L’inverno proprio non voleva arrivare, in quel dicembre del 2015 a Brooklyn. E così passarono Natale e Capodanno, e i giorni successivi alle feste, finché dopo tre settimane, quando ormai nessuno ci pensava più, la natura si svegliò all’improvviso con una potenza incredibile avvolgendo New York in una morsa di freddo. In quei giorni si registrò la più violenta tempesta di neve a memoria d’uomo, capace di paralizzare l’intera città. Ed è proprio lei, la neve, la vera protagonista del nuovo libro di quella che possiamo considerare una delle più celebri autrici latino americane di sempre, Isabel Allende, cilena di nascita – e d’animo – naturalizzata statunitense, premiata nel 2014 da Barack Obama con la medaglia presidenziale della libertà.
Oltre l’inverno è un romanzo d’attualità; è una storia sulla fuga dal passato e sulla speranza, sulla politica attuale e sulle dittature, sull’immigrazione e sulle modalità con cui prendono forma le società, sulla vera identità americana, se vogliamo. Ma è anche e soprattutto un libro sulle seconde possibilità, sull’amore – la grande forza ispiratrice che bagna letteralmente tutte le opere di un’autrice che, da ben trentacinque anni, comincia a scrivere il suo nuovo libro l’8 gennaio – a metà strada tra New York, col suo traffico, le sue luci, i suoi rumori, e l’America Latina.
Dopo la neve, ecco sbucare dalla tempesta gli altri tre protagonisti, le cui vicende si annoderanno indissolubilmente dando vita al romanzo. Sono tre persone molto diverse, non solo per cittadinanza, ma per il passato che si portano dietro. E dal quale stanno fuggendo, ognuna a suo modo.
C’è Lucia Maraz, cilena fuggita dalla dittatura di Pinochet, che vive in una specie di scantinato interrato, nel piccolo quartiere di Prospect Heights a Brooklyn, insieme al suo passato – un matrimonio fallito, un fratello fatto sparire dal regime, il cancro, una figlia – e a un presente incerto, legato a un contratto come visiting professor di sei mesi presso l’Università di New York. E c’è Richard Bowmaster, proprietario di quella casa e professore universitario, un tipo silenzioso, chiuso, anche lui in fuga da un passato doloroso, la morte dei figli e della moglie. E poi c’è Evelyn Ortega, giovane emigrata illegalmente dal Guatemala, sfuggita a pericolosi criminali, che trova lavoro presso una famiglia disastrata, coinvolta in loschi traffici. Insomma, tre persone in fuga, e poi all’improvviso un incidente, una richiesta d’aiuto, il ritrovamento di un cadavere. E la storia assume le tinte di un thriller imprevedibile.
E mentre la bufera continua a sbuffare senza sosta sulle piazze, lungo le strade, sulle facciate dei palazzi, per cominciare lentamente a dirigersi verso l’oceano, le vite di Lucia, Richard ed Evelyn si uniscono in una storia avvincente. Interessante è anche l’aneddoto che la stessa Allende racconta nelle pagine finali, sulla genesi del libro. L’8 gennaio si faceva sempre più vicino e lei non aveva ancora in testa niente di definitivo per scrivere il romanzo, e lo disse alle persone che quella mattina erano con lei a prendere il caffè! Fu così che ognuno cominciò a dire la sua, le idee cominciarono a volare, e parola dopo parola prese corpo lo scheletro della storia che sarebbe diventata Oltre l’inverno.
Dettagli
Didascalie immagini
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Isabel Allende. (fonte)
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La copertina del libro
IN COPERTINA:
L’autrice e la copertina del libro (fonte)
Titolo: Oltre l’inverno
Autore: Isabel Allende
Editore: Feltrinelli
Titolo originale: In the Midst of Winter
Traduttori: E. Liverani
Collana: I narratori
Anno edizione: 2017
Pagine: 297