A Pontedera il 21 ottobre 2008 veniva inaugurato il Teatro Era un ‘luogo intimamente aperto al mondo“, uno spazio pensato a misura di chi fa teatro, dinamico e innovativo.
Realtà da vivere per le compagnie, dove far nascere le produzioni e un ambiente di fermento culturale per il pubblico, una finestra verso l’internazionale, un punto di riferimento per il territorio, per i progetti dell’Università di Pisa, per i giovani e per la scuola.
Dall’11 ottobre al 4 novembre 2018 un ricco programma per festeggiare il decennale dove, tra le produzioni: Michele Santeramo debutta accompagnato dai cortometraggi di Vito Palmieri in “Storia d’amore e di calcio”. Le storie trattate legano calcio e amore di paese e i protagonisti sono persone di cui mai si sentirà parlare. Non vi si racconta l’attualità del pallone italiano, né le imprese delle grandi squadre o dei campioni. Al riguardo, Santeramo precisa: “piuttosto assomiglia a certe serate immaginate in compagnia di Brera e Rocco, davanti alla tovaglia a quadretti di una trattoria, a bere vino, parlar di donne e solo di sfuggita riflettere sul calcio. Sono storie in cui tra giocatori e sparuto pubblico di amici, parenti e innamorate segrete, si instaura lo stesso rapporto di ascolto e di partecipazione che si spera di riuscire ogni sera a ricostruire a teatro.” Infatti, nelle note di regia, Santeramo inizia scrivendo: “Qui si racconta del primo campionato mondiale di calcio clandestino della storia. Si gioca in un paese, tra squadre composte da immigrati. Chi vincerà il mondiale governerà sulla malavita per un anno. Fino al prossimo campionato del mondo clandestino”.
C’è una linea che divide il cervello in due emisferi, una linea che separa il bene dal male, il sano dal malato, ciò che è consentito dire e ciò che è meglio tacere. C’è una linea che separa i vivi dai morti: la prima nazionale di Leviedelfool affronta la problematica con Yorick. Un Amleto dal sottosuolo dove Yorick, il Fool per eccellenza, il buffone corte di re Amleto, è morto e le sue parole non ci sono pervenute se non sotto forma di una sfida: immaginarle.
Vittorio Continelli dirige e interpreta – in prima nazionale alla Biblioteca Gronchi di Pontedera – “Nel Labirinto. Discorso sul mito!” un racconto fatto di storie, storie antiche che ancora ci parlano attraverso simboli e nomi noti a tutti: i nomi degli dèi e degli eroi di Grecia, i simboli della civiltà europea e mediterranea.
Riprendendo la collaborazione con Michele Santeramo, Roberto Bacci debutta con “Svegliami” dove cerca di dare risposta a una serie di interrogativi senza tempo: come si relaziona l’uomo con se stesso e con gli altri? cos’è la fiducia e, in definitiva, chi è l’uomo? In scena i protagonisti si confrontano sulla loro condizione di essere umano cercando di trovare un modo per affrontarla.
La vocazione al teatro internazionale d’eccellenza è rappresentata da Oskaras Koršunovas – che presenta il Gabbiano – e da Andriy Zholdak, regista e light designer ucraino, vincitore di numerosi premi prestigiosi, che fa propria la tradizione e la proietta in avanti, per la prima volta in Italia con un incontro aperto sul senso dell’arte e un laboratorio.
In cartellone anche un focus dedicato a Enzo Moscato, attore e drammaturgo tra i più significativi della generazione napoletana degli anni Ottanta.
Oltre alle offerte degli spettacoli in stagione, debutta la coproduzione Compagnia Mauri Sturno – Fondazione Teatro della Toscana – con “I fratelli Karamazov”, il vertice della produzione letteraria di Fëdor Dostoevskij, con la regia di Matteo Tarasco e l’interpretazione di Glauco Mauri e Roberto Sturno.
Altro debutto per “I promessi sposi alla prova” di Giovanni Testori, con la regia Andrée Ruth Shammah e l’interpretazione di Luca Lazzareschi, Laura Marinoni e un gruppo di giovani attori, una coproduzione Teatro Franco Parenti, Fondazione Teatro della Toscana.
Offrendo una multidisciplinarietà di progetti, è posta attenzione alla danza contemporanea con Virgilio Sieni che firma la coreografia di “Petruska“.
A maggio il Workcenter torna a casa, con un programma ricco di eventi che offre al pubblico uno spaccato della sua attuale ricerca: due dei gruppi attivi – il Focused Research Team in Art as Vehicle guidato dal direttore artistico del Workcenter, Thomas Richards, e l’Open Program coordinato dal direttore associato Mario Biagini – presentano le opere e gli eventi performativi che fanno attualmente parte del loro repertorio.
Attenzione ai ragazzi con spettacoli in matinée che testimoniano la sempre maggiore apertura alle richieste del territorio e con un appuntamento per le famiglie con il riallestimento di “Biancaneve” lo storico spettacolo del Teatro del Carretto che porta dietro le quinte della storia, dove prendono vita e forma i personaggi, i loro sentimenti, le loro azioni. Buoni o cattivi, quasi mai sempre buoni o sempre cattivi.
La Stagione 2018/19 al Teatro Era conferma quindi la qualità e la vivacità dell’offerta nell’ambito di un percorso che rafforza l’equilibrio tra tradizione e innovazione.
Ogni ulteriore informazione e il programma completo al sito.
Didascalie immagini
- Logo dei dieci anni di attività del Teatro Era
- Michele Santeramo (courtesy Teatro Era)
- Un scena di “Yorick. Un Amleto dal sottosuolo“
foto © Manuela Giusto (courtesy Teatro Era) - “Nel Labirinto. Discorso sul mito!“
Minotauro-immagine guida (courtesy Teatro Era) - Logo stagione 2018-19
- Una scena di Petruška
foto © Rocco Casaluci (courtesy Teatro Era) - Copertina del volume
Grotowski. L’arte come veicolo (1984-1998) - Un scena di “Biancaneve” (courtesy Teatro Era)
In copertina
Logo dei dieci anni di attività del Teatro Era