I giganti della montagna è l’ultimo dei miti teatrali e Pirandello ne iniziò la stesura tra la fine del 1930 e l’inizio dell’anno successivo. Il primo atto, con il titolo “I fantasmi”, fu pubblicato nel dicembre del ’31 sulla Nuova Antologia, mentre il secondo apparve, nel novembre del ’34, sulla rivista Quadrante. Pirandello non riuscì a scriver per esteso il terzo atto che fu tracciato schematicamente, su indicazione del padre morente, dal figlio Stefano e la prima rappresentazione avvenne 5 giugno 1937 nel Giardino di Boboli dal Complesso artistico diretto da Renato Simoni e con, interpreti principali, Andreina Pagnani e Memo Benassi. 
Gabriele Lavia, dopo Sei personaggi in cerca d’autore e L’uomo dal fiore in bocca… e non solo, conclude con I Giganti la sua personale trilogia sul conflitto tra apparenza e verità, realtà e rappresentazione, individuo e mondo, sottolineando: «Pirandello vive con I giganti della montagna il suo grande momento espressionista. Si tratta di un espressionismo onirico, fantastico, visionario. Alcuni attori si sono ridotti a essere quasi degli straccioni per seguire Ilse Paulsen, l’attrice moglie del Conte, che chiamano la Contessa. Vanno in giro come pezzenti a recitare la Favola del figlio cambiato, copione scritto per la Contessa da un certo autore, innamorato di lei, e morto per la disperazione di non essere corrisposto.

È l’incubo della Compagnia. La donna, infatti, per espiare la colpa di quel suicidio, si ostina a voler recitare la Favola, che ovunque ha grande insuccesso. Il mondo non capisce più la poesia. Cotrone dà rifugio alla Compagnia alla villa La Scalogna: l’arte non può abitare in mezzo agli uomini, ma solo tra loro Scalognati. Gli artisti riescono a vivere unicamente fuori dal mondo.
»
Il testamento artistico di Luigi Pirandello, punto più alto e sintesi della sua poetica, per Lavia diviene un inno onirico e surreale al teatro e, seppur attraversato ogni momento dall’incombere della morte, è pervaso dalla certezza laica di come la poesia non possa morire per mano di alcun apparato e prosegue: «I Giganti sono gli uomini del fare, mentre il teatro è fatto dagli uomini dell’essere. Luigi Pirandello l’aveva capito molto bene. Perciò, ho voluto come scenografia un teatro distrutto. Distrutto perché ci vogliono costruire degli uffici per organizzare un teatro che non c’è, è morto, ucciso proprio dagli uffici. I Giganti è un testo profetico, di cui l’autore non scrisse mai il III e ultimo atto, perché non fece in tempo.»

I giganti della montagna è una produzione della Fondazione Teatro della Toscana, in coproduzione con il Teatro Stabile di Torino, il Teatro Biondo di Palermo. La scena di Alessandro Camera, i costumi di Andrea Viotti (Premio Le Maschere del Teatro Italino 2019), le musiche di Antonio Di Pofi, le luci di Michelangelo Vitullo, le maschere di Elena Bianchini, le coreografie di Adriana Borriello. Un cast imponente con più di venti attori, mimi, danzatori, musicisti per la storia del mago al cospetto del mistero “dell’Oltre” che diviene una folle, poetica sarabanda ambientata in un tempo e luogo indefiniti, tra favola e realtà. Ancora il regista – e interprete il ruolo di Cotrone – del suo personaggio aggiunge: «Vive nel fallimento, nella caduta del mondo, ai margini della vita e ai confini del sogno. Si è rifugiato o emarginato nella propria illusione che il teatro, cioè la poesia originaria, possa essere il luogo assoluto, fuori da ogni contaminazione. E lontano dai Giganti, dalle “forze brute”, da uomini che mettono paura soltanto a sentirli passare al galoppo. Nella mia vita ho visto molte edizioni dei Giganti della montagna: Cotrone era sempre cupo, malinconico, triste. Secondo me, invece, è allegro e incazzato. Perché è disperato

Abbandonando ogni convinzione su come Pirandello si è espresso con I Giganti, sulla tormentata relazione con Marta Abba e le ricadute sul personaggio di Ilse, sulla portata e la dirompente attualità del pensiero del Maestro per lasciarsi invece travolgere, e coinvolgere, dai “Giganti di Lavia”, dalla forza della spietata critica al teatro e, al tempo stesso, al messaggio di speranza di Cotrone. Narrata attraverso la “favola nuova” e i fantocci viventi capaci di individuarsi nel caos del mondo che non c’è, quella speranza – palesata degli attori che restano sul palco a provare – in un teatro che, nonostante tutto, va avanti alimentato dalla linfa di giovani che continuano a crederci.

Didascalie immagini de I giganti della montagna

  1. Gabriele Lavia con “Gli Scalognati”
    foto © Tommaso Le Pera
  2. Gabriele Lavia con “Gli Scalognati”
    foto © Tommaso Le Pera
  3. Gabriele Lavia in scena 
    foto © Tommaso Le Pera

In copertina
Gabriele Lavia con “Gli Scalognati”
foto © Tommaso Le Pera

 

I giganti della montagna
di Luigi Pirandello

la Compagnia della Contessa

  • Federica Di Martino
  • Clemente Pernarella
  • Giovanna Guida
  • Mauro Mandolini
  • Lorenzo Terenzi
  • Gianni De Lellis
  • Federico Le Pera
  • Luca Massaro

Cotrone detto il Mago Gabriele Lavia

gli Scalognati

  • Nellina Laganà
  • Ludovica Apollonj Ghetti
  • Michele Demaria
  • Simone Toni
  • Marìka Pugliatti
  • Beatrice Ceccherini

i Fantocci
(personaggi della Favola del figlio cambiato)

  • Luca Pedron
  • Laura Pinato
  • Francesco Grossi
  • Davide Diamanti
  • Debora Rita Iannotta
  • Sara Pallini
  • Roberta Catanese
  • Eleonora Tiberia

scene Alessandro Camera
costumi Andrea Viotti
musiche Antonio Di Pofi
luci Michelangelo Vitullo
maschere Elena Bianchini
coreografie Adriana Borriello
assistenti alla regia Bruno Maurizio Prestigio, Lorenzo Volpe – iNuovi

regia Gabriele Lavia
produzione Fondazione Teatro della Toscana
in coproduzione con Teatro Stabile di Torino, Teatro Biondo di Palermo

Dopo Firenze la tourneè 2019/20 proseguirà a
Viterbo Teatro dell’Unione 9 – 10/11/2019
Torino Teatro Carignano 13/11 – 1/12/2019
Palermo Teatro Biondo 6 – 15/12/2019
Rieti Teatro Flavio Vespasiano 21 – 22/12/2019
Bologna Teatro Arena del Sole 9 – 12/1/2020
Napoli Teatro Mercadante 15 – 26/1/2020
Messina Teatro Vittorio Emanuele 1 – 5/2/2020
Catania Teatro Massimo Bellini 8 – 12/2/2020

Dove e quando

Evento: Teatro della Pergola – via della Pergola – Firenze
  • Fino al: – 03 November, 2019