Il Museo archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo ospita la mostra personale della scultrice greca Venia Dimitrakopoulou, intitolata “Futuro Primordiale – Materia” e inserita nelle manifestazioni del progetto Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018.

Le opere, alcune esposte in Italia per la prima volta, sono sculture, carte e installazioni. Vi sono anche inedite realizzazioni site-specific, che dialogano con i reperti archeologici esposti permanentemente in loco. Il Museo archeologico di Palermo, appunto, già Museo nazionale dedicato oggi all’archeologo Antonino Salinas (1873-1914) è il museo più antico in Sicilia. Viene fondato nel 1814, quando alcune delle principali collezioni archeologiche e storico-artistiche della regione vi confluiscono. Dal 1860 vi si raccolgono anche altre importanti collezioni e pezzi provenienti da vari siti. Fulcro dell’istituzione è la sala in cui si possono ammirare le metope dei templi di Selinunte, definite il complesso scultoreo più importante dell’arte greca occidentale. Tra le donazioni si ricordino quelle di reperti pregiati provenienti da Pompei e da Torre del Greco, da parte dei Borbone, e tra le acquisizioni quella della “Pietra di Palermo”, che comprende iscrizioni geroglifiche di notevole pregnanza per la ricostruzione della storia d’Egitto. È poi sotto la direzione di Antonino Salinas che il museo acquista rilevanza, grazie all’afflusso di materiali da ogni parte della Sicilia. Oggi è certamente la più importante istituzione museale pubblica dedicata all’arte greca e punica in Sicilia e la sua attività rispecchia pienamente la volontà di Salinas, secondo cui l’istituto doveva illustrare la storia siciliana dalla preistoria all’arte contemporanea. Gli spazi del museo, infatti, sono aperti a mostre temporanee, in consonanza con l’idea di un museo orientato verso l’attualità e il futuro; l’attività museale, inoltre, si incentra sullo sviluppo di progetti innovativi che parlano i linguaggi della contemporaneità. L’esposizione “Futuro primordiale” ne è la prova, poiché alla produzione della scultrice ellenica è sottinteso il dialogo ininterrotto tra passato e presente, a partire dal prezioso lascito archeologico in cui la cultura greca e quella italiana si combinano.

La mostra palermitana, a cura di Afrodite Oikonomidou e Matteo Pacini, è la prima tappa della rassegna “Trilogia Italia”, organizzata dalla Fondazione Ellenica di Cultura – Italia e comprendente anche le tappe di Torino e Trieste. Nella fattispecie le sedi espositive previste sono la gallery della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino dal 22 febbraio al 31 marzo 2019, il Civico Museo Sartorio e il castello di San Giusto a Trieste dal 12 aprile al 14 giugno 2019. Il percorso è però diversificato in ogni città, poiché in rapporto con le peculiarità dei vari territori. Ciascuna mostra ha anche un sottotitolo esclusivo: a Palermo “Materia”, a Torino “Logos” e a Trieste “Suono”. Venia Dimitrakopoulou sceglie di “sintonizzare” il proprio atto creativo con le specificità di ogni luogo, per cui crea appositamente nuove opere, in «un processo continuo, un flusso in cui tutto è aperto all’inaspettato» – afferma la stessa artista. E ancora: «Tutte e tre le esposizioni sono legate dallo stesso filo conduttore, quello che tengo saldamente in mano per non perdermi, quello che, in questa occasione, definisco “Futuro Primordiale”. Viene dal profondo del tempo e, con la consapevolezza del presente, sento che può condurci al futuro rendendolo meno incerto».

Venia Dimitrakopoulou, scultrice nata e formatasi ad Atene, oggi è attiva tra la capitale greca e l’isola di Egina, dove ha sede il suo studio. Membro della Camera di Belle Arti della Grecia, svolge numerose mostre personali e collettive in patria e all’estero, ove le sue opere fanno parte anche di note collezioni private e pubbliche. Nel 2017 Sergio Mattarella le conferisce l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia, per aver contribuito a rafforzare attraverso l’attività artistica i rapporti tra Italia e Grecia; Venia infatti opera nel programma “Tempo Forte Italia – Grecia 2018”, voluto dall’Ambasciata italiana (e sancito nel Primo Vertice intergovernativo tra Italia e Grecia il 14 settembre 2017 a Corfù) per consolidare e promuovere le relazioni culturali accomunanti i due Paesi, guardando attentamente al passato come al futuro, alla tradizione come alla contemporaneità.

