A Parma – Capitale Italiana della Cultura 2020 – il Festival Verdi è giunto alla XIX edizione con ventinove eventi e ottantuno appuntamenti in venticinque giorni, dallo scorso 26 settembre al prossimo 20 ottobre, per un turbinio di emozioni musicali, e non, legate al Maestro. In occasione del Festival, prosegue anche la rassegna collaterale “Verdi Off” nata per far conoscere le terre verdiane attraverso centocinquanta appuntamenti a ingresso libero.

Il Festival si svolge tra Busseto e Parma con ben tre nuove produzioni di opere. Il cartellone 2019 prevede Aida al teatro Giuseppe Verdi di Busseto, Nabucco e  I due Foscari al Teatro Regio. Luisa Miller, invece, alla chiesa monumentale  di San Francesco del Prato, dopo anni di degrado, oggi è un vero e proprio cantiere nel cuore della città e prende il posto del Teatro Farnese, per tre anni uno degli spazi del Festival.

Giovedì 3, la seconda delle quattro recite del Nabucco, dramma lirico in quattro parti su libretto di Temistocle  Solera dal dramma Nabuchodonosor di Auguste Anicet- Bourgeois e Francis Cornu e dal ballo Nabuccodonosor di Antonio  Cortesi. Terza opera del Maestro, ebbe la sua prima al Teatro alla Scala il 9 marzo 1842 e fu subito un successo. A Parma eseguita nell’edizione  critica di Roger Parker – The  University of Chicago Press – e Casa Ricordi di Milano.

Il nuovo allestimento del Teatro Regio, in coproduzione con Teatro Nazionale  Croato di Zagabria, è stato affidato al progetto creativo Ricci/Forte, con la regia di Stefano Ricci, le scene di Nicolas Bovay, i costumi di Gianluca Sbicca, le luci di Alessandro Carletti e le coreografie di Marta Bevilacqua. Mai come questa, una messa in scena tanto attuale che incolla alla poltrona fin dall’inizio e non dà tregua. Ambientando la vicenda nel 2046, un gruppo militarizzato raccoglie sulla nave dei profughi del cosiddetto “mondo devastato”  e, lì, vengono privati dell’unica cosa che può portarli alla libertà, il salvagente.

Nabucco è un militare con tanto di guardie del corpo addette a supervisione e controllo. Abigaille prima lo asseconda, per poi prendere in mano la situazione. Da apnea – impossibile definirla diversamente – la scena del “Va pensiero” ma, pubblicando con due repliche future, non desideriamo svelare niente altro per chi vorrà assistere a uno spettacolo dove le luci, a volte, catapultano in una dimensione quasi estraterrena. Un plauso anche ai mimi che continuano la narrazione sul proscenio fra una parte e l’altra.

Nel pieno rispetto dell’assoluta libertà di giudizio, ci appaiono però semplicistiche alcune critiche. Seppur ignoranza, ma, soprattutto la maleducazione, dilagano ovunque, è solo cafonaggine – per la mancanzadi rispetto di chi lavora – disturbare durante l’esecuzione. Può, non piacere e alla fine ci si può anche scatenare, ma mai durante l’esecuzione come è accaduto alla prima (solitamente le evitiamo proprio perché popolate in largo numero da soggetti intervenuti eclusivamente per presenziare).

Se lo spettacolo, scenicamente, non ha potuto accontentare tutti, musicalmente ha espresso una bella performance iniziando dalla direzione di Francesco Ivan  Ciampa. giovane bacchetta che spesso troviamo a Firenze, Verona e Parma. Lettura del capolavoro verdiano in crescendo e la Filarmonica Arturo Toscanini  e l’Orchestra  Giovanile della Via Emilia lo hanno seguito alla perfezione. Che dire del Coro diretto dal Maestro Martino Faggiani? Che è stato  da apoteosi? ovviamente cedendo alle richieste e bissando lo straziante canto dei prigionieri fra l’altro chiesto dalla maggioranza anche alla prima.

Il cast del canto può vantare la presenza di Amartuvshin Enkhbat (baritono) che interpreta un Nabucco con la potenza di una voce non comune, colore scuro bellissimo e fraseggio perfetto. Nel panorama odierno voce unica.

Saoia Hernandez (soprano) oramai di casa nei nostri teatri, nella recita di giovedì, aveva fatto annunciare la sua indisposizione, ma che avrebbe sostenuto il ruolo di Abigaille che le sta  a pennello sia scenicamente  che vocalmente portandolo a termine la recita da grande artista.
Ivan Magri (tenore) è un Ismaele con voce giovanile e fresca.

Nel ruolo di Zaccaria (basso) due recite due sono affidate a Michele  Pertusi  e le altre due a Ruben Amoretti quest’ultimo ascoltato e apprezzato giovedì.
Femena (soprano) di Annalisa Stroppa ha voce rotonda e morbida. Bravi gli altri.

Alla  fine dell’opera  tantissimi applausi per tutti (senza i buuuu della prima) e la consapevolezza uno spettacolo che non lascia indifferenti e fa molto pensare, anche in autostrada tornando a casa.

Didascalie immagini
momenti del “Nabucco”
foto © Roberto Ricci
courtesy Teatro Regio di Parma

 

 

NABUCCO
Dramma lirico in quattro parti su libretto di Temistocle Solera,
dal dramma Nabuchodonosor di Auguste Anicet-Bourgeois e Francis Cornu
e dal ballo Nabuccodonosor di Antonio Cortesi

Musica
Giuseppe Verdi 
Edizione critica a cura di Roger Parker
The University of Chicago Press, Chicago e Casa Ricordi, Milano

Personaggi Interpreti

  • Nabucco AMARTUVSHIN ENKHBAT
  • Ismaele IVAN MAGRÌ
  • Zaccaria MICHELE PERTUSI (29, 13)
    RUBÉN AMORETTI (3, 20 )
  • Abigaille SAIOA HERNÁNDEZ
  • Fenena ANNALISA STROPPA
  • Il Gran Sacerdote di Belo GIANLUCA BREDA
  • Abdallo MANUEL PIERATTELLI
  • Anna ELISABETTA ZIZZO

Maestro concertatore e direttore
FRANCESCO IVAN CIAMPA

Progetto creativo RICCI/FORTE

Regia STEFANO RICCI

Scene NICOLAS BOVEY

Costumi GIANLUCA SBICCA

Luci ALESSANDRO CARLETTI

Coreografie MARTA BEVILACQUA

FILARMONICA ARTURO TOSCANINI

ORCHESTRA GIOVANILE DELLA VIA EMILIA

CORO DEL TEATRO REGIO DI PARMA

Maestro del coro MARTINO FAGGIANI

 

(la recensione si riferisce alla replica di
giovedì 3 ottobre 2019)

Prossime repliche
domenica 13 ottobre 2019, ore 15.30 
domenica 20 ottobre 2019, ore 15.30 

Dove e quando

Evento: Teatro Regio – Str. G. Garibaldi, 16/a – Parma
  • Fino al: – 20 October, 2019