“Quest’ opera tuttavia, non vuole dare valutazioni umane, non giudica, ma mette alla prova il giudizio di chi vuol giudicare”
In scena, il prossimo 5 aprile al Teatro Elfo Puccini di Milano, “Quando le Rose Cadranno” un lavoro che ha richiesto quasi quattro anni per la realizzazione – dalla fase iniziale di raccolta di testimonianze alla messa in scena – e porta sul palcoscenico un caleidoscopio di trionfi e insuccessi, arroganze e presunzioni, tragedie e delusioni.
Una campionatura di situazioni che, chiunque, potrebbe trovarsi a dover affrontare, ma che si stemperano nella incredibile forza della sopravvivenza. Personaggi reali che, superate le contrarietà, le hanno raccontate con “favolosa semplicità”.
Esistenze straordinariamente ordinarie i cui protagonisti, conosciuti dagli attori, sono rappresentati senza sovrastrutture e anche per ricordarci di viverla questa “unica e incredibile vita”.
Ambientata agli inizi del Novecento, la storia prende spunto da interviste, condotte tra il 2012 e il 2015, a persone di estrazioni sociali diverse e casualmente incontrate, tra cui: prostitute, un ex prete, una giovane spietata manager, un usuraio, una collaboratrice di giustizia, una vittima di violenze familiari.
A tutti sono state rivolte le seguenti domande: “Saresti disposto a scendere a patti con qualcuno, tradendo i tuoi principi, e in cambio di che cosa, o di chi” e “C’è un atto che in questo momento avresti, o non avresti il coraggio di compiere pur di rimanere fedele ai tuoi principi?”
Più che sulle convinzioni, la morale, a volte anche inconsciamente, si basa sull’opportunismo, sul benessere e quando questo viene meno, diventiamo più vulnerabili, ricattabili e qualcuno, cogliendo la nostra debolezza, compra le nostre idee, il nostro tempo, la nostra vita per le proprie finalità. C’è anche chi, incurante delle conseguenze, con coraggio ha saputo dire “no”.
Alisòn, Rose, Amy, Janette, Silvie, Lorain, Jadeè, Silvie sono i nomi (romanticamente tradotti) di persone realmente incontrate. Le loro storie sono state “adagiate” in una casa di piacere: il tempio delle cose in vendita, il luogo dove tutto ha un prezzo, ma dove non tutto può essere comprato e comprendere dove sia il limite non è sempre chiaro.
Ne consegue come, il ribaltamento della situazione vittima/carnefice, porti lo spettatore a riflettere su quale sia realmente la propria opinione personale. Il tema dell’integrità etica appare più che mai scottante e sorge spontaneo chiedersi si esistano ancora persone incorruttibili.
“Madame” dice di sì, e si riconoscono perché non hanno prezzo.