Quattro date per una prima assoluta al Teatro Comunale di Bologna, l’Ariadne auf Naxos (Arianna a Nasso) di Richard Strauss, opera in un atto con un prologo su libretto di Hugo von Hofmannsthal. L’insuccesso del primo progetto datato 1912 – che faceva seguire alla commedia Il borghese gentiluomo di Molière, con musiche di scena, l’opera Ariadne auf Naxos – convinse Strauss e Hofmannsthal a rimettervi mano per una seconda versione rappresentata nel 1916 a Vienna, nella quale la pièce di Molière era stata sostituita da un prologo in musica mentre l’Ariadne aveva subito solo piccoli ritocchi.
Questa pagina è un grande esempio di metateatro: il prologo – ambientato nel Settecento – mostra i frenetici preparativi per mettere in scena un’opera seria su soggetto mitologico, Ariadne auf Naxos appunto, e una commedia buffa, per intrattenere gli ospiti di un signore benestante nella sua dimora a Vienna. Ispirata al mito dell’antica Grecia, Ariadne auf Naxos racconta di come Arianna, disperata perché abbandonata sull’isola di Nasso dall’amato Teseo, trovi infine nel dio Bacco l’amore.
Per il debutto nel teatro felsineo, la nuova produzione realizzata insieme al Teatro La Fenice di Venezia e al Teatro Massimo di Palermo, è firmata dallo scozzese Paul Curran, un’idea dello spettacolo nata a Buckingham Palace dove, anni fa, era stato incaricato di occuparsi di un Gala. Il regista spiega: «L’allestimento è abbastanza semplice: l’uomo più ricco di Vienna organizza una cena per un gruppo di vip e ingaggia due importanti compagnie teatrali per la serata; la prima con un’opera nuova e l’altra compagnia con una commedia più leggera come intrattenimento.
Questa è una situazione in cui io e molti miei colleghi ci siamo trovati in diverse occasioni. I “concerti aziendali” sono di solito di breve durata, ben pagati e molto utili per progetti futuri e su palcoscenici più prestigiosi […]. Tuttavia, sono sempre soggetti al potere del denaro o del gusto e, come vediamo in quest’opera scritta in modo superbo, raramente sono semplici o privi di problemi. Ariadne auf Naxos di Strauss e Hofmannsthal – e questa opera geniale è sicuramente un prodotto di entrambi i maestri – è uno sguardo affascinante dietro le quinte nel mondo dell’opera e del teatro che pochi hanno la possibilità di vedere nella vita reale».
È il contrasto tra l’universo dei commedianti e dell’opera seria, che ben emerge dall’epistolario tra il compositore e il librettista, ad interessare Curran ricreando questa contrapposizione nelle scene e nei costumi curati da Gary McCann: antiche e modernissime allo stesso tempo le prime, barocchi da un lato e contemporanei dall’altro – con il personaggio di Zerbinetta come icona pop in stile Ariana Grande o Katy Perry – i secondi. Le luci sono firmate da Howard Hudson.
Sul podio dell’Orchestra del Comunale affronta per la prima volta il titolo un graditissimo ritorno (nel 2020 aveva aperto con successo la stagione dirigendo il Tristano e Isotta di Wagner), Juraj Valčuha, Direttore musicale del Teatro di San Carlo di Napoli e Primo direttore ospite della Konzerthausorchester di Berlino, nominato Music Director della Houston Symphony Orchestra a partire da giugno 2022.
Fin dalla sua entrata in teatro, il Maestro è stato applaudito alla presenza in sala di spettatori arrivati a Bologna per assistere a questo spettacolo e, nel prologo, ci è stata offerta una lettura capace di rapire proprio per l’esaltazione della bellezza musicale dell’opera, eseguita da trentasei orchestrali in buca che hanno seguito il Maestro alla perfezione.
Anche dopo, nel primo atto, la direzione ha offerto un crescendo capace di esaltare i singoli strumenti rispettando, in modo ineccepibile e precisa, l’entrata dei cantanti solisti di un cast di altissimo livello non solo vocale, ma anche scenico.
Nel prologo, indubbiamente la parte più importante, è quella del Compositore interpretato da Victoria Karkacheva (mezzosoprano) che ha stupito con una voce strordinaria confidando di ascoltarla ancora in altri ruoli.
Zerbinetta interpretata da Olga Pudova (soprano) fin da subito dimostra la forza della sua voce con l’apoteosi del primo atto dove, nell’aria più famosa dell’opera, offre una lezione funambolica di canto.
Arianna (soprano) Dorothea Roschmann, una voce unica e straordinaria e una presenza da vera primadonna, nel duetto finale con il tenore ci ha fatto sognare.
Per Bacco pensiamo che Strauss si sia veramente impegnato a scrivere una parte così impervia e difficile che il tenore Daniel Kirch ha superato brillantemente.
Bravissimi tutti gli altri cantanti e, alla fine dello spettacolo, con un finale visivo e musicale in perfetta simbiosi, sono partiti applausi interminabili per tutti.
Un’opera che è un capolavoro e a breve verrà proposta al Teatro alla Scala e al Festival del Maggio Musicale Fiorentino in altri due diversi allestimenti.
Invece, il prossimo appuntamento bolognese assolutamente da non perdere è in programma il 7 e il 9 aprile, la Iolanta di Pëtr Il’ič Čajkovskij in forma di concerto della direttrice del teatro felsineo, Oksana Lyniv.