Cosa sarebbe accaduto se…’, da molti anni la storiografia si interroga su come sarebbe stato il presente se determinati fatti storici non avessero mai avuto luogo. Perché un evento improvviso – come una morte, una tempesta o un semplice ritardo – spesso ha segnato la storia degli uomini. È una specie di gioco, certo, cui hanno ceduto anche importanti studiosi; e tra i volumi più celebri del what if possiamo ricordare La storia fatta con i sé, curato da Robert Cowley, storico militare. Ma cosa può succedere se a questo gioco di realtà parallele cominciano a partecipare anche i personaggi della narrativa?
È così che è nato Nel ventre della balena, l’ultimo libro di Edward Carey, pubblicato in Italia da La nave di Teseo. Un romanzo – in realtà tante storie complementari – che nascono da una semplice domanda: cosa sarebbe avvenuto se Geppetto e Pinocchio non si fossero mai incontrati nella pancia della balena? Sì, parliamo proprio di Pinocchio, uno dei romanzi più famosi e letti di tutti i tempi. Geppetto ha provato in tutti i modi a trovare suo figlio, per terra e mare, questo già lo sappiamo. Finché una balena – che poi una balena non è, ma un enorme pescecane… – se lo mangia. E il povero Geppetto rimane solo, al buio, a fare i conti con i fantasmi del passato e gli strani rumori intestinali di quel mostro. Da quel momento, senza più speranza di uscire a riveder le stelle, il falegname comincia a ripensare alla sua condizione, di padre e uomo, alle persone che gli sono state vicine, e gli oggetti di uso quotidiano che trova in un vecchio relitto abbandonato nel ventre della balena – e mangiato da quel mostro chissà quanto tempo fa – diventano delle fantastiche chiavi per abbandonare il presente e immergersi in tante storie inventate.
È interessante la forza narrativa di Carey – narratore, illustratore e drammaturgo – che rilegge e trasforma un personaggio secondario come Geppetto, regalandogli la dignità di un vero protagonista; riuscendo al contempo a mantenere integre la sua allegria, la sua dolcezza, la sua forza di volontà, che sono tutte quelle caratteristiche che hanno reso Geppetto simpatico a intere generazioni. E interessante è anche il modo in cui è nato il libro quando l’autore, ospite dell’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze, è andato a visitare il Parco di Collodi; Carey infatti fin da ragazzo ha avuto una passione per le avvenutre del burattino toscano e ha collezionato tantissime edizioni del libro. Decide quindi di realizzare una mostra: quarantadue opere, tra acquerelli, dipinti e sculture, esponendo gli oggetti che hanno fatto compagnia a Geppetto durante la sua permanenza nel ventre della balena, come l’osso di balena su cui dipinge un cielo e che diventa una finestra da cui guardare il mondo. E nell’oscurità dell’allestimento – che è appunto il ventre del mostro – escono fuori i personaggi più importanti della storia, il gatto e la volpe, Lucignolo e la Fata turchina. Ma su tutti spunta lui, Geppetto, che diventa anche il protagonista del libro – in uscita adesso, a qualche mese di distanza dalla mostra – e il motivo ce lo spiega proprio Carey: ‘Geppetto è un artista, un inventore. È talmente povero da non potersi permettere un fuoco e ne ha dipinto uno sulla parete’, ma la sua più grande creazione resta il figlio, il burattino Pinocchio. E allora, si chiede ancora Carey, cosa può avere inventato il falegname per passare il tempo, con la sua immaginazione, quando è stato costretto a rimanere per due anni nel ventre di quel mostro? La risposta sta proprio nelle pagine di questo libro…

Didascalie immagini

  1. Edward Carey (fonte)
  2. La copertina del libro

IN COPERTINA:
Particolate della copertina del libro

Titolo: Nel ventre della balena
Autore: Edward Carey
Editore: La nave di Teseo
Collana: Le onde
Traduzione: Elena Malanga
Anno edizione: 2018
Pagine: 273