Alzi la mano chi, almeno una volta nella sua vita, non si è ritrovato in piena notte con gli occhi sgranati a fissare il soffitto, disteso sul suo letto, senza riuscire a dormire. E più ci provava, più il sonno si allontanava. Ggg 02E alzi la mano chi, costretto in quella situazione, non si è messo ad ascoltare il silenzio che lo circondava, un silenzio assoluto e assordante, mentre lo sguardo seguiva i perimetri delle ombre che si stagliavano lungo i muri della camera. E per finire alzi la mano chi, infastidito da un raggio di luna che andava a posarsi proprio sul suo cuscino, non si è alzato dal letto, ha attraversato la stanza in punta di piedi fino alla finestra, attento a non fare rumore, ha scostato appena le tende e intanto ha lanciato una sbirciatina verso l’esterno, così, tanto per dare un’occhiata alla città quand’è immersa nell’ora delle ombre, quel momento magico a metà della notte quando tutti – piccoli e grandi – dormono profondamente e le creature oscure possono uscire dai loro nascondigli e prendere possesso di strade e piazze.
Ebbene, questo è ciò che fece quella notte Sofia, una bambina che viveva nell’orfanotrofio di Londra. Solo che poi se ne pentì moltissimo, perché là sotto, in strada, vide qualcosa di nero e grande e magrissimo e oscuro e con le orecchie a sventola che risaliva la strada. Era il Grande Gigante Gentile, che la prese e se la portò via, anche se, per fortuna di Sofia, il GGG era vegetariano e a differenza degli altri giganti che adoravano la carne umana, soprattutto di bimbo – come l’Inghiotticiccia, il Crocchia-ossa o il Tritabimbo, per fare qualche nome – preferiva mangiarsi i cetrionzoli. È questo l’inizio di uno dei classici della letteratura per ragazzi, il GGG, nato nel 1982 dalla penna di Roald Dahl e in arrivo tra pochi giorni sul grande schermo, con la regia di Steven Spielberg, uno dei registi più amati dai ragazzi (di oggi e di ieri), la produzione della Disney Pictures e il volto di Mark Rylance, che dopo Il ponte delle spie (2015) dimostra tutto il suo talento anche in performance capture.
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Al di là di alcune scelte stilistiche o d’effetto – come la paura dei giganti per l’acqua e l’abbandono finale sull’isola, invece che nella profondissima buca – la pellicola ripercorre piuttosto fedelmente le pagine del libro, ricostruendo una delle storie d’amicizia più tenere della letteratura per bambini, quella fra una bambina sola al mondo e un gigante – anche lui, malgrado la stazza, solo al mondo – che ogni notte soffia con la sua tromba magica i bei sogni nella mente delle persone addormentate. Certo, il loro incontro non è dei migliori, la povera Sofia viene strappata dal suo letto e trascinata via a forza come se fosse un fazzoletto da naso, stretta nella mano possente del GGG, lungo pianure e montagne, fino alla terra dei giganti. Ben presto però anche lei rimarrà colpita dal grande cuore del Gigante, un essere che lotta contro la volgarità e la brutalità animalesca. Questo è ciò di cui ci parla Dahl nel suo libro, di un Gigante buono che è un po’ anche il suo alter ego – del resto lo scrittore di origini norvegesi era proprio un gigante, come ci racconta nella sua spassosissima autobiografia Boy! – una persona che, in un mondo di violenza in cui tutti cercano di schiacciare gli altri senza pietà, risponde comportandosi con gentilezza, una persona che crede nei sogni – ne ha una collezione completa in casa, sono quelli che di notte soffia nelle orecchie dei bambini addormentati – convinto che proprio i sogni e la forza dell’immaginazione siano le armi per combattere le barbarie che la vita ci propone tutti i giorni.
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Il GGG non ha paura, e anche Sofia lentamente smette di averne. Perché loro – così diversi eppure così simili – hanno una missione importante da compiere, devono fermare anche a costo della propria vita quella forza oscura e disumana che vuole divorare le persone, piccole e grandi, schiacciandole senza pietà. Sono i giganti efferati e grossolani di Dahl, che nel nostro mondo – non in quello favolistico del libro e del film – hanno imparato a vivere ben nascosti dietro maschere di gente comune, per non farsi riconoscere e muoversi indisturbati anche in pieno giorno. Nella storia saranno la timida Sofia e il Grande Gigante Gentile a spuntarla, a mettere un bavaglio alla brutalità di quei giganti mangiabimbi, arrivando a coinvolgere addirittura la regina d’Inghilterra. E nel nostro mondo, ci viene da dire, chi ci penserà?
Per ora non ci rimane altro che andare al cinema a gustarci il nuovo film di Spielberg che, dopo l’esperimento di Tintin (2011), torna a utilizzare al meglio le nuove tecnologie digitali; prendersi una confezione gigante di popcorn, scegliersi un buon posto in prima fila e farsi trascinare da una storia meravigliosa – è anche Natale, meglio di così! Un istante, però, non ho finito. Sì perché dopo, alla fine del film, una volta tornati a casa, potremmo prendere dalla libreria quel vecchio libro dalla copertina un po’ sciupata, il GGG appunto, certo più sbiadita rispetto ai colori digitali disneyani, ma che a distanza di così tanti anni riesce a mantenere ancora tutto il suo fascino grazie alle illustrazioni di Quentin Blake – ah, scusate, volevo dire sir Quentin Blake… meglio stare attenti a certi particolari, visto che in questa storia c’è anche la regina d’Inghilterra!

Dettagli

Titolo: GGG
Autore: Roald Dahl
Illustratore: Quentin Blake
Titolo originale: The BFG
Traduzione: Donatella Ziliotto
Editore: Salani Editore
Collana: Istrici Dahl
Nuova edizione: 2016
Pagine: 215

Trailer del film (ing)

Roal Dahl (fonte) La copertina del libro nella nuova edizione della Salani Un fotogramma del film GGG di Spielberg (fonte) Roald Dahl insieme al GGG e a Sofia, in un’illustrazione di Quentin Blake (fonte)