A Bergamo per l’ultima recita de Il castello di Kenilworth, prima delle tre opere che Gaetano Donizetti dedica ad Elisabetta I d’Inghilterra, un titolo, considerato “mitico” dagli appassionati nella nuova revisione sull’autografo a cura di Giovanni Schiavotti.
Il Festival Doninzetti – concentrato intorno al dies natalis del 29 novembre – è divenuto una gemma da non perdere proprio per le rarità proposte che coinvolgono in prima linea anche la sezione scientifica della Fondazione Donizetti diretta da Paolo Fabbri. Oltre alle due opere andate in scena, tra gli altri eventi, segnaliamo il concerto della belcantista per eccellenza, il soprano Mariella Devia, che lo scorso 23 novembre, in un teatro esaurito, ha regalato al pubblico una serata memorabile dedicata alle “Regine Tudor”.
Il castello di Kenilworth venne scritta da Donizetti su un libretto di Andrea Leone Tottola, che rideclinava in termini operistici un romanzo di Walter Scott, Kenilworth (1821), attraverso varie mediazioni che, in una certa misura, allontanavano quel libretto dalla fonte letteraria inglese, La prima era Leicester ou le Château de Kenilworth di Scribe e Auber (1823), e costituiva il precedente teatral-musicale, la seconda, una commedia di Gaetano Barbieri (1824), dalla quale Tottola ricavò anche il titolo in lingua italiana. Da entrambe, il libretto di Tottola creò il finale lieto, con il perdono accordato dalla regina Elisabetta all’amato Leicester che aveva sposato in segreto la giovane Amelia (mentre, nel romanzo di Scott, Amy muore per mano del crudele Warney).
La prima rappresentazione avvenne al Teatro San Carlo di Napoli il 6 luglio 1829 in occasione dei festeggiamenti per il compleanno della regina Maria Isabella di Borbone e quanto ascoltato è proprio quella versione (la compagnia di cantanti contrappone, ai due soprani, due tenori) e non quella proposta, sempre a Bergamo, nel 1989 dove la parte del secondo tenore diventa per baritono.
Nella Napoli dei primi anni trenta dell’Ottocento, capitale indiscussa della musica operistica europea, l’impresario più importante, Domenico Barbaja, era in cerca di un successore di Gioacchino Rossini che tanto aveva dato, ma che nel 1822 aveva lasciato la città. Gaetano Donizetti era poco più che trentenne, ma l’impresario credette in lui. Durante la sua permanenza al San Carlo il Maestro produrrà ben diciassette opere tra cui la conosciutissima Lucia di Lammermoor.
Il castello di Kenilworth, oltre all’avvio delle opere di soggetto inglese, è anche la prima a contrapporre due ruoli femminili, altra costante nelle opere inglesi donizettiane. Questi tratti anticipatori evidenziano il ruolo che Il Castello di Kenilworth ebbe nel traghettamento del teatro donizettiano dal dramma di impronta classicista al dramma romantico, e la definitiva liquidazione del modello rossiniano, che ancora qui mantiene una sua impronta.
Si segnala come, il cantiere aperto sulla nuova edizione del titolo, consenta altresì di cogliere modi e tempi di questo passaggio.
Per questa ultima messa in scena, la regista Maria Pilar Pérez Aspa sceglie il minimalismo con il palcoscenico vuoto e una pedana centrale dove si muovono personaggi e Coro. Con l’ausilio di poche cose si punta a focalizzare i personaggi. Il conte Leicester è in ansia per l’arrivo di Elisabetta: è il favorito della regina, ma ha già sposato Amelia di cui è innamorato. I problemi aumentano quando, in attesa che la regina riparta, il Conte ordina al fidato Lambourne di nasconderla. Lo scudiero Warney rinchiude Amelia cercando sedurla, ma viene respinto e allora giura di vendicarsi. Alla fine la Regina, per gestire il potere, rinuncia all’amore.
Supportano bene lo spettacolo luci e il lighting design di Fiammetta Baldisseri, le scene di Angelo Sala e, con un particolare plauso, i costumi storici dell’epoca di Ursula Patzak.
La parte musicale dell’opera è stata affidata all’esperta bacchetta di Riccardo Frizza che conosce molto bene il repertorio donizettiano e l’Orchestra lo segue alla perfezione. Tra l’altro, al rientro in sala dopo l’intervallo, il Maestro è stato accolto dal pubblico con grandissimi applausi. Molto bene anche il Coro diretto da Fabio Tartari.
Regina indiscussa della serata il soprano Jessica Pratt – reduce da una bellissima performance a Venezia in Semiramide – che incarna il ruolo di Elisabetta alla perfezione anche scenicamente. Da belcantista offre momenti sublimi lungo tutto il corso dell’opera, i sovracuti sono la perfezione assoluta e la sua voce è solida e ferma. Un crescendo che culmina con la cabaletta finale nel terzo atto.
Splendida prestazione anche scenica dell’altra soprano, Carmela Remigio, nei panni Amelia. Eccellente nel duetto con Elisabetta del secondo atto, il meglio lo riserva nell’aria del terzo atto “Par che mi dica ancora” accompagnata dall’arpa e dall’armonica a bicchieri (una scrittura ben più complicata di quella che poi sentiremo in Lucia di Lammermoor).
La parte di Leicester è affidata al giovane tenore Francesco Brito che si presenta affrontando l’impervia aria iniziale con voce e presenza (nella seconda recita il ruolo è stato sostenuto da Xabier Anduaga giovanissimo tenore rivelazione in Ricciardo e Zoraide al Rossini Opera Festival 2018).
Il tenore Stefan Pop – il malvagissimo Warney – ormai lanciato verso una carriera luminosa sostiene il personaggio sia vocalmente che scenicamente.
Nel cast, molto bravi il basso Dario Russo (Lambourne) e il soprano Federica Vitali (Fanny).
Alla fine dello spettacolo applausi per tutti e autentiche ovazioni all’uscita dei cantanti e del direttore. Sembrava quasi tangibile il desiderio che l’opera non dovesse finire.
Appuntamento al Festival Donizzetti del 2019 alla scoperta di rarità del musicista bergamasco ancora da scoprire.
Didascalie immagini
alcune scene de “Il castello di Kenilworth”
al Festival Donizetti 2018
foto © 2018 Rota
courtesy Fondazione Teatro Donizetti
IL CASTELLO DI KENILWORTH
Melodramma di Andrea Leone Tottola
Musica di Gaetano Donizetti
Prima rappresentazione:
Napoli, Teatro San Carlo, 6 luglio 1829
Revisione sull’autografo a cura di Giovanni Schiavotti
© Fondazione Teatro Donizetti
Personaggi e interpreti
- Elisabetta Jessica Pratt
- Amelia Carmela Remigio
- Leicester XabierAnduaga (24 novembre – 2 dicembre) / Francisco Brito (30 novembre)
- Warney Stefan Pop
- Lambourne Lorenzo Barbieri
- Fanny Federica Vitali
Direttore Riccardo Frizza
Regia Maria Pilar Pérez Aspa
Scene Angelo Sala
Costumi Ursula Patzak
Lighting design Fiammetta Baldiserri
Assistente alla regia Federico Bertolani
Assistente ai costumi Nika Campisi
Maestro del coro Fabio Tartari
Orchestra Donizetti Opera
Coro Donizetti Opera
Nuovo allestimento e produzione Fondazione Donizetti
in scena 24, 30 novembre e 2 dicembre 2018
Teatro Sociale Bergamo