“Opera Nouveau”, della nuova stagione lirica del Teatro Comunale di Bologna, che ha avuto inizio sabato 28 gennaio al Teatro EuropAuditorium con un inedito allestimento dell’opera romantica in tre atti di Richard Wagner Der fliegende Holländer (L’olandese volante) conosciuta anche col nome Il vascello fantasma.
E’ stata un’inaugurazione densa di significato in quanto il titolo è legato a doppio filo con la storia del Comunale, che l’ha accolto per la prima rappresentazione in Italia il 14 novembre 1877 – nella traduzione di Alberto Giovannini, con Marino Mancinelli sul podio – e alla carriera della sua Direttrice musicale, Oksana Lyniv, che l’ha diretto per il suo debutto al Festival di Bayreuth nel 2021.

Tornata nel capoluogo emiliano a dieci anni dall’ultima messinscena, avvenuta nel 2013 in Sala Bibiena in occasione del bicentenario della nascita del compositore e delle celebrazioni dei duecentocinquant’anni dalla fondazione del Teatro Comunale, prosegue il progetto di rappresentare le cinque opere del genio lipsiano, che ebbero la loro prima italiana a Bologna, iniziato nel 2020 con Tristan und Isolde e proseguito nel 2022 con Lohengrin.
La recensione si riferisce alla seconda recita, quella della domenica (delle quattro previste dove si sono alternate due compagnie di cantanti), negli spazi dell’EuropAuditorium. Prima dell’inizio, nel foyer, si è tenuta la presentazione a cura del Sovrintendente  del teatro felsineo, Fulvio Macciardi, che ha spiegato l’opera e le tante difficoltà per metterla in scena all’auditorium che ha enormi limiti per le produzioni operistiche, problematiche felicemente aggirate dal team del regista Paul Curran utilizzando video tridimensionali e poco altro in scena. Un risultato più che soddisfacente premiato dal pubblico presente alla prima.
Inoltre si è  parlato del futuro del teatro che traslocherà, dalla prossima opera (Madama Butterfly) fino al 2026, al Comunale Nouveau il nuovo spazio a Bologna Fiere.

In Der fliegende Holländer (ripresa dalla leggenda folkloristica nordeuropea) un padre promette in sposa la figlia, già fidanzata con un tenore, a uno straniero ricchissimo. Vi starete chiedendo se si tratta di una commedia posto che La cambiale di matrimonio di Gioacchino Rossini inizia proprio così. Però, questa di Wagner, si ricollega al filone leggendario e sovrannaturale caro a Weber e Marschner. Infatti, lo straniero (l’Olandese), per aver sfidato i limiti umani nel tentativo di doppiare il Capo di Buona Speranza (proprio dove l’Islandese di Giacomo Leopardi interroga la Natura) è condannato a navigare in eterno con la sua ciurma fantasma finché una donna fedele non lo amerà.
E’ il tema dell’amore incondizionato come unico mezzo di redenzione e la bella Senta, che conosce la leggenda, ne è affascinata al punto di dimenticare il fidanzato per salvare l’Olandese a qualsiasi costo. A Dresda, il 2 gennaio nel 1843, dirigendo la prima, Wagner segna una svolta nella propria carriera e realizza quella che considererà la sua prima opera “canonica” ammessa al festival di Bayreuth iniziando così a prendere le distanze dall’opera convenzionale. In Der fliegende Holländer sono pressoché abolite le forme chiuse e la melodia procede quasi senza interruzioni. Compaiono i primi Leitmotiv (melodie associate a personaggi, oggetti o concetti astratti) tutti introdotti nell’ouverture.
Al riguardo, Oksana Lyniv ha sottolineato: «Sconfitto o redento, questo è il nodo centrale dell’opera ed è anche il dilemma che deve affrontare ogni artista almeno una volta nella sua vita, compreso il trentaduenne Wagner. Arrivato a Parigi con grandi speranze con gli schizzi della sua nuova opera Der fliegende Holländer, nel momento del suo grande fallimento, quando il teatro parigino la rifiutò cinicamente, il compositore non si diede per vinto e decise per dispetto di completare la partitura, generando così quel Wagner rivoluzionario e visionario che cambiò drasticamente la storia del melodramma. Si tratta, dunque, per me di uno dei capolavori che più nettamente hanno segnato l’intero repertorio operistico».

