Al Teatro Carlo Felice è stato scelto il Trespolo tutore per inaugurare la prima parte della Stagione d’Opera 2020/2021, un titolo definibile sconosciuto in quanto l’unica rappresentazione cittadina risale al 31 gennaio 1679 al Teatro del Falcone di via Balbi.
Composto da Alessandro Stradella, con un libretto decisamente audace per l’epoca, è uno dei primi capolavori nel campo dell’opera buffa, testimonianza dell’alto livello raggiunto dalla civiltà musicale della Genova barocca.

Stradella, tra i maestri del Seicento musicale italiano, nella città della Lanterna fu protagonista della vita culturale e mondana e vi morì assassinato il 25 febbraio 1682. Un testo divertente, quanto profondo e toccante, che merita un doveroso plauso al coraggio di rimetterlo in scena – dopo  ben trecentoquarantuno anni – per la prima volta in Italia in epoca moderna.
La parte musicale è stata affidata a un’esperto della musica di Alessandro Stradella, il maestro Andrea De Carlo a cui si deve la creazione del Festival  Internazionale Alessandro Stradella nel 2013 (di cui è stato direttore fino al 2016. Dal 2017, invece, è direttore del Festival Barocco Alessandro Stradella a Viterbo e Nepi).

Il M° Andrea De Carlo ha sottolineato: “Alessandro Stradella è uno dei compositori più originali e sorprendenti di sempre e un grande operista. Le sue opere, richiestissime, costavano tre volte quelle dei suoi contemporanei. Il Trespolo tutore, la sua unica opera buffa, è un vero capolavoro. Esempio mirabile di commedia dell’arte nell’opera, alterna momenti divertentissimi ad altri tragici e commoventi. Composta sul geniale libretto di Giovanni Cosimo Villifranchi, la musica ci trasporta con ritmo incalzante tra mille equivoci e colpi di scena attraverso moderni panorami sonori che fanno presagire il romanticismo e oltre.”

La regia, che posticipa gli eventi alla Belle Époque, è firmata da Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi, le scene di Leila Fteita, costumi di Nicoletta Ceccolini e le luci di Luciano Novelli. Suggestiva la scalinata sul palco che rimandava al teatro del Falcone.
Fin dalle prime note, seguito da una ridotta Orchestra del Teatro Carlo Felice – che ha suonato anche strumenti musicali dell’epoca – siamo stati coinvolti da momenti  musicali  bellissimi anche per la perfetta sintonia  con i  cantanti  che sono dei veri specialisti  del barocco.

Il personaggio Trespolo (basso) affidato a Marco Bussi molto bravo e già apprezzaro a Firenze nel 2017 in Elisir d’amore.
Artemisia
(soprano) di Raffaella Milanesi (bella la sua performance in Empio Punito a Pisa) si è ripetuta sia vocalmente che scenicamente.
Indubbiamente la parte che ha svettato su tutti è stata quella di Nino (controtenore) oramai più che una promessa, a Carlo Vistoli sono affidate le arie più belle e impervie di tutta la partitura. 

La parte di Simona – affidata nel ruolo di en travesti (tenore) Juan Sancho – meriterebbe una lunga trattazione con riferimenti anche all’identica scelta di Antonio  Cesti nella Dori e Alessandro Melani nell’Empio Punito. In estrema sintesi, la scelta di affidare al tenore la parte possiamo dire che ha prodotto un risultato al di sopra delle aspettative, per l’abilità di Juan  Sancho nella creazione del personaggio.

Ciro (soprano) di Silvia Frigato brava come la Despina (soprano) di Paola Valentina Molinari.
Alla fine grandi applausi per tutti con la consapevolezza e il ringraziamento al Teatro Carlo Felice per questa gemma rara del nostro patrimonio musicale che tutto il mondo ci invidia.

Didascaie immagini
alcuni scatti durante il Trespolo Tutore
foto © Marcello Orselli
courtesy Fondazione Teatro Carlo Felice

 

la recensione si riferisce allo spettacolo di
giovedì 1° ottobre 2020