Perché la mostra al Salinas ha come sottotitolo “Materia”? Quest’ultima determina l’aspetto formale delle sculture e l’artista spiega: «A Palermo espongo le pietre vulcaniche, le teste dei guerrieri caduti e degli eroi, così come le opere su carta cinese, le Vesti di Nesso, l’Armatura Segreta e le Linee di pensiero. È un dialogo tra fragilità e solidità, l’effimero e l’eterno. Una riflessione sul modo in cui l’archeologia svela la materia nel presente. La materia, quindi, è il tema principale». Essa è infatti l’autentica protagonista di tutte le opere esposte al Museo Salinas. Che risulti dura come la pietra lavica, sottile come la carta a mano cinese, o più consistente come il bronzo, il gesso, il marmo, ciò che conta è far rivivere l’archeologia nel presente e affondare nel passato per afferrare in pieno ciò che è attuale.

Se alcune sculture sono teste di guerriero con elmo in pietra vulcanica di Egina, altre sono in bronzo, come Pelope, o in gesso, come quelle dell’installazione Guerrieri caduti. Le teste e i volti di antichi guerrieri, semidei ed eroi, come Agamennone e Fetonte, sono simili per la bocca semi aperta e gli occhi sofferenti, forse carichi di angoscia ma di certo densi di riferimenti storici e di significati da interpretare. Con esse il passato dell’Egeo è richiamato anche da Lance in bronzo, che disegnano onde lucide nello spazio, e in marmo, che si innalzano candide quanto solide, appuntite e letali.

Tutte le opere della Dimitrakopoulou hanno un carattere antropocentrico: inducono l’osservatore a meditare sul ruolo dell’esistenza umana nello spazio e nel tempo e dunque anche a relazionarsi con la propria interiorità, vivendo dunque un’esperienza introspettiva e sentimentale. La stessa scultrice vive la creazione artistica come un’azione mentale e riflessiva, e ciò si evidenzia nelle operazioni metalinguistiche delle serie su carta delle Vesti di Nesso e delle Linee di pensiero: ivi la Dimitrakopoulou, con inchiostro indiano, pratica la scrittura automatica su una carta cinese a forma di antica tunica o stendardo, ricorrendo a diverse lingue e svelando dunque una dimensione intima e libera; vorrebbe poi adombrare pensieri e sentimenti barrandoli con una linea di cancellazione, che comunque non potrà mai eclissarli del tutto.

Vi è poi il video Zoodochos Pighi (Fonte di Vita), in cui la forma scultorea si crea e si distrugge incessantemente dietro la forza generatrice delle mani dell’artista, che si fa dunque fonte di vita in senso “lavoiseriano”, poiché quella vita cambia e mai si distrugge davvero.

Notiamo dunque come le opere dell’artista greca oscillino con disinvoltura da dimensioni mitologiche e arcaiche a operazioni contemporanee e concettuali.
Nella sua produzione riconosciamo inoltre opere di piccola scala e altre dalle grandezze monumentali, come dimostrato dalla gigantesca scultura Promahones; essa è esposta presso il Museo archeologico nazionale di Atene e ricordata a Palermo dalla serie di fotografie Le Ombre dei Promahones. L’opera è costituita da enormi dischi in acciaio, obliqui e frastagliati nelle estremità, tali da proiettare un gioco d’ombre che si sdoppiano e si moltiplicano, come nota il critico Franco Fanelli.

Si è parlato di nomadismo stilistico, dunque, in rapporto a un’arte che con scioltezza volteggia dalla scultura antica all’installazione, alla scrittura metalinguistica e al video, complice quell’anelito di vita con cui l’artista vuole percorrere ogni materia e animare la creazione che ne deriva.

Didascalie immagini

  1. Venia Dimitrakopoulou, Guerrieri caduti, 2018, installazione, 10 elementi, gesso, misure varie.
  2. Venia Dimitrakopoulou, Lancia d’oro, 2018, bronzo, h 196 cm, diametro 16 cm.
  3. Venia Dimitrakopoulou, Veste di Nesso IV, 2018, inchiostro indiano su carta cinese, 178×175 cm.
  4. Venia Dimitrakopoulou, Promahones, 2014, installazione 2016 Museo archeologico nazionale di Atene, acciaio, 3 elementi, diametro 6 m cad.

IN COPERTINA

Venia Dimitrakopoulou, Guerrieri caduti, 2018, installazione, 10 elementi, gesso, misure varie.

Orari:
martedì sabato
ore 9:30-18:00;
domenica e festivi
ore 9:30-13:00.

Luogo:
Museo archeologico regionale Antonino Salinas, Palermo, Piazza Olivella 24.

Dove e quando

Evento: Venia Dimitrakopoulou. Futuro Primordiale – Materia
  • Fino al: – 03 February, 2019
  • Sito web