Il teatro dell’Opera Giocosa di Savona mette in cartellone un intermezzo del periodo barocco, La furba e lo sciocco, di Domenico Sarro che fu il primo compositore a mettere in musica un libretto di Metastasio ed iniziò così una delle più importanti collaborazioni letteratura-musica di tutti i tempi.
Si tratta dell’intermezzo buffo nell’opera “Artemisia” rappresentata la prima volta nel 1731 al teatro San Bartolomeo di Napoli. ll libretto è dell’allievo di Metastasio, Giovanni Ambrogio Migliavacca, che divenne famoso soprattutto per avere scritto il libretto dell’opera “Solimano” di Johann Adolph Hasse.
L’intermezzo inizia la sua storia alla fine del XVII secolo, nato per alleggerire durante l’intervallo le opere serie, spesso veniva impiegato in entrambi gli intervalli delle opere che di solito erano di tre atti,. Non dimentichiamoci poi che, in quell’epoca, i teatri erano dei luoghi utilizzati per incontrare altre persone e non solo per vedere lo spettacolo quindi, la permanenza, poteva durare ore e ore.
Il genere musicale raggiunge la massima espressione nel 1733 con la “Serva padrona” di Giovanni Battista Pergolesi.
Nella storia di Sarro, come recita il titolo, madama Sofia utilizza tutte le astuzie femminili per farsi sposare dal Conte Barlacco, vicenda narrata dallo stesso Sarro, divenuto Sarri a Napoli, che racconta anche la poca simpatia verso gli Austriaci invasori, la costruzione del teatro San Carlo e l’onore di averlo inaugurato con una sua opera a discapito del Teatro San Bartolomeo, che resta nel cuore del musicista, teatro donato alla Chiesa che nel corso degli anni è diventato un rudere fatiscente dimenticato da tutti.
Sarri scherza con il flautista dell’epoca, Antonio Palella, invitandolo a suonare per allietare il pubblico presente.
I personaggi quindi sono quattro: Sofia, soprano, Linda Campanella, una timbro piacevolissimo e tecnica raffinata nonché una mimica straordinaria, ha reso un’interpretazione perfetta e facendo vivere al pubblico momenti molto esilaranti.
Barlacco, basso-baritono, Matteo Peirone, una voce importante ed una presenza scenica di rilievo, ottimo attore, strepitoso nella parte del conte canzonato.
Domenico Sarro poi Sarri è l’attore Alberto Bergamini che interpreta con grande bravura il compositore divenuto maestro di cappella regio al tempo di re Carlo di Borbone.
Antonio Palella, flautista è interpretato da uno straordinario Francesco Loi, che ha sostituito il mandolinista Carlo Aonzo, si tratta del resto del primo flauto del teatro Carlo Felice di Genova.
La regia e i testi sono dello stesso Matteo Peirone che oltre ad essere un bravo cantante ha dimostrato anche in questo ruolo il suo talento.
Le scene molto ben realizzate sono di Lorenzo Trucco. I magnifici costumi, che hanno ricordato al pubblico la “ridondanza“ del Settecento, sono di Simone Martini.
L’ottimo light designer è Gabriele Guatti.
Il direttore, il giovane talentoso Nicolò Jacopo Suppa ha diretto l’ensemble di ottimi musicisti dell’Orchestra Sinfonica di Savona in maniera impeccabile tra i quali, al cembalo, il maestro Gianluca Ascheri.
Tutto allietato dalle ballerine di ASD Pro Art Studio Danza Savona&Albenga che hanno fatto da cornice ad un spettacolo molto ricco.
Tra il pubblico una leggenda della lirica, la signora Renata Scotto, insegnante del soprano della serata.
Uno spettacolo breve ma intenso dove tutti gli artisti hanno ricreato un’epoca in cui Napoli era la meta ambita da tutti i musicisti.
Il pubblico ha accolto con lunghissimi applausi tutto il cast e complimenti al teatro per la scelta di un titolo raro, di un autore che meriterebbe maggiore considerazione per l’importanza che ha avuto nella storia della musica del Settecento.