La terza opera in cartellone a Innsbruck nel 48° Festival di Musica Antica è stata “Didone, regina di Cartagine” di Christoph Graupner.
Il compositore e clavicembalista tedesco la scrisse, su libretto di Heinrich Hinsch, e la prima andò in scena ad Amburgo al Teatro dell’Opera nel 1707.
Quello di Didone innamorata di Enea è un argomento di grande interesse messo in musica da numerosi compositori del periodo barocco, di molte nazionalità diverse.
Tutte con un finale tragico tranne quelle degli autori Italiani, dove in questo periodo si era propensi ad un lieto fine.
Anche Graupner propone una versione tragica della vicenda.
L’importanza di questo spettacolo è data anche dal fatto che si tratta di una prima produzione scenica, da oltre duecento anni a questa parte.
Il cast è stato all’altezza nell’approcciare la complessità dell’opera, tutti hanno dimostrato ottime capacita vocali affrontando con apparente facilità le numerose difficoltà del canto; riuscendo a passare con disinvoltura dalle arie in lingua tedesca a quelle in italiano, che si sono avvicendate numerose in tutto il lavoro.
La regia di Deda Christina Colonna, un importante nome nel mondo dello spettacolo essendo lei stessa ballerina, attrice e coreografa con importanti esperienze nel curriculum, è stata raffinata e coinvolgente, i bellissimi costumi di Domenico Franchi che ha curato anche le scene sono stati un importante accrescimento visivo, abbellito anche dall’ottimo utilizzo delle luci di Cesare Agoni.
La straordinaria direzione del maestro Andrea Marcon, specialista di questo repertorio, è stata elegantemente impeccabile.
Ha diretto l’Orchestra La Cetra di Basilea, di cui è il direttore dal 2009 e la sintonia è stata evidente.
Ottimo il Coro Novo Canto che ha cantato benissimo.
Un esemplare lavoro di equipe che ha dato un ottimo risultato.
Una musica straordinaria e raffinata per uno spettacolo della durata di circa tre ore, in un teatro sold out nella replica del 25 agosto.
Accoglienza estremamente calorosa con applausi a cascata e dieci minuti di chiamata per tutti gli artisti.
Una produzione che meriterebbe molte repliche in tutta Europa, anche per divulgare la musica di un compositore un po’ dimenticato che è degno invece di grande considerazione.