Il 21 febbraio, presso la Galleria d’arte moderna di Palermo, si è aperta al pubblico una mostra antologica dedicata al fotografo Ferdinando Scianna, a cura di Denis Curti, Paola Bergna e Alberto Bianda.
L’esposizione comprende più di centottanta fotografie in bianco e nero, di vario formato, che costituiscono un excursus della carriera di Scianna, maestro della fotografia italiana e non solo. Le immagini sono ordinate in un percorso narrativo suddiviso in sezioni: “La memoria”, “Il racconto”, “Le ossessioni”, “Il viaggio”, “Ritratti”, “Riti e miti”.
Ferdinando Scianna ha iniziato ad appassionarsi alla fotografia negli anni ’60, nonostante il padre non ne fosse entusiasta. Disse infatti: “Fotografo? Ma che mestiere è? Uno che ammazza i vivi e resuscita i morti”.
Scianna, nell’esordio della sua carriera, documentò con i suoi scatti cultura e tradizioni della regione natia. Lo notiamo nelle immagini dedicate a Bagheria, sua città d’origine, alla Sicilia e alle feste religiose. Immortalato, ad esempio, il luttuoso corteo di bambine vestite da “Veronica” in ricordo della Passione di Cristo nella Processione dei misteri del venerdì Santo a Ciminna nel 1964. Pregevole la foto dello stesso anno che mostra Leonardo Sciascia, a Racalmuto, davanti all’urna con Cristo morto e dietro a due bambine del paese; per Scianna infatti il celebre scrittore fu “un maestro, un amico, un angelo paterno”. Altri suoi grandi amici erano insigni rappresentanti del mondo culturale e artistico, come Henri Cartier-Bresson, per lui “il Mozart della fotografia”, o Jorge Louis Borges, anch’essi ritratti.

Ma oltre alla ritrattistica e alla religiosità popolare il percorso espositivo affronta i temi dell’attualità, della guerra e del viaggio; Scianna si occupò infatti di reportage per l’agenzia Magnum e tutte le materie da lui affrontate sono da ricondurre alla ricerca di una forma nel caos dell’esistenza. Non mancano i paesaggi, come quelli delle Ande boliviane, ma neanche le esperienze nel mondo della moda, che Scianna iniziò a frequentare per caso nel 1987 conoscendo Dolce & Gabbana. Le foto del catalogo che i due stilisti volevano creare furono scattate con la modella Marpessa, poi divenuta per Scianna una vera e propria musa. La vediamo mentre posa faceta per un bambino in una luminosa via di Caltagirone, vestita interamente di nero, con le mani ai fianchi; ed è attraverso immagini come questa che possiamo facilmente intendere come Scianna, grazie all’autenticità del fotoreportage, sia riuscito a vivacizzare il patinato registro visivo della moda. Afferma infatti il fotografo siciliano: “Come fotografo mi considero un reporter […] Ho sempre fatto una distinzione netta tra le immagini trovate e quelle costruite. Ho sempre considerato di appartenere al versante dei fotografi che le immagini le trovano, quelle che raccontano e ti raccontano, come in uno specchio. Persino le fotografie di moda le ho sempre trovate nell’azzardo degli incontri con il mondo”.
Vi è poi la tematica degli specchi, degli animali, delle cose. Questo l’universo in cui spazia la mostra palermitana. “Una grande mostra antologica come questa di Palermo, a settantacinque anni – afferma Scianna – è per un fotografo un complesso, affascinante e forse anche arbitrario viaggio nei cinquant’anni del proprio lavoro e nella memoria. […] La storia di un fotografo in oltre mezzo secolo di fotografia”.
Per approfondire i contenuti dell’esposizione Scianna si racconta in prima persona in una audioguida e racconta anche del suo percorso fotografico e umano. È poi proposto un documentario dedicato alla sua vita professionale.
Ma gggi quali sono gli esiti della sua ricerca? Egli è consapevole di vivere in una dimensione odierna sfaccettata e complessa, che fa pensare al ruolo della fotografia in modo più disincantato ma pur sempre lucido; così afferma: “Non sono più sicuro, una volta lo ero, che si possa migliorare il mondo con una fotografia. Rimango convinto, però, del fatto che le cattive fotografie lo peggiorano”.

Oggi il mondo fotografico di Scianna si popola di nuove esperienze, come pubblicità e fotografie commerciali, senza mai abbandonare il reportage sociale, i ritratti ed il giornalismo: “Adesso, con immutata passione, divertimento ed ironia, opero nei campi più diversi. Faccio un po’ di moda, un po’ di pubblicità, il reportage e cerco più che mai di fare ritratti. Inoltre recupero materiale dal mio archivio fotografico per numerosi progetti. Nelle mostre non faccio distinzioni tra le immagini nate dal lavoro di fotoreporter e quelle di moda, per esempio. Le inserisco tutte in una continuità che è poi quella della mia pratica professionale”.

Didascalie immagini

  1. Ferdinando Scianna, Marpessa. Caltagirone, 1987 © Ferdinando Scianna
  2. Ferdinando Scianna, Leonardo Sciascia, Racalmuto, 1964 © Ferdinando Scianna

IN COPERTINA
Ferdinando Scianna, Marpessa. Caltagirone
1987 © Ferdinando Scianna
[particolare]

Luogo: Palermo, Galleria d’arte moderna, Via sant’Anna 21.

Orari: dal martedì alla domenica, ore 9.30 – 18.30.
Lunedì chiuso. La biglietteria chiude un’ora prima.

Dove e quando

Evento: Ferdinando Scianna. Viaggio, racconto, memoria.