Dall’aprile 2018 Firenze ha la fortuna di avere Fabio Luisi come Direttore Musicale del Maggio Musicale anche se ancora sembra non essere ben chiaro il peso culturale che il Maestro ha già iniziato a infondere. Dallo scorso 13 settembre, come primo appuntamento alla ripresa autunnale del Teatro, sono programmate a staffetta Il trovatore, Rigoletto e La traviata di Giuseppe Verdi, il testamento popolare che il “Padre della Patria” ha inconsapevolmente consegnato ai posteri.

Con tematiche differenti, ma capaci di offrire la visione unitaria rappresentando sentimenti tipicamente italiani, Francesco Micheli al quale, con il maestro Fabio Luisi, è stata affidata dal Teatro del Maggio la drammaturgia e la regia dei tre titoli, ha trovato una particolarissima, quanto innovativa, configurazione dello stare assieme. Un monumentale tricolore appare alla prima scena di ciascuna delle opere connotando l’intimistica italianità della Trilogia e l’impianto scenografico è caratterizzato da alcuni elementi che si ripetono adattati a seconda del contesto.

Il Coro – per Verdi è personaggio unanime, legante che passa, che trasmigra in Trovatore, Rigoletto e Traviata dove, in assenza di unitarietà drammaturgica, tocca  profondamente l’immaginario collettivo – unisce le emozioni, a volte contrastanti, delle passioni.

Quel Coro ci rappresenta avendo assunto, nel tempo, il simbolo del bisogno di unità culturale nato all’indomani dell’imposizione del primo re d’Italia – che si fece incoronare con il numero della sua casata – il disagio di “non appartenenza”, un vuoto sfociato nell’attuale populismo.

La lettura esalta un Verdi attualissimo che sembra esortare il Paese a guardare fuori dai propri confini, focalizzando su temi politici di ampio respiro, ma passando per i pilastri della nostra cultura e del nostro sentire.

Declinandola nell’esegesi del candore di Violetta, la focosità di Manrico e la dubbia moralità di Rigoletto, ecco Micheli che li corrisponde al bianco, al rosso e al verde del tricolore: Traviata è così tinta di bianco, il colore della camelia, ma soprattutto perché Violetta ambisce a una purezza e uno status che il pubblico facilmente le riconosce.

Il rosso predomina il Trovatore, colore del fuoco, del sangue e dell’omicidio. Ambiguità, invidia e rabbia sono spesso attribuiti al verde il colore che tratteggia Rigoletto.

Le opere, tra le più rappresentate al mondo, sono così proposte dal regista in “un unico spettacolo lungo sette ore e mezza” nonostante siano presentate singolarmente, e conservando le grandi peculiarità che contraddistinguono i tre titoli, anche se solo come unicum vanno viste e ascoltate.

Diversamente, i tre allestimenti non convenzionali, fanno storcere il naso a chi ignora il concetto evolutivo dell’opera nel terzo millennio o, forse, per non voler comprendere il profilo della proposta di porsi al centro del sentimento di appartenenza.

In un Paese in perenne campagna elettorale – dove è ormai smarrito il senso di legalità, soggiogato dalla corruzione, dall’assenza di ideali e di meritocrazia, dove dilagano ignoranza, volgarità e arroganza – non c’è da stupirsi per la critica quando si pongono come prioritari gli ideali più alti e costituenti a cominciare dalla bandiera.

Sono trascorsi oltre due secoli dalla pubblicazione – Biblioteca italiana – dell’articolo “Sulla maniera e l’utilità delle traduzioni” e nulla è cambiato. Se la de Staël  sosteneva la necessità per lo scrittore di estendere il proprio orizzonte, oggi si continua a restare aggrappati come cozze all’idea di bellezza intesa come valore immutabile e universale.

Guai a provare a pensare, guai a provare a cambiare, guai a non presentare prodotti predigeriti e comprensibili a cervello disconnesso. Il Popolo deve essere incapace di riflessioni autonome e quindi manipolabile… “facebook docet!”.

Un plauso anche alla simbiosi di costumi e luci oltre alla scelta di avvalersi della collaborazione di alcune maestranze del territorio: nel Trovatore in scena un esercito di burattini, nel Rigoletto uno stuolo di maschere, mentre per Traviata sono state realizzate bambole a grandezza umana.

Bravissimi Orchestra e Coro. Da sottolineare la rinuncia ai grandi nomi dei cantanti per dare spazio ai giovani, già apprezzati nel panorama internazionale e, alcuni di loro, al  debutto sul palcoscenico del Maggio.

Tornando a Fabio Luisi, ha restituito la grandezza del Verdi originale azzerando scelte accattivanti, operate anche da illustrissimi direttori che, forse per ottenere consensi su larga scala, avevano letto, con il tempo cristallizzato le partiture e, in alcuni frangenti, addirittura, come se al posto dell’orchestra ci fosse una banda.

A Firenze si torna a pensare, a sperimentare, a osare, a proporre nell’ottica progressiva dei maggiori teatri lirici del vecchio continente (sempre pieni), ma con strutturata intelligenza e non con innovazioni scioccanti senza alcun fondamento. Un lavoro lungo, paziente destinato ad aumentare gli attuali consensi. Ci arriveranno – dopo i fochi – anche i maestrini e le maestrine che hanno buato lamentandosi dei catastrofismi di tagli e tempi.

