Fino a ottobre presso il Museo Civico di Noto – Ex Convento di Santa Chiara, è visitabile un’esposizione dedicata a Renato Guttuso, curata dall’associazione culturale Sikarte. La mostra racconta anima, passioni e impegno politico dell’artista siciliano, che oltre a rappresentare il volto vivo e significativo dell’arte in Sicilia nel ʼ900, si colloca a ragione tra i maggiori rappresentanti dell’arte italiana di quel secolo.
Ecco dunque dipanarsi, in mostra, il racconto visivo dello spirito vigoroso e multiforme di Guttuso, tramite oli e disegni che parlano di un uomo, di un intellettuale, di militanza politica, di arte pittorica e scenografica. Evidente la duplicità, intima e pubblica, della vita raccontata da ciascun lavoro. Se i “tetti” di Guttuso, infatti, riferiscono del trasferimento a Roma, i paesaggi siciliani parlano di una nostalgia sempreverde per l’isola natia, mentre i ritratti narrano dei legami affettivi con la moglie e con i politici con cui il rapporto professionale era diventato personale, e i nudi di modelle traslano nella rappresentazione concreta le pulsioni della sfera intima ed erotica, mentre le opere dal taglio storico esplicano le istanze di uguaglianza sociale; ricordiamo, infine, la produzione scenografica per il teatro e l’ampia collezione di bozzetti per costumi di scena, in mostra.
Spiega dunque la curatrice Giuliana Fiori: «La mostra ha l‘intento di svelare allo spettatore, attraverso trentaquattro opere, le passioni che hanno mosso l‘animo di Renato Guttuso. “Io, Renato Guttuso” non è solo un’esposizione dal forte impatto visivo ma anche documentaristico, che consente di conoscere Guttuso come uomo, artista, scenografo, intellettuale e politico. Al contempo, la mostra si propone anche come un “mezzo” per raccontare Renato Guttuso nella sua intima quotidianità, di cui si ripercorre l’iter emotivo, intenso e passionale che trasfuse a piene mani nella sua avventura creativa. Una duplice chiave di lettura delle sue opere dalle quali traspare sempre una densa vitalità e una libera (e spesso trasgressiva) partecipazione a tutto tondo alla realtà del suo tempo».
Vulcanico e prolifico, dunque, l’animo guttusiano, come le pennellate pastose di lava che scorre brillante e corposa davanti alle sagome oscure di tre astanti, che osservano lo spettacolo di un Mongibello imbizzarrito dalle rocce magmatiche in Tre persone che guardano l’Etna, del 1983. Pennellate pastose anche nella più intimista Mimise che dorme, in cui le forme della verosimiglianza si dissolvono nella predominanza espressionista del gesto e del colore, che marcano, scavano, vibrano, nonostante l’intima e silenziosa dimensione del sopore. E come non perdersi nel folto e nutrito Aranceto del 1957, nella natura rigogliosa che sovrasta la casupola e in cui la Sicilia chiacchiera di sé, come madre generosa e indimenticabile? Fiere e torve, poi, le onde schiumose che si accavallano sotto il cielo gonfio di burrasca in Marina a Fregene, 1960, con lo stesso impeto di corpi e spade guerreggianti nella calca disordinata e spazialmente sovversiva della Battaglia del Ponte dell‘Ammiraglio, di cui è in mostra il bozzetto del 1951-52.
Location ed esposizione costituiscono un sistema integrato; lo spettatore, infatti, accedendo al museo e percorrendo le passerelle, può ammirare le opere dell’artista siciliano insieme ai reperti antichi già custoditi nell’ex convento. Si noti inoltre l’ecosostenibilità di parte dell’allestimento, dalla biglietteria ai pannelli espositivi; si è voluto ricorrere infatti al cartone ondulato, materiale del tutto riciclabile, in consonanza con un’idea di architettura e arte contemporanea che tengano conto della questione ambientale e contemplino interventi reversibili.
Ecco dunque come Noto, già mirabile per il suo elegante barocco, i pregi archeologici e l’abbraccio alla multiculturalità, si confermi come inestinguibile “città d’arte”.
IN COPERTINA
Renato Guttuso, Tre persone che guardano l’Etna, 1983, olio su tela, 55×60 cm
Didascalie immagini
- Renato Guttuso, Tre persone che guardano l’Etna, 1983, olio su tela, 55×60 cm
- Renato Guttuso, Mimise che dorme, 1941, olio su tela, 40×45 cm
- Renato Guttuso, Aranceto, 1957, olio su carta intelata, 100×150 cm
- Renato Guttuso, Marina a Fregene, 1960, olio su tela, 30×40 cm
Orari:
Dal lunedì al venerdì: 10.00/13.00 – 15.30/20.30
Sabato e domenica: 10.00/22.00
Luogo:
Museo Civico di Noto –
Ex Convento di Santa Chiara,
Corso Vittorio Emanuele 147, Noto (SR)
Dove e quando
- Fino al: – 11 October, 2020
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