Domenica scorsa è andata in scena l’ultima replica di The Rake’s Progress di Igor Stravinskij penultima opera del Festival di Carnevale del Maggio Musicale Fiorentino. Sala affollata anche per la curiosità del titolo rappresentato molto raramente, la seconda gemma rara della stagione dopo Doktor Faust di Ferruccio Busoni.
Sul podio il direttore principale Daniele Gatti è riuscito a dare un punto di equilibrio sonoro tra buca e palcoscenico, complici Orchestra e Coro del Teatro in forma straordinaria, per un’opera tornata per la quarta volta e a distanza di oltre quarant’anni dalla sua ultima esecuzione. Infatti, il debutto fiorentino avvenne nel 1968 diretto da Heinrich Hollreiser per la regia di Günther Rennert. Le altre due riprese sono state: nel 1972 diretta da Ettore Gracis per la regia di Virginio Puecher e nel maggio del 1982 diretta da Riccardo Chailly nello storico allestimento di Ken Russell. 

Dopo il trasferimento negli Stati Uniti nel 1939, Igor Stravinskij accarezzò l’idea di scrivere un’opera in inglese. Il progetto prese forma solo dopo alcuni anni quando, nel 1947, rimase colpito dal ciclo di tele di William Hogarth esposte al Chicago Art Institute, che descrivevano l’ascesa e la caduta di Tom Rakewell, uno spendaccione che dilapida dissennatamente i propri averi e finisce i suoi giorni in manicomio.
Stravinskij pensò subito di farne un’opera e si rivolse per la stesura del libretto al poeta britannico Wystan Hugh Auden a cui si affiancherà anche Chester Kallmann. Nel marzo del 1948 il libretto fu pronto, mentre per la musica Stravinskij si prese più tempo, concludendo la partitura solo dopo tre anni.

The Rake’s Progress debuttò al Teatro La Fenice di Venezia l’11 settembre 1951 con lo stesso autore sul podio per la prima assoluta. Organizzata in arie, recitativi, cori e pezzi d’insieme in linea con lo schema teatrale settecentesco, l’opera mostra un carattere decisamente retrospettivo e rappresenta l’ultima tappa del periodo ‘neoclassico’. Se il modello di riferimento dichiarato è il teatro di Mozart e Da Ponte – in particolare il Così fan tutte – nel Rake’s Progress sono numerose le citazioni e i rimandi a epoche e autori diversi sottolineando, ancora una volta, la capacità del compositore di assimilare in maniera organica ogni elemento della tradizione musicale.
Come evidenziato da Daniele Gatti, «Il mito del Faust, a cui è dedicato il Festival di Carnevale, torna in modo evidente anche nella trama del Rake’s Progress che possiamo definire una versione moderna del “Dottor Faust”: anche in questo caso troviamo la figura del diavolo tentatore, ‘incarnata’ dal personaggio Nick Shadow, che offre al protagonista uno straordinario e stravolgente cambio di vita, ma a un prezzo carissimo: l’anima. Con l’opera di Stravinskij siamo dunque perfettamente in tema con il soggetto del Festival, che da poco ha visto la rappresentazione di un’altra opera di rara esecuzione come il Doktor Faust di Ferruccio Busoni».

Il maestro ha poi proseguito nell’analisi evidenziando anche l’importanza del programma per il concerto del 10 marzo da lui diretto e ha preceduto di due giorni la prima del Rake’s Progress, composizioni selezionate per legarsi a doppio filo con l’opera dell’autore russo: «Parlando della produzione stravinskijana, il periodo più lungo che possiamo notare è quello cosiddetto neoclassico che copre quasi un trentennio, dai primi anni ’20 ai primi anni ’50. Delle prime composizioni che segnano questa parte della sua opera fa parte proprio Pulcinella, che chiude il concerto del 10 marzo, mentre il Rake’s Progress segna invece la fine della fase neoclassica dei lavori di Stravinskij, terminando idealmente un percorso musicale. Trovo davvero interessante ‘anticipare’ il Rake’s con un concerto che collima perfettamente e fortemente concentrato sull’estetica, con in programma anche il Concerto grosso in re minore di Vivaldi e lo Jauchzet Gott Landen di Bach, ‘stuzzicando’ il pubblico con un piccolo ma intrigante percorso musicale di due serate attraverso un cruciale periodo musicale della vita di Stravinskij».

Il nuovo allestimento è stato firmato da Frederic Wake-Walker alla sua terza produzione al Maggio dopo Adriana Lecouvreur del maggio 2021 e il recente Roméo et Juliette; per The Rake’s Progress il regista, e il suo team, hanno voluto dare grande importanza all’aspetto visivo dell’opera, considerando fonte visiva e non scritta sfruttata da Stravinskij: «Dal mio punto di vista l’evoluzione del protagonista, Tom, è un vero e proprio viaggio di distaccamento: Tom Rakewell si disconnette dalla natura, dall’amore e anche da sé stesso; alla fine dell’opera egli avrà davvero perso ogni cosa.

