedetto, nel Duomo, instaurando così un attuale scambio dialogico tra l’arte del Medioriente e le tradizioni del Mediterraneo occidentale.
Non solo, però, confronto geografico, ma anche temporale, grazie al cortocircuito tra passato e presente proposto da Ferla, che fotografa ad altissima risoluzione i particolari dei capitelli; le riproduzioni sono stampate su intonaco bagnato, con l’effetto di un vero e proprio affresco, e sono state montate sotto le volte del chiostro. Ne consegue dunque una mirabile valorizzazione delle raffigurazioni dei capitelli, cui si coniuga il ruolo suggestivo della cornice architettonica.
L’artista iraniano intende proseguire il sogno di Guglielmo II, regnante definito “il Buono”, che ha perseguito una pacifica convivenza religiosa e interculturale in Sicilia; Sajadi infatti materializza un viaggio visionario nei vari culti evocati da allegorie, simboli e segni antropomorfi dei capitelli monrealesi. Egli, non a caso, giunge da un Paese in cui sono avvenute vere e proprie “invasioni culturali” e la cui arte “le ha registrate tutte e per questo è diventata unica”, afferma lo stesso artista. “Per me è quindi vitale la sovrapposizione di stili, la reputo naturale, fa parte dell’archeologia di me stesso. La bellezza è equilibrio e qui a Monreale tutto è equilibrio”.
La prima installazione di Sajadi è nel chiostro, che è uno degli edifici monastici più rilevanti sia in Italia che nel Mediterraneo ed è considerato uno dei più imponenti e qualitativamente prestigiosi del secolo XII, oltre che uno dei più variegati, multiformi e meglio conservati. Dei centoquattro doppi e cinque quadrupli capitelli, quindici sono istoriati e rappresentano temi biblici. I pannelli qui esposti da Sajadi hanno forme geometriche che si ispirano a quelle della Cappella Palatina e le ceramiche sono a “stella e a croce”; i disegni su di esse si ispirano a storie, forme e rappresentazioni dei capitelli del chiostro, come possiamo rilevare dalla presenza di mitra, pavone e fenice. L’artista usa due tecniche, lo sgraffito romano sottocristallino, tecnica mediterranea, e quella persiana basata sugli smalti.
L’installazione nella cappella di San Benedetto, in cattedrale, reca due parti in legno che si incastrano e si ispira a serafini ed angeli rappresentati nella cupola, mentre tramite forme in polistirolo è riprodotta l’immagine stilizzata del Duomo, dalla struttura base con disegni in oro, colore infatti peculiare dell’architettura arabo-normanna. L’artista cita il capitello che raffigura il dono della cattedrale alla Madonna da parte del re Guglielmo. Ivi si incrociano dunque tradizione e innovazione, rimando artistico al passato e minimalismo industriale dello stile adottato.
L’installazione nel Museo Diocesano guarda alle maschere funebri greche, le geometrie dei vasi esposti al soffitto decorato a muqarnas nella Cappella Palatina e non mancano rimandi all’arte e alle combinazioni stilistiche della chiesa palermitana di Santa Maria dell’Ammiraglio, nonché citazioni dirette allo stile arabo-normanno del Duomo.
Il percorso espositivo prosegue a Palermo, ove Navid Azimi Sajadi crea opere in situ coinvolgendo i visitatori durante le fasi di realizzazione delle stesse, attraverso workshop e performance con artisti e studenti che manipolano le sue ceramiche smaltate, le superfici in polvere d’oro e altri materiali. I visitatori dunque vivono in prima persona la realizzazione delle opere in tutte le fasi di ideazione ed esecuzione, comprendendone gli aspetti tecnici e artistici e giungendo dunque a un livello ulteriore di conoscenza.
Una delle opere pensate per la residenza di Sajadi a Palermo, ad esempio, consiste in un gruppo di ceramiche concepite come cocci raccolti dal fondo marittimo e che insieme compongono un’installazione dalla forma di costellazione. È come se l’artista avesse solcato un mare in tempesta e raccolto i cocci di un naufragio, paragonati a stelle che orientano i navigatori verso la meta anelata; essi costituiscono dunque una costellazione che guida l’arista verso un luogo metafisico, poiché sono cocci del passato che fanno riflettere sul presente e orientare al futuro.
Come già accennato, in mostra sono anche le fotografie realizzate nell’ambito del Progetto Cenobium del Kunsthistorisches Institut in Florenz, riproduzioni digitali ad alta risoluzione che permettono di osservare analiticamente alcuni dei capitelli, di cui sono mostrati particolari ingranditi e in assenza di interferenze luminose. Si è cercato infatti di riprodurre le medesime condizioni della bottega in cui furono realizzati, al fine di rilevare la spiccata qualità artistica delle sculture medievali.
È disponibile anche un’applicazione per la navigazione assistita all’interno della mostra: collegandosi agli store di Apple o di Google è possibile scaricare “MoMo”, per godere della descrizione in lingua di alcuni capitelli del chiostro del duomo di Monreale. L’applicazione offre due modalità di informazione, da utilizzare sul posto o altrove e durante gli approfondimenti risuoneranno le note di brevi colonne sonore composte per la mostra dal maestro Pinuccio Pirazzoli.
Didascalie immagini
- Chiostro di Monreale, foto di Francesco Ferla
- Fotografia di Francesco Ferla in mostra
- Navid Azimi Sajadi, installazione cappella San Benedetto, 2020
- Navid Azimi Sajadi_installazione chiostro benedettino, 2020
- Riproduzioni fotografiche Kunsthistorisches Institut in Florenz 2
Luoghi:
Complesso Monumentale Santa Maria Nuova, Monreale
La Zisa, Piazza Zisa, Palermo
IN COPERTINA
Chiostro di Monreale,
foto di Francesco Ferla
Orari:
da lunedì a sabato
09:00 – 17:30
domenica e festivi
09:00 – 13:30
ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura
Dove e quando
Evento: Oriente e Occidente. Allegorie e simboli della tradizione mediterranea. Installazioni di Navid Azimi
- Fino al: – 06 January, 2021
- Sito web