Con Manon Lescaut, lo scorso 26 gennaio, ha avuto inizio al Comunale Nouveau (nuovo spazio della musica a Bologna) la Stagione lirica 2024, nel centenario della scomparsa di Giacomo Puccini. L’opera è stata firmata da Leo Muscato, al debutto nel teatro felsineo, e vede la Direttrice musicale Oksana Lyniv impegnata con il titolo per la prima volta, dichiarando: «Nel 1889 il trentunenne Puccini firmò un contratto con Ricordi per Manon Lescaut  e contemporaneamente stava lavorando a una versione ridotta dei Meistersinger von Nürnberg di Wagner per La Scala di Milano, entrando in contatto con le sperimentazioni armoniche wagneriane.

La partitura utilizza la tecnica del Leitmotiv – penso al suono orchestrale e al linguaggio armonico per la descrizione del mondo emotivo di Manon Lescaut e De Grieux, che si ispirano al Tristano e Isotta – ma è anche arricchita da citazioni dalle prime opere giovanili di Puccini, che rispecchiano lo spirito dell’epoca in cui la vicenda è ambientata». 

Ispirata al romanzo dell’abate Antoine François Prévost Storia del cavaliere Des Grieux e di Manon Lescaut (1731), al libretto vi lavorarono, per poi abbandonare, Ruggero Leoncavallo, Domenico Oliva, Giulio Ricordi, Luigi Illica, Marco Praga, Giuseppe Giacosa. Lo stesso Puccini ci mise pesantemente mano, sconvolgendo il piano drammaturgico iniziale eliminando di sana pianta un atto: quello del nido d’amore degli innamorati. Pubblicato da Ricordi senza nome, denota come, il vero autore, sia stato il musicista.

In questa produzione bolognese, nei quattro atti dell’opera, i protagonisti sono sempre sul punto di partire, o di fuggire da qualcosa, o da qualcuno e le scene (Federica Parolini), i costumi (Silvia Aymonino) e le luci (Alessandro Verazzi), ben supportano la visione del regista che, al riguardo, ha sottolineato: «È come se la terra bruciasse sotto i loro piedi e impedisse loro di fermarsi e ragionare sulle conseguenze delle loro azioni. Per questa ragione, ciò che tiene insieme i quattro differenti luoghi della nostra messa in scena è proprio la terra che brucia, è proprio il deserto, un luogo metaforico che nell’opera di Puccini arriva nel IV atto. Il personaggio di Manon è un’anima in costante oscillazione tra estremi emotivi opposti.

A volte è una forza della natura, animata da una gioia contagiosa e da un desiderio irrefrenabile di avventura e amore; altre volte sprofonda in un’oscurità emotiva che la fa apparire tormentata e vulnerabile e bisognosa di protezione. Ci impiega pochi secondi per decidere di fuggire al proprio destino seguendo uno sconosciuto che ha incontrato qualche minuto prima. La sua fuga scapicollata con Des Grieux si trasforma in stupefacente alchimia sessuale che travolgerà entrambi in un turbine di emozioni e impulsi, e che trasformerà il loro amore in una relazione tossica, in cui ognuno riesce a tirare fuori il peggio dell’altro».  

Dopo lo straordinario successo della prima, sul podio alla terza recita, quella domenicale, sin dall’inizio dell’opera, la direttrice Oksana Lyniv, da quasi due anni alla guida dell’Orchestra, coadiuvata da musicisti, Coro e solisti, ha offerto un’eccellente lettura in perfetto equilibrio tra buca e palcoscenico.  Come nella tavolozza di un pittore, si percepivano nettamente tutte le cromie pucciniane, esempio ne è stato l’intermezzo – all’inizio del terzo atto – una delle pagine più belle scritte in musica, oggi eseguito in maniera ineccepibile.

Il Coro del Teatro, preparato dalla direttrice Gea Garatti Ansini, possiamo definirlo senza esagerazioni, in stato di grazia. Cast vocale all’altezza della situazione iniziando dal soprano Erika Grimaldi nel ruolo del titolo, alla sua terza presenza a Bologna, ha voce rotonda, piena e morbida e lo si percepisce già dall’inizio del secondo atto “in quelle trine morbide” per poi raggiungere la perfezione assoluta nel quarto atto in “Sola… perduta…” dove è scattata la standing ovation del pubblico presente. Non è da meno il tenore Luciano Ganci che disegna un Renato Des Grieux perfetto, la sua voce è squillante, limpida, come nel primo atto in “Donna non vidi mai“. Perfettamente a suo agio nei duetti con Manon.

In forma strepitosa Lescaut del baritono Claudio Sgura e, infine, un fuori classe assoluto, Giacomo Prestia, il basso che dà la voce a Geronte di Ravoir.
Molto bravi anche tutti gli altri cantanti che hanno permesso la realizzazione di uno spettacolo di gran livello con caldissimi applausi per tutti, soprattutto per la direttrice Oksana Lyniv e i due protagonisti Erika Grimaldi e Luciano Ganci. 

Concludiamo riflettendo su come, in una giornata fredda, umida e nebbiosa, la musica del Maestro lucchese abbia riscaldato i cuori fino a farli ardere.

Dettagli

Manon Lescaut 

Dramma lirico in quattro atti
Libretto di Ruggero Leoncavallo, Domenico Oliva, Giulio Ricordi, Luigi Illica, Marco Praga, Giuseppe Giacosa e Giacomo Puccini

Musica di Giacomo Puccini


Direttrice Oksana Lyniv
Regia Leo Muscato
Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Comunale di Bologna

Personaggi e interpreti  

  • Manon Lescaut Erika Grimaldi (26, 28, 30 gennaio) /
    Lana Kos (27, 31 gennaio)
  • Lescaut Claudio Sgura (26, 28, 30 gennaio) /
    Gustavo Castillo (27, 31 gennaio)  
  • Renato Des Grieux Luciano Ganci (26, 28, 30 gennaio) /
    Roberto Aronica (27, 31 gennaio)  
  • Geronte Di Ravoir Giacomo Prestia
  • Edmondo Paolo Antognetti 
  • Il maestro di ballo Bruno Lazzaretti
  • Un musico Aloisa Aisemberg   
  • Un lampionaio Cristiano Olivieri 
  • Un comandante di marina Costantino Finucci 
  • L’oste / Un sergente degli arcieri Kwangsik Park  

Maestro del Coro Gea Garatti Ansini

Scene Federica Parolini
Costumi Silvia Aymonino
Luci Alessandro Verazzi  

Nuova produzione del Teatro Comunale di Bologna
prossime repliche oggi ore 20:00
domani ore 18:00

Didascalia immagini

alcuni scatti durante l’esecuzione di Manon Lescaut
foto © Andrea Ranzi
courtesy Fondazione Teatro Comunale di Bologna

Dove e quando

Evento:

Indirizzo: Comunale Nouveau - Piazza della Costituzione, 4 - Bologna
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Fino al: 31 Gennaio, 2024