Il Festival Puccini 2018 è stato inaugurato lo scorso 6 luglio con il Gala Concert di Andrea Bocelli – insieme al baritono Alberto Gazale,e l’Orchestra del Festival Puccini diretta da Carlo Bernini – nell’interpretazione della Messa di Gloria e arie d’opera. Pubblico in estasi.
“Ho iniziato ad amare Puccini prima ancora di sapere leggere e scrivere” ha dichiarato Andrea Bocelli tornato a Torre del Lago per interpretare i capolavori del Maestro proprio di fronte alla casa dove visse per trent’anni. Entrando poi nel merito della Messa, ha proseguito: “Amo particolarmente questa partitura, sorta di ibrido che mescola la severità della scrittura accademica e devozionale con modelli espressivi melodrammatici. Un lavoro in bilico tra la liturgia cristiana e le tavole di una ribalta teatrale… In nuce, all’interno di una architettura solenne e di una evidente perizia contrappuntistica, traspare la poetica del ‘Puccini che sarà’: la sua sensualità, la plasticità delle immagini che suggerisce, i chiaroscuri giocati sul contrasto dei caratteri. Puccini, poco più che ventenne, nella sua ‘Messa di Gloria’ dimostra di saper già come trattare le voci. Forse la sua inesperienza può rendere talvolta più ardui alcuni passi. La sua scrittura è complessa e presenta varie insidie. ‘Gratias agimus tibi’ è forse lo scoglio più complesso per la voce tenorile, ed è anche tra i momenti più emozionanti dell’intera composizione”
Concepita per un vasto organico, comprendente due solisti maschili (baritono e tenore), coro a quattro voci miste e grande orchestra, unica composizione per il genere sacro che esprime pienamente la straordinaria personalità composta come esercizio per il diploma all’Istituto Musicale Pacini di Lucca dove fu eseguita (Chiesa di San Paolino) per la prima volta il 12 luglio 1880. Pur ben accolta, rimase nell’oblio fino al 1952 – prima a Chicago, poi a Napoli – mentre a Torre del Lago si è trattato della seconda rappresentazione dopo quella del 1974 nell’anniversario dei cinquant’anni dalla morte del Maestro.
Il manoscritto completo della Messa non fu mai pubblicato dall’autore e solo alla fine della seconda guerra mondiale il musicologo sacerdote Fra Dante del Fiorentino, amico del Maestro, ne curò una pubblicazione con l’attuale titolo di Messa di Gloria.
Dante del Fiorentino, dopo la prima guerra mondiale fu cappellano a Torre del Lago e qui conobbe Puccini. Nel 1923 si trasferì a New York dove divenne parroco nel quartiere di Brooklyn. Durante le ricerche per scrivere una biografia del compositore lucchese, il sacerdote acquistò una vecchia copia del manoscritto della Messa dalla famiglia Vandini di Lucca credendo che fosse la partitura originale. In realtà l’originale era in possesso della famiglia di Puccini e fu data da sua nuora alla Ricordi, casa editrice del musicista. Ne scaturì una controversia legale che si risolse con la divisione dei diritti d’autore fra la Ricordi e la Mills Music, la casa editrice del manoscritto di Del Fiorentino.
La Messa comparve nella prima edizione a stampa del 1951, ma non con il titolo originale riportato sulla partitura autografa e conservata presso il Museo “Casa natale Giacomo Puccini” a Lucca.
Questa sera, data iniziale della stagione, è in scena Turandot, tra i titoli più amati dal pubblico di tutto il mondo, nella ripresa dell’allestimento che nel 2017 (salutato da consensi di pubblico e critica, poi messo in scena a Tbilisi e trasmesso in tv) che ha segnato l’esordio alla regia del giornalista, scrittore Alfonso Signorini. Le scene sono firmate da Carla Tolomeo e, nel segno della modernità anche i costumi firmati dallo stilista Fausto Puglisi (con Leila Fteita).
Il regista ha definito una fiaba questa ‘Turandot’, come voleva Puccini, evidenziando, dentro la cornice fiabesca, il consumarsi di inquietudini e drammi a tinte livide, attualissimi e senza tempo. La piccola schiava Liù, vittima sacrificale della relazione tra Calaf e Turandot nel ritratto di Signorini diventa una figura centrale dell’opera, ovvero quel raggio di sole in mezzo a tanta crudeltà. Sul podio, nella prima rappresentazione, il Mestro Alberto Veronesi, specialista della partitura e che del Festival di Torre del Lago è anche Presidente. Veronesi, spiega: “L’opera lirica e soprattutto l’opera pucciniana è protagonista negli ultimi anni di uno spettacolare ritorno di popolarità che vogliamo alimentare coinvolgendo persone che si approcciano con entusiasmo a questo progetto sul quale la Fondazione Festival Pucciniano intende continuare ad investire”
Già domani il debutto del nuovo allestimento di Tosca con maestro concertatore e direttore Pedro Halffter/Dejan Savic. La regia è affidata a Giancarlo del Monaco. Figlio d’arte del grande tenore Mario del Monaco – diretto alla prima regia, nel 1965 al Teatro Greco di Siracusa, in Samson et Dalila – ci dice: “ Ho deciso più di mezzo secolo fa di fare il regista. Sono figlio di artisti, mia madre era una cantante, il padre di mio padre era un critico musicale, la madre di mio padre era un soprano per concerti da camera – all’epoca le donne non salivano sul palcoscenico – io mi sono trovato in questo ambiente e l’ho adorato fin da bambino. Quando tutti ascoltavano Elvis Presley, io ascoltavo i grandi cantanti del passato, studiavo letteratura e mi piaceva la musica. Conosco molto bene Torre del Lago. Mio padre nel 1964, dopo un terribile incidente d’auto dove si era rotto malamente la gamba, riprese a cantare proprio a Torre del Lago nella Tosca. L’ultima recita della vita di mio padre è stata il Tabarro sempre a Torre del Lago, quindi l’ultima sua presenza sul palcoscenico, dopo quarant’anni di carriera, è stata in questo luogo. Per me Puccini è stato come Verdi, come Mozart e come Wagner. Un compositore che ha segnato la mia vita, come la vita di mio padre. Ci sono delle opere di Puccini che mio Padre ha cantato e che sono storicamente memorabili tra cui una registrazione di Tosca favolosa con la Tebaldi e George London. Mio padre ha inciso tutte le più belle opere di Puccini. Io le ho messe in scena in Germania, in Spagna, a New York dove ho debuttato al Metropolitan nel 1991 con la Fanciulla del West per poi fare lì anche la Butterfly. La Tosca è uno dei più grandi e più conosciuti capolavori della storia dell’opera. È un’opera perfetta: musicalmente e drammaturgicamente perfetta“.
Il Festival proseguirà fino al 25 agosto con intenso cartellone (clicca qui per ogni ulteriore informazione)
Didascalie immagini
- Uno scatto durante il Gala Concert di Andrea Bocelli
- Locandina del 64°Festival Puccini
- Una scena di Turandt firmata Alfonso Signorini
- Ancora una scena di Turandot
- Una scena durante le prove di Tosca
che debutterà domani, 15 luglio 2018
In copertina
Locandina del 64°Festival Puccini
Dove e quando
- Fino al: – 25 August, 2018