Archiviata la stagione dei festival estivi Italiani ed europei, in attesa delle inaugurazioni della prossima stagione operistica, un appuntamento da non perdere per gli amanti di gemme rare è  stato “Vicenza in lirica”. Giunto alla settima edizione si svolge – nella città veneta gioiello palladiano – dal 31 agosto al 15 settembre con un cartellone colmo di proposte e, domenica 8 settembre, due offerte rarissime: alle ore 17 nella sala Apollo di palazzo Leoni Montanari (spostata dal cortile delle Gallerie d’Italia per il maltempo) l’intermezzo Bacocco e Serpilla di Giuseppe Maria Orlandini, composto su libretto di Antonio Salvi.

L’allestimento, realizzato in collaborazione con l’associazione Barocco Europeo di Sacile (Pordenone), aveva per protagonisti il baritono Michele Perrella e il mezzosoprano Antonella Carpenito con l’ensemble Cenacolo Musicale (Giacomo Catana e Mauro Spinazzè, violini; Alessandra Di Vincenzo, viola; Cristina Vidoni, violoncello; Mauro Zavagno, violone), diretto e concertato da Donatella Busetto con la mise en espace di Cesare Scarton
L’intermezzo debuttò nel 1715 a Verona e conobbe varie riscritture, una delle quali, nel 1718, andò in scena al teatro S. Angelo di Venezia con il titolo Il marito giocatore e la moglie bacchettona. Fu rappresentato anche a Londra nel 1737 e a Parigi nel 1752. La storia racconta le vicende di Serpilla che, stanca del marito Bacocco, giocatore incallito, si rivolge a un giudice per essere liberata dal vincolo matrimoniale.

Sotto le mentite spoglie del magistrato si nasconde proprio Bacocco, che corteggia Serpilla per testarne la fedeltà. La donna sembra cedere alle lusinghe e Bacocco, rivelata la sua vera identità, la scaccia. Sola e abbandonata, Serpilla arriva al punto di dover chiedere l’elemosina, ma il destino porta i due sposi a ritrovare l’amore. Ricordiamo come gli “intermezzi  musicali”, seppur veneziani di nascita, ebbero successo a Napoli in quanto utilizzati fra gli atti di opere serie per attrarre l’attenzione del pubblico, spesso annoiato, con equivoci, tresche amorose e travestimenti sempre uniti alla burla.
Tornando allo spettacolo vicentino ha deliziato il pubblico con un’ora di emozioni in un gioco di squadra perfetto. Sala sold out in una location di altri tempi e di rara bellezza.

Alle 21, al Teatro Olimpico – considerato fra i più belli e suggestivi al mondo e opera dell’architetto Andrea Palladio (1508-1580) – in scena La diavolessa, commedia giocosa in tre atti su libretto di Carlo Goldoni e musicata da Baldassarre Galuppi (1706-1785) che fu compositore e organista, scrisse un centinaio di opere e la sua collaborazione con Goldoni fu di una ventina di libretti. La divolessa ebbe la sua prima a Venezia nel Teatro di San Samuele nel novembre 1755 e, seppur opera buffa, non per questo è da considerarsi minore anche secondo il maestro Francesco Erle, che con Franco Rossi si è occupato anche della revisione. Pagina dopo pagina sono emersi continui e notevoli spunti d’interesse, sia nella parte musicale che in quella drammaturgica. Di quest’ultima si è occupato il regista Bepi Morassi, puntando a esaltare il riuscito amalgama di libertà inventiva e sapere teatrale che traspare dalla scrittura vivace e leggera di un Goldoni divertito e divertente.

