Domani sera, ore 21:00, al Teatro della Pergola, Cristiana Capotondi ricorda il bombardamento di Firenze nel monologo scritto da Marco Bonini “La vittoria è la balia dei vinti“. Tra l’evocazione fiabesca e la ricostruzione storica, la tragedia vissuta dai fiorentini il 25 settembre 1943 il giorno in cui (è bene rammentarlo a chi è troppo impegnato e non ha tempo di rileggere la storia) la città fu colpita per la prima volta dagli Alleati con uno stormo di trentasei aerei Wellington inglesi. Anche se l’obiettivo era la stazione di Campo di Marte (da cui partivano molti convogli militari nazisti) vennero bombardate le abitazioni popolari di via Mannelli, oltre alla zona del Campo di Marte, piazza della Libertà e alcune dimore del viale Mazzini così da provocare la morte di duecentoquindci civili, centinaia di feriti e sfollati, oltre alle pesanti devastazioni.
In scena una madre in uno dei suoi compiti quotidiani più belli, mettere a letto la figlia di sei anni che le chiede, per addormentarsi, di raccontarle qualcosa di quando era piccola lei. Frugando nella memoria, la mamma recupera l’avventura della bisnonna Vittoria e di come, ottanta anni fa, aiutò due gemelli.
Nel racconto di quella notte, Nonna Vittoria è nascosta nel rifugio improvvisato nelle cantine di Palazzo Pitti dove risiede, in quanto moglie del sovraintendente ai beni culturali di Firenze, e dove non si trova ad affrontare solo l’incubo della guerra, ma anche la vertigine del tabù sociale di allattare i due gemelli della sua balia che per lo shock aveva perso il latte.
La storia di quel bombardamento di Firenze entra così nella memoria profonda della bambina, la sua memoria emotiva, quella che non si scorda mai, per tutta la vita. La guerra è uguale per tutti: siamo tutti allo stesso piano, tutti nascosti in cantina. Lì sotto una madre vale una madre, un bambino un bambino, una balia un seno pieno di latte. Sotto le bombe la Signora può servire la serva. Sotto le bombe la Vittoria è la balia dei vinti.
