Il 48° Festival di Musica Antica di Innsbruck 2024 propone nel ricchissimo programma l’opera “Cesare in Egitto” di Geminiano Giacomelli. Il compositore fu uno dei più popolari della sua epoca e l’opera in cartellone è la più celebre, delle circa diciannove che scrisse in soli sedici anni.
La prima andò in scena a Venezia nel 1735 al Teatro Grimani di San Giovanni Crisostomo su libretto di Carlo Goldoni.
La storia inizia con l’uccisione di Pompeo da parte di Achilla, capo militare di Tolomeo, fratello di Cleopatra e alleato di Cesare. Cornelia, moglie di Pompeo, vuole vendetta ma il suo tentativo fallisce.
Questo episodio dà il via a un vortice sentimentale dove odio, rivalsa, amore e perdono si tengono per mano fino ad arrivare al lieto fine.
Il ragguardevole cast di questa produzione comprende: Cesare, Arianna Venditelli, soprano, parte en travesti reso molto bene da una grande professionista ed esperta del repertorio barocco, ha cantato e recitato con sicurezza il suo importante ruolo, magnifica nelle arie “bella tel dica amore” e “a un cor forte,a un’ alma grande“.
Cleopatra, Emőke Barath, soprano, molto credibile nel ruolo della regina d’Egitto piena di sentimenti contrastanti, voce bella e sicura, superba nelle arie “fier leon di sdegno acceso“ e “spose tradite se m’ascoltate”.
Achilla, Filippo Mineccia, controtenore, voce e tecnica di grande rilievo fanno di lui un cantante straordinario, in questa produzione sono state messe in risalto anche le sue doti attoriali, coinvolgente nelle arie “alla fastosa superba Roma“ e “quell’agnellin che seco”.
Cornelia, Margherita Maria Sala, contralto, vincitrice nel 2020 del primo premio e premio del pubblico al concorso Cesti di Innsbruck ha iniziato una splendida carriera e con questo personaggio conferma la sua indiscutibile bravura nel canto e nell’interpretazione di un personaggio complesso, pieno di forti sentimenti opposti, superlativa nelle arie “tu m’ami, lo vedo” e “oppressa, tradita”.
Tolomeo, Valerio Contaldo, tenore, ottima presenza scenica e voce chiara e sicura sorretta da ottima tecnica, esperto di questo repertorio, molto coinvolgente nelle arie “questa destra che ti guida“ e “taci; non v’è più speme”.
Lepido, Federico Fiorio, sopranista, magnifico interprete dotato di voce sublime, incantevole nelle arie “a me basta la mia bella” e “vendetta mi chiede/la bella sdegnata“.
Tutti hanno dimostrato grande virtuosismo e impegno, in un’opera dove l’avvicendarsi di tante arie metteva a dura prova i cantanti per le tante difficoltà vocali da affrontare.
La regia di Leo Muscato, vincitore di numerosi premi tra cui il “Premio Abbiati” è stata molto semplice, con pochi elementi in movimento, comunque molto valida ed efficace.
Tutto arricchito dai costumi di Giovanna Fiorentini, la scenografia di Andrea Belli e le luci curate da Alessandro Verazzi.
Alla direzione e al clavicembalo il maestro Ottavio Dantone, esperto della musica barocca, ha egregiamente diretto la “sua” prestigiosa orchestra Accademia Bizantina che si è distinta per bravura e professionalità.
Un titolo raro accolto benissimo dal numeroso pubblico presente in sala la sera del 9 agosto, un’opera con musica meravigliosa piena di altrettanti magnifiche arie di grande difficoltà per i cantanti, ma di grande coinvolgimento per noi ascoltatori, che applaudiamo un altro grande nome della storia della musica italiana, degno di essere rappresentato in uno dei festival più importanti della musica antica.