Chi è lui? Si chiama Ludovic, è alto un metro e novantacinque e pesa duecento chili, non a caso è un ex giocatore di rugby. Figlio di contadini del sud della Francia, dai modi rustici e sgarbati, non conosce a fondo le buone maniere, ma per il suo lavoro non ne ha bisogno. Si occupa di recupero crediti porta a porta, e sa bene che nel suo mestiere non c’è spazio per la comprensione né per la pietà; anzi, non c’è spazio per nessun sentimento. E lui segue queste poche regole alla perfezione. Insomma, è un tipo che è meglio non incontrare sul proprio cammino. Eppure, quando la sera rientra in casa e si chiude la porta alle spalle, la sua espressione muta. Ludovic è solo: tre anni prima, la sua compagna Mathilde è morta a causa di una malattia, mentre sua madre vive a centinaia di chilometri di distanza. Così Ludovic passa le giornate insieme alla sua solitudine, seduto sulla poltrona, con lo sguardo fuori dalla finestra.
E lei? Si chiama Aurore, è una donna raffinata e minuta, lavora nel mondo della moda con successo. Ha un marito americano, che fa l’imprenditore, e due bambini. Insomma, una famiglia perfetta agli occhi degli altri. E una vita totalmente opposta a Ludovic. Anche Aurore, però, ha la sua faccia oscura della luna. Ultimamente le cose non vanno un granché bene, lei sente che a lavoro qualcosa sta bollendo in pentola, ha qualche cattivo presentimento, e del resto non c’è da stupirsi nell’ambiente in cui vive. La famiglia “perfetta” però, il marito e i figli, non la sostengono, non l’ascoltano.
Cosa manca adesso? Ah, il luogo naturalmente. È un cortile, è lì che Ludovic e Aurore vivono, uno di fronte all’altra, ed è lì che le loro due vite si sfiorano e poi si incontrano. La causa sono due corvi, di cui Aurore ha paura; quando Ludovic riuscirà a sbarazzarsene, lei lo bacerà – gratitudine? Solitudine? Amore a prima vista? – e comincerà a scoprire ciò che gli altri non sanno, cosa si nasconde dietro il burbero gigante Ludovic.
È così che ha inizio la loro storia, in modo banale e inaspettato, come nascono tante storie d’amore. Una relazione clandestina, nella quale Ludovic sentirà dopo tanto tempo il cuore scaldarsi e Aurore troverà per la prima volta una spalla, una persona comprensiva cui appoggiarsi, cui raccontare i propri dubbi, le proprie speranze. Ma sarà anche un rapporto di amore e passione, di desiderio, d’infedeltà, finché il loro incontro darà vita a una serie di eventi inaspettati che li condurranno verso l’ignoto.
Affidati a me è l’ultima opera tradotta in Italia – dalle Edizioni E/O – di Serge Joncour, autore molto noto in patria anche per i programmi radiofonici e le sue sceneggiature cinematografiche; impossibile non ricordare lo script firmato a quattro mani con Gilles Paquet-Brenner per lo straordinario Le chiavi di Sara.
Affidati a me – che ha vinto il premio Interallié ed è stato scelto come il miglior romanzo francese del 2016 dalla rivista “Lire” – è una storia malinconica e divertente, che ha il pregio di scorrere via, pagina dopo pagina, ma soprattutto di raccontarci in maniera straordinaria un luogo come Parigi, dov’è impossibile non innamorarsi.
Didascalie immagini
- Serge Joncour (fonte)
- La copertina del libro
IN COPERTINA:
Particolare della copertina del libro.
Titolo: Affidati a me
Autore: Serge Joncour
Editore: Edizioni E/O
Collana: Dal Mondo
Titolo originale: Repose-toi sur moi
Traduzione: Alberto Bracci Testasecca
Anno edizione: 2018
Pagine: 336