A Modena per assistere a La Gioconda un titolo abbastanza inusuale, poco rappresentato in Italia e quindi opera sconosciuta al grande pubblico anche se il ballabile “la danza delle ore” è universalmente nota per il film musicale di animazione Fantasia. Fra l’altro, quello di Amilcare Ponchielli, è l’unico brano di un compositore italiano utilizzato e l’unico estratto d’opera, sia nella pellicola del 1940, che nella successiva Fantasia 2000. Certamente la produzione Walt Disney ha contribuito alla scoperta del musicista per molte generazioni. 

Melodramma in quattro atti su libretto di Tobia Gorrio (Arrigo Boito), del quale ricorre quest’anno il centenario della morte, fu tratto dal dramma di Victor Hugo Angélo, tyran de Padoue la cui ambientazione viene trasferita nella Venezia del diciassettesimo Secolo. In scena per la prima volta al Teatro alla Scala l’otto aprile 1876, rappresenta il maggiore successo di Ponchielli e uno dei titoli italiani più popolari negli anni fra l’Aida (1871) e l’Otello (1887) di Giuseppe Verdi. Il modello, per la spettacolarità dell’impianto drammatico, l’importanza dell’ambientazione storica, i colpi di scena e la presenza del ballo, si basa sulla grand-opéra francese e di grande opera si tratta essendoci tutto: trama, colpi di scena, balletti, cori e parti molto impegnative per i protagonisti.

Una scelta molto coraggiosa, quindi, la decisione di metterla in scena in un nuovo allestimento in coproduzione con Fondazione Teatri di Piacenza (dove l’opera è andata in scena con successo lo scorso 16 marzo) e Fondazione I Teatri di Reggio Emilia. Il pubblico di melomani, e non, l’attendeva da anni e anche il teatro di Modena era esaurito in ogni ordine di posto.

La regia è affidata a Federico Bertolani che ambienta l’opera riflessa nella laguna e l’acqua, sin dall’inizio, è il tema centrale che, via via la vicenda si dipana, invaderà lo spazio scenico – realizzato da Andrea Belli con le luci di Fiammetta Baldiserri – diffondendo colore fino al divampare dell’incendio sulla nave di Enzo Grimaldo e, con i personaggi nei costumi di Valeria Donata Bettella, il colore rosso diviene protagonista.

Bertolani spiega come il filo conduttore di quest’intricata vicenda sia Gioconda “o meglio la trasformazione che il suo animo vive in relazione agli eventi che velocemente danno vita alla trama. Se Gioconda all’inizio dell’opera ci appare come una donna tranquilla, fiera, senza paure, dopo la cocente delusione amorosa perde ogni riferimento, alterna momenti di estrema lucidità a altri di follia, fino alla decisione finale di immolarsi come vittima catartica per l’amore di colui che l’ha tradita.”
I personaggi si muovono con grande gestualità e, con unità di voci, creano una particolare atmosfera. Alla fine, sembra impossibile siano trascorse quasi quattro ore.

La direzione è affidata a una bacchetta esperta, Daniele Callegari, conoscitore  del grande repertorio operistico che guida l’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna in un crescendo con momenti bellissimi. In scena il Coro del Teatro Municipale di Piacenza – preparato da Corrado Casati – le voci Bianche del Coro Farnesiano di Piacenza e la Compagnia Artemis Danza diretta da Monica Casadei.

Un cast di eccellenza per in un’opera difficile con duetti, terzetti e parti a solo decisamente impervie. Gioconda è il soprano Saioa Hernández (già applaudita a Modena ne La Wally della scorsa stagione) con un bellissimo timbro e un elegante fraseggio, ha offerto una prestazione da manuale nel quarto atto in “Suicidio” oltre a scenicamente perfetta.

La sua rivale in amore, Laura Adorno, interpretata dal mezzosoprano Anna Maria Chiuri, è stata elegantissima sia vocalmente che scenicamente.
Alvise Badoero, il basso Giacomo Prestia, offre una bellissima interpretazione con elegante fraseggio. Grande attesa per Francesco Meli, al debutto nel ruolo ha fatto suo Enzo Grimaldo. Da sottolineare il terzetto finale del quarto atto con le voci che si fondevano in un tutt’uno.

La Cieca di Agostina Smimmero, giovane mezzosoprano, personalmente una rivelazione, per quel timbro scuro, ma bellissimo ed eccellente fraseggio. Il cattivo Barnaba è stato affidato baritono Sebastian Catana che ha offerto una grande performance in un ruolo tanto complesso.
Bravi e, alla fine dello spettacolo, una valanga di applausi che non finivano più.

Dettagli

Didascalie immagini: alcuni momenti de
La Gioconda firmata Federico Bertolani
foto © Rolando Paolo Guerzoni
courtesy Fondazione Teatro Comunale di Modena 
 

LA GIOCONDA
di Amilcare Ponchielli
Melodramma in quattro atti di Tobia Gorrio (Arrigo Boito)
dal dramma Angelo, tyran de Padoue di Victor Hugo

Personaggi e interpreti
La Gioconda Saioa Hernández
Enzo Grimaldo Francesco Meli
Barnaba Sebastian Catana
Laura Adorno Anna Maria Chiuri
Alvise Badoéro Giacomo Prestia
La Cieca Agostina Smimmero
Zuàne Graziano Dallavalle
Un Cantore Nicolò Donini
Isèpo Lorenzo Izzo
Un Pilota/Barnabotto Simone Tansini

Direttore Daniele Callegari
Regia Federico Bertolani
Scene Andrea Belli
Costumi Valeria Donata Bettella
Luci Fiammetta Baldiserri

Orchestra Regionale dell'Emilia-Romagna
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
Maestro del coro Corrado Casati
Voci Bianche del Coro Farnesiano di Piacenza
Maestro del coro Mario Pigazzini
Compagnia Artemis Danza / Monica Casadei
Coreografie Monica Casadei

Nuovo allestimento
Coproduzione Fondazione Teatri di Piacenza
Fondazione Teatro  Comunale di Modena
Fondazione I Teatri di Reggio Emilia

Teatro comunale Luciano Pavarotti
venerdì 23 marzo 2018
domenica 25 marzo 2018