Iniziato giovedì scorso a Parma il Festival Verdi la cui edizione 2017 è dedicata al 150° anniversario della nascita di una delle più grandi bacchette, Arturo Toscanini.
L’inaugurazione è affidata a un titolo raro, Jérusalem, opera in quattro atti su libretto di Alphonse Royer  e Gustave Vaez in nuovo allestimento di Hugo De Ana, che ne firma regia, scene, costumi, con le luci di Valerio Alfieri e le coreografie di Leda Lojodice.

Sul podio della Filarmonica Arturo Toscanini e del Coro del Teatro Regio di Parma preparato da Martino Faggiani, Daniele Callegari dirige la partitura nell’edizione critica a cura di Jürgen Selk eseguita in prima assoluta integrale e senza alcun taglio, come la Grand Opéra riichiadeva nella Parigi di allora. Sembra che Ricordi ne acquistò i diritti come fosse un’opera nuova seppur considerata il rifacimento de I Lombardi alla prima crociata (andata in scena alla Scala l’11 febbraio 1843)

La prima rappresentazione avvenne a Parigi il 26 novembre 1847 all’Opéra national e in seguito, tradotta in italiano da Callisto Bassi, divenne “Gerusalemme, che debuttò alla Scala di Milano il 26 dicembre 1850.

Ampie dimensioni, scene spettacolari, ballabili che divisero il giudizio del pubblico. In Francia restò in repertorio fino al 1892, per poi vivere un lungo periodo di oblio, interrotto nel 1963 a Venezia, con la ripresa, nella versione in italiano, diretta da Gianandrea Gavazzeni.

Dopo 37 anni torna a Parma in un teatro gremito in ogni ordine di posto e preceduta da una grande attesa per un titolo sconosciuto al grande pubblico (ricordo una straordinaria edizione a Genova, della stagione 2000-2001, diretta da Michel Plasson).

Hugo de Ana, capace sempre di stupire, ma fare centro al tempo stesso, sottolinea “In Jérusalem tutti compiono un viaggio e in questo cammino si trovano, si incrociano, trasformano le loro strade, tutti con lo stesso fine: Gerusalemme.  Ma cos’è questa Gerusalemme? Forse la perduta città ideale? Forse un pensiero? Un cammino e una fine dentro di noi?

Probabilmente è una crescita spirituale e interiore, la riscoperta di una Luce dentro il cuore dei protagonisti che, attraverso un percorso, ritrovano loro stessi, o nell’amore o nella sublimazione della morte
”.

Lo spettacolo presenta quindi simboli mistici e religiosi avvalendosi del sapiente uso delle luci e si resta incantati da effetti particolarissimi per le coreografie curate nei minimi particolari. Il regista, e il suo team, riescono a creare una sorta di caleidoscopio dove tutti i pezzi si ricongiungono a proiezioni e fondali e già all’apertura del sipario iniziano le piacevoli sorprese come i cambi scena in tempi da record e cascate di sabbia per ricreare il deserto e le battaglie dove sventolano bandiere crociate.

La parte musicale affidata a Daniele Callegari, a suo agio con la partitura, nel rispetto scrupoloso dei tempi verdiani e coadiuvato dalla Filarmonica Arturo Toscanini, ha fatto scoprirre bellissimi momenti di musica. Il coro, in quest’opera ha un ruolo importante, e l’esecuzione ne ha esaltato le parti.

I cantanti sono stati tutti molto bravi  nonostante la partitura non sia delle più semplici .Gaston, interpretato dal tenore Ramon Vargas, è stato vocalmente e tecnicamente  all’altezza del ruolo, non da meno il baritono Pablo Galvez (Il conte de Toulous), il soprano francese Annick Massis (Helene), il basso Deyan Vatchkov (Il legato papale), il mezzosoprano Valentina  Boi (Isaure), il tenore Paolo  Antonietti (Lo scudiero( e il basso Massimiliano Catellani (L’emiro). Una menzione particolare per il basso Michele  Pertusi che, con voce e interpretazione  da manuale, ci ha regalato un Roger a tutto tondo.

Alla fine dello spettacolo l’autentica gioia di aver assistito a qualcosa di raro e bellissimo con un ringraziamento speciale alle maestranze del teatro per un’operazione culturale di questo tipo. Un’ultima considerazione, contrariamente alle altre volte, pubblicando prima della seconda recita, mi sono limitato per non rovinare la sorpresa a chi vi assisterà.

Dettagli

Didascalie immagini

  1. Jérusalem, atto I

  2. Jérusalem, atto II

  3. Jérusalem, Michele Pertusi (Roger)

  4. Jérusalem, da sin. Annick Massis (Hélène), Michele Pertusi (Roger), Ramòn Vargas (Gaston)

  5. Jérusalem, atto III (ballabili)

  6. Jérusalem, atto III

  7. Jérusalem, Atto IV

  8. Jérusalem, Michele Pertusi (Roger)

  9. Jérusalem, Annick Massis (Hélène), Ramòn Vargas (Gaston)

  10. Jérusalem, atto IV

IN COPERTINA:
Jérusalem, atto IV (particolare)

Crediti fotografici: © 2017 Roberto Ricci.
courtesy Teatro Regio di Parma

 

JÉRUSALEM
Opera in quattro atti di Alphonse Royer e Gustave Vaëz

Musica GIUSEPPE VERDI

Edizione critica a cura di Jürgen Selk
The University of Chicago Press, Chicago e
Casa Ricordi, Milano

Personaggi Interpreti
Gaston, Vicomte de Béarn RAMON VARGAS
Le comte de Toulouse PABLO GÁLVEZ
Roger, son frère MICHELE PERTUSI
MIRCO PALAZZI (20/10)
Hélène, fille du comte ANNICK MASSIS
SILVIA DALLA BENETTA (20/10)
Isaure, confidante d'Hélène VALENTINA BOI
Adhémar de Monteil, Légat DEYAN VATCHKOV
Raymond, l'écuyer PAOLO ANTOGNETTI
L'émir de Ramla MASSIMILIANO CATELLANI
Un officier de l'émir MATTEO ROMA
Un hérauld FRANCESCO SALVADORI
Un soldat FRANCESCO SALVADORI

Maestro concertatore e direttore DANIELE CALLEGARI

Regia, Scene, Costumi HUGO DE ANA

Luci VALERIO ALFIERI

Projection Designer Ideogamma srl - SERGIO METALLI

Coreografie LEDA LOJODICE

Maestro del coro MARTINO FAGGIANI

FILARMONICA ARTURO TOSCANINI

CORO DEL TEATRO REGIO DI PARMA

Nuovo allestimento del Teatro Regio di Parma
in coproduzione con Opéra de Monte-Carlo

Spettacolo con sopratitoli in italiano e in inglese

Prossime repliche:

  • domenica 8 ottobre 2017, ore 15.30 
  • giovedì 12 ottobre 2017, ore 19.30 
  • venerdì 20 ottobre 2017, ore 19.30 

(Atto I e Atto II 1h 35' - Intervallo 30' - Atto III e Atto IV 1h 35'
Durata complessiva 3h 30')

Dove e quando

Evento:

Indirizzo:
[Guarda su Google Maps]

Fino al: 20171020