Il teatro Dante Alighieri di Ravenna ha inaugurato la stagione 2023 con due date (13 e 15 gennaio) dell’opera “Il Tamerlano” di Antonio Vivaldi, raramente presente nei cartelloni, su libretto di Agostino Piovene ispirato da Tamerlan ou La mort de Bajazet di Jacques Pradon. La prima rappresentazione avvenne nel 1735, durante il carnevale, al Teatro Filarmonico di Verona.
Si tratta di un “pastiche” cioè di una composizione che utilizza brani da opere preesistenti, era uso comune all’epoca avvalersi di musica già conosciuta per adattarla a nuovi lavori ed anche la letteratura o la pittura ricorrevano a questo modo di fare. Così l’autore inserisce nella sua composizione arie di Giacomelli, Hasse, Broschi e Porpora.

La vicenda narrata nell’opera è ambientata in Bitinia, esattamente nella sua capitale, Prusa all’inizio del 1400: l’imperatore tartaro Tamerlano ha sconfitto il sultano turco Bajazet che rimane in vita solo per il grande e sconfinato amore che ha per la figlia Asteria, anche lei prigioniera nel palazzo del sultano. Proprio per lei sacrificherà la sua vita affinché abbia un futuro migliore.
Il cast stellare vede nel ruolo del titolo il controtenore Filippo Mineccia, grande interprete, sicurezza nel canto, voce magnifica e grande padronanza della tecnica, sublime nell’aria “In si torbida procella”; nel ruolo danzato Kyda Pozza.

Bajazet è il baritono Bruno Taddia che ha interpretato la perfetta incarnazione del padre disperato e la fierezza di un sultano che combatte per la sua patria e la sua famiglia. Voce calda e potente, aria “Dov’è la figlia”; nel ruolo danzato Davide Angelozzi.

Asteria è il contralto Delphine Galou, un’ottima presenza scenica, ha reso benissimo il personaggio attanagliato da sentimenti contrastanti, voce e tecnica raffinate che la confermano una cantante di grande esperienza nell’aria: “Amare un’alma ingrata”; nel ruolo danzato: Elda Bartolacci.

Andronico è il giovane controtenore Federico Fiorio, bravissimo, dotato di una voce eccezionale, ha cantato con disinvolta abilità superando senza problemi momenti di canto molto complessi grazie ad una tecnica perfetta utilizzata con estrema capacità; nel ruolo danzato: Graziana Marzia.
Irene è il soprano Marie Lys, è stata semplicemente magnifica nel suo ruolo, cantando con sicurezza arie di somma difficoltà come “Qual guerriero in campo armato”; nel ruolo danzato: Alessandra Ruggeri.
Idapse è il mezzosoprano Giuseppina Bridelli, molto convincente nel suo personaggio, ha cantato con abilità utilizzando in maniera ineccepibile la sua bella voce in “Anche il mar par che sommerga”; nel ruolo danzato: Sara Ariotti.

La regia, le scene e i costumi sono affidati a Stefano Monti, che è riuscito a creare un’atmosfera in perfetta armonia con i personaggi armonizzando momenti altamente drammatici ad un lieto fine.
Le coreografie molto impegnative sono di Marisa Ragazzo e Omid Ighani che hanno formato dei ballerini magnifici, in scena per tutta l’opera, creando una stupefacente immagine di fusione tra corpo fisico e corpo energetico dei vari personaggi. La Da Cru Dance Company si esibisce in contesti di importanza internazionale. Le luci che hanno contribuito in maniera perfetta alla realizzazione dello spettacolo sono di Eva Bruno; i video in 3D che hanno dato maggior risalto alla vicenda sono di Cristina Ducci.
La pittura su tela di Rinaldo Rinaledi e Maria Grazia Cervetti, con le illustrazioni di Lamberto Azzariti e le sculture di Vincenzo Balena, hanno arricchito la parte visiva.

Il Direttore al clavicembalo è Ottavio Dantone, grande esperto di barocco, che ha diretto con la solita sicurezza l’Ensemble Accademia Bizantina, che ha eseguito con la perfezione che appartiene a questi straordinari musicisti.
Uno spettacolo di notevole bellezza, coinvolgente per la vicenda narrata e resa mirabilmente da una compagnia di cantanti e ballerini straordinari, che hanno letteralmente rapito il pubblico, che ha accolto con una cascata di applausi tutti gli artisti che per ringraziare hanno cantato di nuovo la parte finale dell’opera, con la partecipazione canora anche del maestro.