Con traduzione e regia di Jacopo Gassmann, dopo un’anteprima milanese lo scorso luglio, in cartellone “Disgraced” di Ayad Akhtar (classe 1970), autore statunitense di origini pakistane vincitore del Joseph Jefferson Award nel 2012 – come miglior nuovo testo – del Premio Pulitzer 2013 per il Teatro e dell’Obie Award 2013 per la Drammaturgia.
Al Teatro della Tosse di Genova, Hossein Taheri, Francesco Villano, Lisa Galantini, Saba Anglana e Lorenzo De Moor sono i protagonisti di uno dei maggiori successi degli ultimi anni, forse il testo più complesso di Akhtar, sicuramente un cult internazionale che esplora temi come la libertà di parola, la correttezza politica, gli scontri interculturali, l’arrivismo e il bisogno di sentirsi integrati.
In questa coproduzione fra il teatro ligure e Teatro di Roma-Teatro Nazionale, la realtà attuale in una moderna tragedia greca, ambientata nella Manhattan post 2001, ricca, colta e liberale tra le pieghe di una società segnata dalle discriminazioni e da un crescente razzismo nella difficile – quanto inevitabile – convivenza fra le diverse identità etniche con aperture e inevitabili ipocrisie e pregiudizi.
Di libertà di parola, correttezza politica, arrivismo e bisogno di sentirsi integrati si nutrono i personaggi il cui protagonista è Amir, avvocato finanziario, intimamente combattuto dall’essere nato in una famiglia musulmana, ma cresciuto, e formato, negli Stati Uniti. Fra l’altro, la scalata al successo, lo sta progressivamente allontanando dalle radici. Con la moglie Emily, una sofisticata pittrice newyorchese impegnata in una una ricerca su temi islamici, vivono in una sorta bolla alto-borghese fin quando non invitano a cena il noto curatore d’arte Isaac con la moglie Jory. Il regista, spiega come il testo “di chiara matrice americana, soprattutto nella misura in cui ognuno dei personaggi, a suo modo, sente fortemente sia il desiderio che la pressione di doversi allineare a un certo modo di essere dettato dalle narrazioni dominanti, che spesso costringono le minoranze ad interiorizzare un senso di oppressione: “la doppia coscienza”, come diceva Du Bois, “questa particolare sensazione di guardarsi sempre attraverso gli occhi degli altri”.
Ed è all’interno di questo orizzonte, così fortemente esacerbato in seguito agli eventi dell’11 Settembre, che l’autore esplora quanto profonde possano essere le contraddizioni e le difficoltà di rappresentazione di sé per chi proviene da altri retaggi culturali e sta oggi cercando una sua identità nel nuovo paese d’adozione, come Amir Kapoor, moderna figura shakespeariana. E’ l’autore stesso a fornirci un viatico al testo:“Vedo l’esperienza Americana come un qualcosa che è definito dal paradigma di rottura e rinnovamento, tipico del migrante: la rottura con il vecchio mondo, le vecchie abitudini, e il rinnovamento del sé in un luminoso ma difficile Nuovo Mondo… Noi celebriamo il rinnovamento ma non riusciamo ad elaborare la rottura. Questo fallimento indica la grande solitudine della vita americana.”
In uno scacchiere politico in perenne mutazione, sempre più soggetto a cicliche eruzioni di rabbia e irrazionalità, le identità conflittuali denotano quanto forte sia il disorientamento e quanto fragile possa essere la natura della tolleranza.
L’aspetto più intimistico del testo è forse proprio la capacità dell’autore di porsi in ascolto di ciascuno dei suoi personaggi in epoca marcatamente segnata dall’io che parla, che si descrive, che si racconta. Ayad Akhtar, invece, avvicinandoli a noi nelle loro imperfezioni e vulnerabilità, nelle loro paure e contraddizioni, ci pone nella condizione di comprenderli pur permanendo differenze ideologiche, differenze che sembrano mettere in scacco sia il loro che il nostro punto di vista.
Segnalo inoltre un’eccellente operazione culturale (da promuovere e incoraggiare). Infatti, fino al 29 ottobre, al Teatro Carignano di Torino è in scena lo stesso testo nella tradurzione di Monica Capuani, diretto dal regista austriaco Martin Kušej, nell’interpretazione dei premi Ubu Paolo Pierobon e Fausto Russo Alesi, insieme ad Anna Della Rosa e Astrid Meloni in un’altra produzione del Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale.
Con il “Progetto Disgraced” il possessore del biglietto di uno spettacolo, può assistere all’altro al prezzo ridotto di dieci euro per un confronto costruttivo per un lavoro che non può sottrarsi a certi pregiudizi e che, come sottolineato dalla critica,“tuttora segretamente persistono anche nelle cerchie culturali più progressiste”.
Dettagli
Didascalie immagini
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Uno scatto di "Disgraced" in scena a Genova
credito fotografico © Laila Pozzo
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Hossein Taheri in scena a Genova
credito fotografico © Laila Pozzo
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Uno scatto di "Disgraced" in scena a Genova
credito fotografico © Laila Pozzo
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Una scena di "Disgraced" in scena a Torino
credito fotografico © Teatro Stabile di Torino –Teatro Nazionale
credito fotografico © Laila Pozzo
credito fotografico © Laila Pozzo
credito fotografico © Laila Pozzo
credito fotografico © Teatro Stabile di Torino –Teatro Nazionale
IN COPERTINA
particolare di uno scatto di "Disgraced" in scena a Genova
credito fotografico © Laila Pozzo
Disgraced
di Ayad Akhtar
Gonova - Teatro della Tosse
- traduzione e regia di Jacopo Gassmann
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con Hossein Taheri, Francesco Villano, Lisa Galantini,
Saba Anglana, Lorenzo De Moor - luci Gianni Staropoli
- video Alfredo Costa
- scene Nicolas Bovey
- costumi Daniela De Blasio
- assistente alla regia Mario Scandale
- assistente scenografa Nathalie Deana
- Coproduzione: Fondazione Luzzati, Teatro della Tosse di Genova e Teatro di Roma–Teatro Nazionale
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prossime repliche
- questa sera ore 20:30
- domenica 15 ore 18:30
- martedì 17 ore 20:30
- mercoledì 18 ore 20:30
- giovedì 19 ore 19:30
- venerdì 20 ore 20:30
La tournée proseguirà a Roma al Teatro India
dal 6 al 18 marzo 2018
Torino - Teatro Carignano
- traduzione di Monica Capuani
- regia Martin Kušej
- con Paolo Pierobon, Anna Della Rosa, Fausto Russo Alesi, Astrid Meloni, Elia Tapognani
- scene Annette Murschetz
- costumi Heide Kastler
- musiche Michael Gumpinger
- luci Fabrizio Bono, Daniele Colombatto
- assistente alla drammaturgia Milena Massalongo
- assistente alla regia Karla Traun
- Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
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prossime repliche
- questa sera ore 19.30
- domenica 15 ore 15.30
- martedì 17 ore 19.30
- mercoledì 18 ore 20.45
- giovedì 19 ore 19.30
- venerdì 20 ore 20.45
- sabato 21 ore 19.30
- domenica 22 ore 15.30
- martedì 24 ore 19.30
- mercoledì 25 ore 20.45
- giovedì 26 ore 19.30
- venerdì 27 ore 20.45
- sabato 28 ore 19.30
- domenica 29 ore 15.30