L’edizione 2019 del festival estivo di Salisburgo ha avuto inizio lo scorso 20 luglio e proseguirà fino al 31 agosto per quarantatré giorni e centonovantanove spettacoli con una delle maggiori offerte musicali mondiali. In cartellone anche la ripresa – dal 8 al 18 agosto – dell’opera inaugurale l’ultimo festival di Pentecoste che ricorderemo negli anni a venire per spettacoli indimenticabili, ma la gemma più splendente è stata “Alcina” salutata, lo scorso 7 giugno, con dieci minuti di applausi e standing ovation per tutti gli artisti in un teatro Haus Fur Mozart sold out. Riuscire ad accaparrarsi un biglietto sarà una vera fortuna in quanto, anche le prossime cinque recite, sono esaurite da tempo.

Alcina (HWV34) terza opera di Georg Friedrich Händel è un dramma in musica in tre atti su libretto anonimo tratto da L’isola di Alcina di Riccardo Broschi che trae le fonti letterarie dall’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. La sua prima avvenne al Royal Opera House Coven Garden di Londra il 16 aprile 1735 e la sera della prima vi fu una parata di protagonisti del canto, tra cui la stella indiscussa dei castrati Giovanni Carestini (Ruggiero) e Anna Maria Strada (Alcina).

L’allestimento dello spettacolo di Salisburgo è affidato alla coppia Damiano Michieletto e Paolo Fantin che per la prima volta si cimentano in un’opera barocca. Sul palcoscenico si crea un interno doppio, praticamente una grande parete semitrasparente che divide i due mondi – reale e magico – dove la maga Alcina tiene prigionieri i suoi amanti. Solo la maga attraverso lo specchio può attraversare i due mondi paralleli e l’ausilio delle luci, superbamente disegnate da Alessandro Carletti, contribuiscono a portarci in un mondo fatato. L’idea registica è quella di mostrare il castello di illusioni della maga dove, in un progressivo smaterializzarsi di tutti gli elementi, tutto funziona fino all’infrangersi dello specchio ad opera di Ruggiero che pone fine ai poteri della protagonista.

Damiano Michieletto svela piano piano l’anima nera di Alcina attraverso dei flashback  temporali: dalla bambina alla vecchia privata dei poteri proprio dall’uomo che ha amato. In tali suggestioni appaiono magici anche i costumi di Agostino Cavalca, inoltre, mimi e ballerini, creano una visione straordinaria con le coreografie di Thomas Wilhelm.
Ineccepibile la parte musicale per lla direzione di Gianluca Capuano ormai di casa a Salisburgo. Mai la musica si sovrappone al canto e Les Musiciens du Prince di Monaco lo seguono ben coadiuvati dal Bachchor Salzburg.

Alcina, dell mezzosoprano Cecilia Bartoli, è la maga onnipotente che entra in scena a luci abbassate a inizio spettacolo. Perfetta nella parte della messa in scena, la sua voce è sempre piegata all’effetto scenico con una dizione e usi dell’accento a dir poco eccelsi. Il fraseggio non ha eguali e già in “Ah mio cor schernito, sei” incanta per proseguire in “Mi restano le lacrime…” per poi regalare, nel duetto con MorganaAh noi perdute...” una performance da incorniciare.
Ruggiero, il controtenore Philippe Jaroussky, eccellente, che con una voce unica e avvolgente disegna il personaggio alla perfezione e dopo “Verdi prati, selve amene...” fa scattare un applauso a scena aperta.

Il Bradamante del mezzosoprano Kristina Hammarstrom  musicalmente efficace raggiunge livelli altissimi con voce vellutata e, in “È gelosia forza è amore…“, manda in estasi il pubblico.
La sorella di Alcina, Morgana, del soprano Sandrine Piau, è dotata di una vocalità luminosa e brillante. In “Tornami a vagheggiar...” è perfetta e nel duetto con Alcina raggiunge  la perfezione.
Molto bravi anche tutti gli altri e, alla fine dello spettacolo, dopo oltre tre ore di musica il pubblico si è scatenato e non si sono contate le chiamate sul palcoscenico per tutti gli artisti.
Concludiamo ricordando che per l’ottavo anno la direzione artistica del festival è affidata a Cecilia Bartoli e che l’incarico è stato rinnovato fino al 2026 a un’artista che dà tutta se stessa senza risparmiarsi. 

Didascalie immagini nel testo e in copertina
alcune scene di “Alcina”
2019 © SF Matthias Hom

George Frideric Handel (1685-1759)
ALCINAOpera in three acts HWV 34 (1735)
Libretto by an unknown author
after Antonio Fanzaglias libretto to Riccardo Broschi’s L’isola di Alcina,
after Ludovico Ariosto’s Orlando furioso

CREATIVE TEAM
Gianluca Capuano Conductor
Damiano Michieletto Director
Paolo Fantin Sets
Agostino Cavalca Costumes
Alessandro Carletti Lighting
rocafilm Video
Thomas Wilhelm Choreography
Christian Arseni Dramaturgy

CAST
Cecilia Bartoli Alcina
Philippe Jaroussky Ruggiero
Sandrine Piau Morgana
Kristina Hammarström Bradamante
Christoph Strehl Oronte
Alastair Miles Melisso
Sheen Park (Wiener Sängerknabe) Oberto
Dance: Rouven Pabst, Hector Buenfil Palacios, Stefano De Luca, Tomaz Simatovic, Robert Söderström, Joan Aguilà Cuevas, Edward Pearce, Erick Odriozola 

ENSEMBLES
Bachchor Salzburg
Markus Obereder Chorus Master
Les Musiciens du Prince-Monaco

Dates Revival
8, 10, 13, 16, 18 August 2019

 

la recensione si riferisce al debutto al Festival di Pentecoste 

Dove e quando

  • Date : 08 August, 201918 July, 2019