In uno spassoso gioco di equivoci e trame truffaldine, amori e lusinghe – creato dall’incontro fra la grande musica di Galuppi e la straordinaria vis comica di Carlo Goldoni – un maestro della composizione e un maestro della scena danno vita a un gioiello del Settecento più leggero e brillante capace di sorprendere. Con l’architettura palladiana dell’Olimpico a fare da maestosa scenografia, gli interpreti de La diavolessa hanno indossato costumi settecenteschi ideati da Carlos Tieppo, responsabile dell’Atelier del Teatro La Fenice di Venezia, e realizzati in stretta collaborazione con le sartorie vicentine di Paola Girardi e di Daniela Boscato, creando maschere eccellenti ben supportate dal light designer di Andrea Grussu e dal maestro delle luci Matteo Bianchi. Già dalla prima scena i protagonisti interagiscono con il pubblico creando il “teatro nel teatro” con l’intero Olimpico ed è subito magia.

Nella locanda di Falco, la giovane e avvenente Dorina è decisa a lasciare Giannino, che da troppo tempo le promette di sposarla e di darle una vita agiata. Tra gli ospiti vi sono anche il Conte e la Contessa Nastri, gelosa delle attenzioni che il marito riserva alla bella avventuriera. Il furbo locandiere propone a Giannino e Dorina una vantaggiosa burla ai danni del ricco don Poppone: spillargli un bel po’ di denaro approfittando della sua fissazione per i tesori nascosti senza insospettire Ghiandina, serva amorosa.

La parte musicale è stata eseguita dall’Orchestra barocca Vicenza in Lirica, guidata da Francesco Erle, ha elargito un turbinio di emozioni per circa tre ore e mezzo. I sette giovanissimi cantanti (selezionati da apposite audizioni e corsi di perfezionamento) erano a loro agio sia nella recitazione che nel canto. Sono emersi Giannino (baritono) di Omar Cepparolli con un bel timbro e una corretta emissione e il Conte Nastri (controtenore) di Ettore Agati che, seppur giovanissimo, ha colpito il suo timbro bellissimo e la sua spigliatezza scenica. La Contessa (soprano) di Ligia Ischitani Silva è stata molto precisa nel registro acuto. Don Poppone (basso) di Stepan Polishchuk bravissimo scenicamente e vocalmente. Dorina (mezzosoprano) di Arlene Miatto Albeldas scenicamente e vocalmente a suo agio nella parte come Ghiandina (soprano) di Lucia Conte. Corretto Falco (tenore) di Lucas Lopez Pereira.

Alla termine tutto va a buon fine come nella migliore delle commedie. Il  pubblico, appassionato di cose rare, applaude ringraziando e confidando che, il prossimo anno, il Festival ci regali un’altra gemma rara, anzi due, come nel 2019.

Didascalie immagini

  • Foto da 1 a 3
    scatti durante Bacocco e Serpilla con protagonisti 
    il baritono Michele Perrella, il mezzosoprano Antonella Carpenito e l’ensemble Cenacolo Musicale diretto da Donatella Busetto, con la mise en espace di Cesare Scarton.
    Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari, sala Apollo
  • foto da 4 a 7
    scatti durante La diavolessa
    © Beatrice Milocco

in copertina il cast de La diavolessa riceve meritati applausi 
© Beatrice Milocco (particolare)

 

La Diavolessa
commedia giocosa in tre atti di Carlo Goldoni
musica di Baldassare Galuppi

edizione di Franco Rossi e Francesco Erle

personaggi e interpreti

  • Il Conte Nastri Ettore Agati
  • La Contessa, sua moglie Ligia Ishitani Silva
  • Dorina, avventuriera Arlene Miatto Albeldas
  • Giannino, giovane amante di Dorina Omar Cepparolli
  • Don Poppone Corbelli, gentiluomo Stepan Polishchuk
  • Ghiandina, cameriera Lucia Conte
  • Falco, locandiere Lucas Lopes Pereira

maestro direttore e concertatore Francesco Erle

regia Bepi Morassi

costumi ideati da Carlos Tieppo 

light designer Andrea Grussu
maestro alle luci Matteo Bianchi

Orchestra barocca del Festival Vicenza in Lirica

Teatro Olimpico 5 e 8 settembre 2019

la recensione è roferita alla replica di 
domenica 8 settembre 2019