Arte e Arti

Invertiamo ancora una volta la scaletta delle pubblicazioni, anticipando la rubrica teatrale nel giorno dedicato ai libri, per dare spazio alla Compagnia “Attori & Convenuti” che, dopo Magda dedicato al “Giorno della Memoria”, domani a Roma debutterà con Rapiti in un silenzio dedicato al “Giorno del Ricordo”.
Il tiolo di questo nuovo lavoro è tratto da una frase contenuta nell’orazione che Pier Paolo Pasolini pronunciò, il 21 giugno 1945, in occasione dei funerali del fratello Guido Alberto, partigiano della brigata “Osoppo-Friuli”, ucciso – insieme con altri sedici appartenenti a quella formazione – dai partigiani della brigata “Garibaldi” nell’orribile episodio della Resistenza noto come la “strage di Porzûs” del febbraio del 1945. Dopo essere stati fucilati, i corpi delle vittime di quell’eccidio furono gettati in una fossa e ritrovati dopo quattro mesi.
Il testo è composto di brani tratti da alcune lettere, poesie e discorsi di Pier Paolo Pasolini e da passi del poema “Jama” (La Fossa) del poeta croato Ivan Goran Kovacic.

L’idea drammaturgica, selezione, montaggio dei testi, delle immagini e la direzione artistica dell’evento sono di Gaetano Pacchi che sarà sul palco insieme a Alessandro Cambi, Massimo Campolmi e Patrizia De Luca.
Durante la lettura verranno proiettate immagini che testimoniano la tragedia delle Foibe e l’eccidio di Porzûs.
L’opera pittorica dell’evento è di Pieraffaele Battaglia.
Lo spettacolo, patrocinato e organizzato dalla “Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro”, dalla “Accademia Internazionale del Lavoro” e dalla “Link Campus University” di Roma, andrà in scena alle ore 17 nell’Auditorium dei Consulenti del Lavoro della capitale.
Ricordiamo che i membri di “Attori & Convenuti” sono tutti legati al mondo del diritto in veste di avvocati e di notai e il fine che la Compagnia Teatrale persegue – soprattutto con le iniziative in cui il mondo del diritto, della giustizia e della professione forense si interseca e si confronta con i temi dell’attualità – è anche quello di diffondere e radicare nella Società una figura di avvocato che si batte, non soltanto all’interno del processo, per conquistare il riconoscimento dei diritti fondamentali e per esigerne il rispetto e che dà voce alle istanze, a lungo rimaste inascoltate, di classi, settori e minoranze sociali. Diamo sempre spazio ai loro lavori per la forza e la costanza con cui intendono lanciare un manifesto per recuperare, affermare e divulgare un’immagine di avvocato che, più di ogni altro, s’indirizza e guarda “verso” la Società, s’interessa e si cura di tutto quanto accade “oltre” i confini del Palazzo, pronto ad aiutare e a dare il proprio contributo. Forse, mai come in questo periodo, di uomini e donne così, in tutte le professioni non solo quelle forensi, si avverte nettamente il bisogno.