L’opera è tragica, sviluppandosi dietro alla storia di questo giovane uomo e alla sua caduta, ma è anche incredibilmente divertente e godibile, come se fosse uno strana e bellissima fusione di tragedia e commedia. Stravinskij e Auden, l’autore del libretto, vivevano in California quando scrissero l’opera: uno dei temi principali è la critica al capitalismo americano successivo alla fine della guerra. Per questo penso che nell’ottica di un regista attuale sia importante riflettere questa critica al capitalismo dei tempi nei quali viviamo.

Oggi quest’opera ha davvero un significato forte: è una storia di disconnessione. Credo che il nostro sistema capitalistico, soprattutto con la tecnologia, ci ha disconnesso da noi stessi e dalla natura. Questa produzione vuole dunque criticare singolarmente questi elementi delle nostre vite. La scenografia utilizza una grande quantità di schermi: inizia in un ambiente naturale e molto naive che rappresenta la campagna e il mondo di Anne e suo padre Trulove.

Dal momento che ‘andiamo’ a Londra l’ambiente diventa più digitale e artificiale: essa non solo rappresenta una città immorale e corrotta, ma anche questo mondo digitale ‘disconnesso’ nel quale adesso viviamo. Abbiamo dunque cercato di farci ispirare da elementi visivi settecenteschi, del ventesimo secolo e anche dal mondo contemporaneo, unendoli insieme, proprio come fatto da Stravinskij con la musica».

Ottimo il cast di solisti a partire dal soprano Sara Blanch che, fortunatamente, spesso canta nel teatro sulla riva destra dell’Arno. Recentemente  ascoltata e apprezzata in “Lo sposo di tre e marito di nessuna“, “Ariadne auf Naxos” e “Orphée et Eurydice“. Nei panni di Anne Trulove ha cantato sempre precisa con risultati straordinari e, alla fine della scena del primo atto, è scattato un lunghissimo applauso.
Matthew Swenson – già ascoltato in Ferrando in “Cosi fan tutte” e in Fenton nel “Falstaff” – è il tenore che ha dato la voce a Tom Rakewell e ci è sembrato molto a suo agio nella parte.

Il personaggio diabolico di Nick Shadow è stato affidato al baritono Vito Priante che ha sorpreso con volume deciso e timbro brunito bellissimo.
Per Baba the Turk, il mezzosoprano Adriana de Paola disegna un personaggio esuberante a tutto tondo. Altra piacevole sorpresa è stato il Father Trulove del basso James Platt con la sua voce autorevole e elegante. 
Molto bravi Mother Goose del mezzosoprano Marie-Claude Chappuis e Sellem del tenore Christian Collia.
Alla fine dello spettacolo grandi applausi per tutti gli interpreti, ma, soprattutto, per Sara Blanch e Vito Priante con standing ovation per il direttore Daniele Gatti che, già al rientro dall’unico intervallo, era stato lungamente applaudito.

Dettagli

THE RAKE’S PROGRESS
Opera in tre atti
Libretto di Wystan Hugh Auden e Chester Kallman
Musica di Igor Stravinskij
Edizione: Boosey & Hawkes, London
Rappresentante per l’Italia: Casa Ricordi, Milano

Maestro concertatore e direttore Daniele Gatti

Regia Frederic Wake-Walker

Personaggi e interpreti

  • Tom Rakewell, a Rake Matthew Swensen

  • Anne Trulove, his Betrothed Sara Blanch

  • Nick Shadow, a Devilish Manservant Vito Priante

  • Baba the Turk, a Bearded Lady Adriana Di Paola

  • Father Trulove, Anne’s Father James Platt

  • Sellem, an Auctioneer Christian Collia

  • Mother Goose, a Whore Marie-Claude Chappuis

  • Keeper of the Madhouse Matteo Torcaso

  • Voices Giovanni Mazzei, Constanza Antunica, Antonia Fino, Nadia Pirazzini

Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Maestro del Coro Lorenzo Fratini

Scene e costumi Anna Jones
Luci Charlotte Burton
Video (Collage, Animazioni, Generazione di immagini AI, Illustrazioni) Ergo Phizmiz
Figuranti speciali Rosario Campisi, Guido Mazzoni

Nuovo Allestimento Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
in scena dal 12 al 26 marzo 2023
in lingua originale con sopratitoli in italiano e inglese

Didascalia immagini

alcuni scatti durante The Rake’s Progress
foto © Michele Monasta
courtesy Teatro del Maggio Musicale Fiorentino