A distanza di meno di un anno, torniamo a parlare dell’opera di Giuseppe Verdi che più rappresenta Genova dove si sono dati appuntamento i melomani italiani; al Teatro Carlo Felice è andata in scena il Simon Boccanegra riprendendo l’edizione del 2015 in occasione dell’inaugurazione della stagione quale omaggio al capoluogo ligure e alla sua storia. L’allestimento è del Teatro Mariinskij infatti, l’opera, coprodotta con il Teatro la Fenice di Venezia (2016), in seguito all’acquistato del Teatro di San Pietroburgo, e tornato in Italia lo scorso dicembre in due serate al teatro Galli di Rimini e quindi di nuovo a Genova.

Magari meno nota al grande pubblico, Simon Boccanegra affronta però temi molto cari al Maestro: per primo il rapporto tra padre e figlia, l’amor di patria e, soprattutto, la libertà. Ambientata nel Trecento quando Genova era Repubblica Marinara, tra lotte per il potere, amori contrastati e conflitti tra etica e politica, la versione è quella definitiva in un prologo e tre atti – approntata da Verdi ventiquattro anni dopo l’originaria versione veneziana – e andata in scena per la prima volta al Teatro alla Scala il 24 marzo 1881.

Nonostante il grande successo ottenuto dalla seconda versione, l’opera alla fine dell’Ottocento uscì dal repertorio per ricomparire nel 1929 nei cartelloni dei teatri tedeschi e nel 1932 ebbe la sua consacrazione internazionale al Metropolitan di New York. Il successo proseguì in Italia (Roma, Firenze, Parma e Bologna), mentre a Londra la sua prima avvenne nel 1948. Segnaliamo anche l’esecuzione in forma di concerto – 2 febbraio 2001 al Palafenice di Venezia (il Teatro La Fenice era in ricostruzione dopo l’incendio) – della prima versione del 1857 che ben evidenziò la revisione capillare.

A Genova, ripresa da Luca Baracchini, regia e scene sono quelle di Andrea De Rosa che sottolinea: “Sono rimasto fedele al testo cercando di esaltare quello che secondo me può esserne considerato l’elemento chiave: il mare. Per un uomo di mare come Simone è importante avere sempre un orizzonte visibile, ma il dolore e i palazzi del potere gli precludono la vista di questo orizzonte. Al mare ho attribuito un’importanza primaria rendendolo presente, in forme sempre diverse, per tutta la durata dello spettacolo.

Il mare è, dall’inizio alla fine, il protagonista e la messa in scena si avvale delle preziose collaborazioni di Alessandro Lai (Costumi) e di Pasquale Mari (Luci e Video Designer) che, per le sue proiezioni, ha utilizzato riprese di scorci realizzate in Liguria. Durante tutta l’opera si percepisce in Simone il dolore del passato: sul palcoscenico tutto è molto semplice, e in alcuni momenti cupo, ma estremamente funzionale.

Per la parte musicale il direttore Andriy Yurkevych (lo avevamo ascoltato appunto nell’aprile 2018 a Tcbo di Bologna), che ben conosce la partitura, ha guidando con sicurezza Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice che lo hanno seguito regalando momenti eccellenti.
Il cast di cantanti è stato il fiore all’occhiello di questa produzione con il ruolo del titolo affidato a Ludovic Tézier, uno dei baritoni più richiesti che fa proprio il personaggio con fraseggio elegante, un timbro che è la perfezione e una interpretazione che non si può raccontare.

Gabriele Adorno sembra cucito addosso al tenore Francesco Meli, che a Genova gioca in casa. Amelia Grimaldi, del soprano Vittoria Yeo, parte bene con un’aria difficile per poi crescere durante tutta l’opera. Jacopo Fiesco del basso Giorgio Giuseppini, bravissimo fin dall’entrata, strappa subito all’inizio un calorosissimo applauso. Il cattivo della situazione, Paolo Albiani del baritono Leon Kim conferma il recente apprezamento sia ne Il ballo in maschera a Parma che in Carmen a Firenze. Moltro bravi anche gli altri.

Lo spettacolo era diviso da un solo intervallo, ma numerosi i cambi scena e, al rientro, il Maestro è sempre stato accolto da applausi lunghissimi. Al termine l’approvazione del pubblico è stata chiara e convinta per tutti, un tripudio all’uscita di Ludovic Tézier e Francesco Meli. Per tutti la consapevolezza di aver assistito anche oggi a qualcosa di unico.

Didascalie immagini

  1. Una scena di Simon Boccanegra
    in scena al Teatro Carlo Felice
    © Marcello Orselli
  2. Ludovic Tézie nei panni del protagonista
    © Marcello Orselli
  3. Vittoria Yeo interpreta Amelia
    © Marcello Orselli
  4. Vittoria Yeo e Ludovic Tézier
    © Marcello Orselli
  5. Gabriele Adorno interpretato da Francesco Meli
    © Marcello Orselli
  6. Ancora Francesco Meli
    © Marcello Orselli
  7. Fiesco interpretato da Giorgio Giuseppini 
    © Marcello Orselli

in copertina un particolare di una scena dello spettacolo © Marcello Orselli

 

SIMON BOCCANEGRA
Melodramma in un prologo e tre atti
di Francesco Maria Piave
con aggiunte e modifiche di Arrigo Boito
dal dramma  Simón Bocanegra
di Antonio García Gutiérrez
Musica di Giuseppe Verdi

Direttore
Andriy Yurkevich

Regia e scene Andrea De Rosa
ripresa da Luca Baracchini

Costumi Alessandro Lai
Light e video designer Pasquale Mari

Personaggi e interpreti principali:

  • Simon Boccanegra
    Ludovic Tézier (15-17) Alberto Gazale
  • Amelia
    Vittoria Yeo (15-17) Angela Nisi
  • Gabriele Adorno
    Francesco Meli (15-17) Matteo Desole
  • Fiesco
    Giorgio Giuseppini (15-17-19) Roman Lyulkin
  • Paolo Albiati
    Leon Kim
  • Pietro
    Luciano Leoni
  • Un’ancella di Amelia
    Simona Marcello (15-16) Alla Gorobchenko
  • Fantasma di Maria
    Luisa Baldinetti

Allestimento
Teatro Mariinskij di San Pietroburgo

Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice
Maestro del Coro Francesco Aliberti

Teatro Carlo Felice 
15, 16, 17 e 19 febbraio 2019

(la recensione si riferisce alla replica del 17)