Fabio Luisi guarda lontano e Orchestra e Coro del Maggio sono destinati a crescere ancora con la sua guida.
Ci attendono pagine eccezionali di quel miracolo chiamato musica.

Didasalie imagini – alcune scene di:

  1. Il tricolore che appare in apertura di ciascuna delle opere
    (un particolare anche in copertina)
  2. Rigoletto
  3. Traviata
  4. Il trovatore
  5. La traviata 
  6. Il trovatore
  7. Rigoletto
  8. Rigoletto
  9. Il trovatore
  10. Rigoletto
  11. La traviata
  12. Il trovatore
  13. La traviata
  14. Il trovatore
  15. Rigoletto
  16. La traviata 

foto © Pietro Paolini-TerraProject-Contrasto
foto © Camilla Riccò-TerraProject-Contrasto
courtesy Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino 

Trilogia popolare verdiana

Direttore Fabio Luisi
Regia Francesco Micheli
Maestro del Coro Lorenzo Fratini
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino

 

Il trovatore
Dramma in quattro atti e otto quadri
Libretto di Salvadore Cammarano e Leone Emanuele Bardare da El Trovador di Antonio García Gutiérrez
Musica di Giuseppe Verdi
Prima rappresentazione: 19 gennaio 1853 al Teatro Apollo di Roma

Nuovo allestimento

Regista collaboratore Paola Rota
Assistente regista Erika Natati
Scene Federica Parolini
Assistente scenografo Eleonora De Leo
Costumi Alessio Rosati
Assistente costumista Giulia Giannino
Light designer Daniele Naldi

Peronaggi e interpreti

Leonora Jennifer Rowley
Manrico Piero Pretti
Conte di Luna Massimo Cavalletti
Azucena Olesya Petrova
Ferrando Gabriele Sagona
Ines Alessandra Della Croce
Ruiz Gyuseok Jo
Un vecchio zingaro Nicolò Ayroldi
Un messo Luca Tamani

Figuranti speciali; Irene Barbugli, Elena Barsotti, Daniela D’Argenio, Ilaria Brandaglia, Gaia Mazzeranghi, Paolo Arcangeli, Gianni Bertoli, Fabrizio Casagrande, Cristiano Colangelo, Pierangelo Preziosa, Mauro Stagi

 

Rigoletto
Opera in tre atti
Libretto di Francesco Maria Piave tratto dal dramma Le Roi s’amuse di Victor Hugo
Musica di Giuseppe Verdi
Prima rappresentazione: 11 marzo 1851 al Teatro La Fenice di Venezia

Nuovo allestimento

Regista collaboratore Benedetto Sicca
Assistente regista Erika Natati
Scene Federica Parolini
Assistente scenografo Eleonora De Leo
Costumi Alessio Rosati
Assistente costumista Giulia Giannino
Light designer Daniele Naldi

Personaggi e interpreti

Duca di Mantova Iván Ayón Rivas
Rigoletto Yngve Søberg
Gilda Jessica Nuccio
Sparafucile Giorgio Giuseppini
Maddalena Marina Ogii
Giovanna Giada Frasconi
Il Conte Monterone Carlo Cigni/Byeong Min Gil (29)
Il Cavaliere Marullo Min Kim
Matteo Borsa Gyuseok Jo
Il Conte di Ceprano Adriano Gramigni
La Contessa di Ceprano Marta Pluda
Un usciere Vito Luciano Roberti
Un paggio Costanza Fontana

Figuranti speciali: Irene Barbugli, Elena Barsotti, Daniela D’Argenio, Ilaria Brandaglia, Gaia Mazzeranghi, Paolo Arcangeli, Gianni Bertoli, Fabrizio Casagrande, Cristiano Colangelo, Pierangelo Preziosa, Mauro Stagi

 

La traviata
Opera in tre atti
Libretto di Francesco Maria Piave, dal dramma La dame aux camélias, di Alexandre Dumas figlio
Musica di Giuseppe Verdi
Prima rappresentazione: 6 marzo 1853 al Teatro La Fenice di Venezia

Nuovo allestimento

Regista collaboratore Valentino Villa
Assistente regista Erika Natati
Scene Federica Parolini
Assistente scenografo Eleonora De Leo
Costumi Alessio Rosati
Assistente costumista Giulia Giannino
Light designer Daniele Naldi

Personaggi e interpreti

Violetta Valéry Zuzana Marková
Alfredo Germont Matteo Lippi
Giorgio Germont Giuseppe Altomare
Flora Bervoix Ana Victoria Pitts
Annina Marta Pluda
Gastone Gregory Bonfatti/Claudio Zazzaro
Barone Douphol Dielli Hoxha
Marchese d’Obigny Min Kim
Dottor Grenvil Adriano Gramigni
Giuseppe Luca Tamani/Fabrizio Falli
Un domestico Nicolò Ayroldi/Nicola Lisanti
Commissionario Antonio Montesi/Giovanni Mazzei

Figuranti speciali: Irene Barbugli, Elena Barsotti, Daniela D’Argenio, Ilaria Brandaglia, Gaia Mazzeranghi, Paolo Arcangeli, Gianni Bertoli, Fabrizio Casagrande,
Cristiano Colangelo, Pierangelo Preziosa, Mauro Stagi

Ultime due repliche:
oggi ore 15.30 Rigoletto
domani ore 15.30 La traviata

Dove e quando

  • Fino al: – 30 September, 2018