Arte e Arti

Mittelfest offre, ogni anno, spunti di riflessione provenienti dal centro Europa con spettacoli diversamente godibili se non nel paese di origine come per la prima italiana de “Il Processo ovvero la dolente storia di Josef K.“, spettacolo sloveno che nel 2013 ha ottenuto sia il Premio per la miglior regia, assegnato al regista Matija Solce, al Pierrot festival di Stara Zagora in Bulgaria, sia il Grand Prix per le migliori prestazioni complessive della Biennale slovena delle marionette a Maribor.

Una ulteriore dimostrazione che, con le buone idee, bastano sessanta minuti per catturare il pubblico e se, ancora oggi si mettono in scena spettacoli di quasi quattro ore, è solo perché le riduzioni teatrali sono sempre più irraggiungibili anche per alcuni famosi registi.

 ‘Il Processo ovvero la dolente storia di Josef K.” è un musical-puppet senza tempo ambientato in un’atmosfera buia, mistica e con la trama incessante per i repentini cambiamenti delle sequenze e la dinamicità dei protagonisti. Miha Bezeljak e Miha Arh sono bravissimi nella precisa sincronizzazione delle acrobazie verbali, fisiche e visive e la platea, seduta ai due lati della scena, si ritrova nel ruolo di Josef K.

Il mondo di Franz Kafka (Praga, 3 luglio 1883 – Kierling, 3 giugno 1924) si squaderna davanti agli occhi dell’attentissimo spettatore, seduto ai due lati della scena, sollecitato proprio a immedesimarsi nel protagonista accusato – vittima ed eroe del celebre racconto – e deve mettercela tutta per districarsi, quasi fosse un acrobata, nel labirinto dei ritmi e dei generi che si alternano.

Humour nero dei burattini, poesia del teatro di figura, cabaret improvvisato in un gioco senza pietà che pone il pubblico in situazioni senza speranza facendo conoscere il funzionamento sociale, ma anche il mondo intimo di alcune delle persone care a Joseph K.
In Der Prozess, scritto da Kafka tra il 1914 e il 1917, Josef K. è un giovane procuratore di banca di Praga che vive in una stanza affittatagli la signora Grubach.

Proprio al risveglio del suo trentesimo compleanno, mentre sta per lamentarsi della mancata colazione, bussano alla porta bussano due sconosciuti e lo informano di un mandato di arresto a suo carico per il quale dovrà svolgersi un processo senza riuscire a coprendere quale sia l’imputazione.
I due emissari aggiungono che può andare al lavoro, ma dovrà presentarsi alle udienze per difendersi e discolparsi comunicandogli l’indirizzo del “processo”.

Il manoscritto dell’opera, giunse nel 1920 nelle mani di Max Brod, amico di Kafka, che vi eseguì alcune piccole modifiche: capitoli frammentari, che avrebbero dovuto trovare la loro collocazione prima del capitolo conclusivo, vennero da lui separati dal romanzo e, contrariamente alla volontà dell’autore, che desiderava che l’opera fosse bruciata dopo la sua morte, pubblicò il romanzo nel 1925.