Che l’insulto non fosse una prerogativa dell’uomo contemporaneo, o un’invenzione della televisione, già lo sapevamo. Ma che nelle fonti greche e latine ci fossero così tanti esempi di vituperi e insulti, questa è proprio una sorpresa. In realtà bisogna dire che Come insultavano gli antichi. Dire le parolacce in greco e in latino, appena uscito in libreria nella nuova edizione a cura di Neleo Di Scepsi, non è una celebrazione dell’arte dell’insulto ma una divertente e curiosa raccolta di citazioni tratte da autori celebri della letteratura, del teatro e della filosofia greca e romana: da Aristofane (che fu un vero e proprio inventore di parole oscene) a Giovenale, dai Cinici (che perfezionarono invettive e affinarono termini per attaccare gli avversari) fino al divertente Plauto, addirittura a Cicerone, che si lascia andare a termini poco amichevoli, che vanno dal falsificatore all’avvelenatore fino al depravato (che insomma, per uno come Marco Tullio Cicerone, è tanta roba!).
Aprendo e sfogliando questo piccolo libro, non ci troviamo di fronte ad abili costruzioni retoriche. Questo perché nel mondo antico l’insulto non era considerato un’arma retorica e ironica per schernire l’avversario e far ridere un uditorio – un po’ come fa invece il Cyrano de Bergerac quando si prende gioco dei potenti – né era un modo per vincere in maniera brillante un dibattito, tutt’altro! Nell’antichità, e questo soprattutto nella Grecia classica, l’insulto è uno strumento per aggredire l’altro senza pietà, per colpirlo nell’animo e ridurlo al silenzio, in poche parole: per distruggerlo.

È per questo motivo che gli insulti che ritroviamo in questa raccolta – che ha il pregio di presentare il testo originale a fronte – non sono né elaborati né sofisticati, come un lettore si aspetterebbe dagli autori classici – soprattutto dopo averne tradotto con fatica elucubrazioni filosofiche e somme orazioni politiche – ma ci appaiono come sfoghi improvvisi, espressioni d’impeto che distruggono per qualche istante le regole civili delle poleis, prima, e dell’urbe, dopo. Insomma, sfogliando queste pagine ci accorgiamo con simpatia che anche loro non erano sempre modelli di virtù, ma semplici uomini (qualche volta…).

Didascalie immagini

  1. La copertina del libro
  2. Busto di Cicerone, conservato presso i Musei Capitolini. (fonte)

IN COPERTINA:
Le maschere del teatro antico, Musei Capitolini. (fonte)

Titolo: Come insultavano gli antichi. Dire le parolacce in greco e in latino
Curatore: Neleo Di Scepsi
Editore: Il Nuovo Melangolo
Collana: Nugae
Anno edizione: 2018
Pagine: 120