Come detto, la nuova produzione è firmata da Paul Curran, che ritorna dopo il successo di Ariadne auf Naxos di Strauss della scorsa stagione. Il regista scozzese sottolinea come «nel portare in scena Der fliegende Hollӓnder un regista contemporaneo deve affrontare molteplici sfide. Non solo l’apparizione di fantasmi e di una nave fantasma, ma ancor più importante lo sviluppo della storia di una donna giovane e fortemente indipendente come Senta, che è molto diversa dalla maggior parte delle eroine delle opere o dei drammi del suo tempo».

Inoltre, riflettendo sulla caratterizzazione del protagonista dell’opera, aggiunge: «Più affascinante da un punto di vista contemporaneo è, forse, la rappresentazione di un personaggio che cerca la redenzione non solo attraverso l’amore, ma anche attraverso un’analisi delle sue azioni e delle sue decisioni». 

Le scene e i costumi sono stati realizzati da Robert Innes Hopkins, le luci da Daniele Naldi e Driscoll Otto è il visual designer in uno spettacolo sempre in crescendo, dove il suono, anche dei singoli strumenti, è cesellato in perfetta simbiosi tra Orchestra, cantanti e due cori – quelli del TCBO e del Teatro Municipale di Piacenza – rispettivamente diretti dai maestri Gea Garatti Ansini e Corrado  Casati.
Il pubblico in silenzio è affascinato e la musica trascina in un turbinio di emozioni anche per la suggestione del mare in tempesta sempre presente.

Il cast dei solisti è  diverso da quello della prima, ma entrambe le compagnie di cantanti sono esperte voci wagneriane  che portano la musica del maestro  in tutti i teatri del mondo. Il basso Goran Jurić è Daland, una voce importante ed elegante.
La soprano Sonja Šarić disegna una Senta a tutto campo, bellissima voce che fa la differenza.
Il baritono Anton Keremidtchiev è il tenebroso Olandese che, sia scenicamente quanto vocalmente, conquista sin dall’inizio.
Il tenore Alexander Schulz canta Erik portando a casa un buon  risultato.
Molto bene il mezzosoprano Marina Ogii ( Mary) e il tenore Paolo Antognetti (Timoniere di Daland).

Alla fine dello spettacolo  grandissimi  applausi a tutti gli artisti e standing ovation per la direttrice Oksana  Lyniv veramente brava, constatando che, se per la prima volta nella storia, è stata una donna a varcare la porta del tempio wagneriano di Bayreuth, il motivo è evidente. 

Dettagli

Der fliegende Holländer
opera romantica in tre atti
Libretto e Musica di Richard Wagner

Direttrice Oksana Lyniv

Regia Paul Curran

Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Comunale di Bologna
Coro del Teatro Municipale di Piacenza

Personaggi e interpreti

  • Daland Peter Rose / Goran Jurić (29 gennaio e 1° febbraio)
  • Senta Elisabet Strid / Sonja Šarić (29 gennaio e 1° febbraio)
  • L’Olandese Thomas Johannes Mayer / Anton Keremidtchiev (29 gennaio e 1° febbraio)
  • Erik Adam Smith / Alexander Schulz (29 gennaio e 1° febbraio)
  • Mary Marina Ogii
  • Timoniere di Daland Paolo Antognetti
  • Figuranti della Scuola di Teatro di Bologna Alessandra Galante Garrone

Scene e costumi Robert Innes Hopkins
Luci Daniele Naldi
Assistente alla regia Oscar Cecchi
Visual designer Driscoll Otto

Nuovo allestimento del Teatro Comunale di Bologna
Teatro EuropAuditorium
la recensione si riferisce alla replica di domenica 29 gennaio

Didascalia immagini

alcuni scatti durante l’esecuzione
Der fliegende Holländer
foto © Andrea Ranzi
courtesy Teatro Comunale di Bolgna