In una Torino assolata, l’appuntamento della domenica dei melomani, per assistere a “I Lombardi alla prima crociata” opera che mancava da novantadue anni dal palcoscenico del Teatro Regio.
Quella volta fu diretta dal maestro Gino Marinuzzi e il teatro era ancora il settecentesco distrutto da un incendio la notte dell’otto febbraio 1936.

Gemma della produzione giovanile verdiana che incarna lo spirito risorgimentale, e l’idea di comunità dell’Italia in divenire, narrando la storia di due fratelli, Arvino e Pagano, mossi da profondo odio, che si riappacificheranno alla fine tra processioni, preghiere, un battesimo e naturalmente una crociata per raccontare in realtà il senso della patria lontana, l’acceso fervore religioso e i profondi ideali di fratellanza che dovrebbero guidare ogni popolo.

Questa quarta opera di Giuseppe Verdi fu rappresentata al Teatro alla Scala l’undici febbraio 1843 dove ottenne un buon successo a solo un anno di distanza dal clamoroso debutto del Nabucco. Dramma lirico in quattro atti – ognuno dei quali porta un titolo – di Temistocle Solera dal poema omonimo di Tommaso Grossi. Nel 1847 in scena a Parigi in una nuova versione, in francese, intitolata Jerusalem.

La forza di questo spettacolo sono musica e canto e il trascinatore, indubbiamente, Michele Mariotti alla guida dell’Orchestra del Regio. Già vincitore del Premio Abbiati come Miglior Direttore del 2016, le sue letture dei capolavori di Bellini, Donizetti, Rossini riscuotono ovunque grande attenzione.
Dopo averlo apprezzato  “Attila “e “Due Foscari ” – dove ci ha fatto riscoprire il Verdi  degli anni cosiddetti “di galera” – quale migliore occasione per ascoltarlo nel debutto del titolo che mette in luce l’ardente genio verdiano all’inizio della traiettoria artistica durata più di mezzo secolo.

Mariotti è riuscito a coinvolgere tutte le maestranze creando una rara simbiosi e valorizzando tutti i dettagli, a volte quasi impercettibili, della partitura. Il Coro, altro punto di forza di questa produzione, sempre preciso, intenso e perfettamente preparato dal maestro Andrea Secchi, quando è arrivato “O Signore, dal tetto natio”  ha scatenato il pubblico  in una ovazione generale.

In coproduzione con l’Opera Royal de Wallonie di Liegi, la regia di Stefano Mazzonis di Pralafera rispetta testo e trama verdiana: ben strutturata, incorniciata da scene semplici e lineari che focalizzano sulla drammaturgia del primo Verdi.

Passando ai cantanti, un trionfo a tutto tondo per il soprano americano Angela Meade nel ruolo di Giselda (torna al Regio dopo il successo del Guglielmo Tell nel 2014) da noi poco conosciuta, ma all’estero canta nei maggiori teatri ed è di casa al Metropolitan Opera di New York. Tecnica solida e controllo del registro acuto come nel canto di agilità. Ben calata nel ruolo, nella cabaletta “Non fu sogno” ha dato il meglio. 
Oronte, il tenore Francesco Meli (nel ruolo lo avevo già apprezzato a Parma nel gennaio 2009), conferma come il principe di Antiochia sia un suo personaggio e in “Come poteva un angelo” arriva a una mezza voce  bellissima.

Il basso Alex Esposito (Pagano)  vocalmente perfetto è dir poco, bravo anche nell’interpretazione di un uomo in preda alla passione  amorosa che si trasforma in altro.
Bene il fratello buono Arvino del tenore Giuseppe Gipali . Le soprano Alexandra Zabala e Lavinia  Bini  – rispettivamente Sofia e Viclinda – molto brave  anche se in piccole parti con l’augurio di ascoltarle in altri ruoli più importanti perché lo meritano.
I due bassi Pirro (Antonio di Matteo) e Acciano (Giuseppe Capoferri) hanno voci interessanti e non ultimo il tenore Joshua Sanders nei panni del Priore.

Alla fine dello spettacolo grandi applausi per tutti i cantanti con ovazioni e il finimondo all’uscita  del maestro Michele  Mariotti (già dopo l’intervallo, al suo rientro, il pubblico si era fatto sentire tributandogli calorosi applausi e gridando bravooooo a testimonianza  di quanto lo apprezzi).

Concludo con la consapebolezza di aver assistito a qualcosa di veramente bello e raro.

Didascalie immagini
alcune scene de I Lombardi alla prima crociata
foto © Fondazione Teatro Regio di Torino

 

I Lombardi alla prima crociata

Dramma lirico in quattro atti
Libretto di Temistocle Solera
dall’omonimo poema di Tommaso Grossi

Musica di Giuseppe Verdi

Personaggi e Interpreti

  • Arvino, figlio di Folco, signore di Rò, tenore
    Giuseppe Gipali
    Gabriele Mangione (18, 19, 20)
  • Pagano, figlio di Folco, signore di Rò, basso-baritono
    Alex Esposito
    Marko Mimica (18, 20)
  • Viclinda, moglie di Arvino soprano
    Lavinia Bini
  • Giselda, sua figlia soprano
    Angela Meade
    Maria Billeri (18, 20)
  • Pirro, scudiero di Arvino basso
    Antonio Di Matteo
  • Priore della città di Milano tenore
    Joshua Sanders
  • Acciano, tiranno d’Antiochia basso
    Giuseppe Capoferri / Vladimir Jurlin
  • Oronte, suo figlio tenore
    Francesco Meli
    Giuseppe Gipali (18, 20)
  • Sofia, moglie del tiranno d’Antiochia,
    fatta celatamente cristiana soprano
    Alexandra Zabala

Direttore d’orchestra Michele Mariotti

Regia Stefano Mazzonis di Pralafera

Scene Jean-Guy Lecat
Costumi Fernand Ruiz
Luci Franco Marri

Maestro del coro Andrea Secchi

Orchestra e Coro del Teatro Regio

Nuovo allestimento
in coproduzione con l’Opéra Royal de Wallonie-Liège

sette recite dal 17 aprile 2018
ultima replica, oggi ore 15

Dove e quando

  • Fino al: – 28 April, 2018