Il Papa è Pio II – (Enea Silvio Piccolomini (1405-1464) – della nobile famiglia Piccolomini di Siena, personalità di rilievo nella storia della Chiesa, ma ricordato ed ammirato anche per la sua cultura, per l’amore per il bello, l’arte e per le buone cose semplici e genuine della tavola. Tra i suoi cibi preferiti c’era proprio il pecorino di cui era esperto conoscitore, tanto da ricercarne il migliore tra quelli prodotti dai suoi pastori della zona, per marchiarlo col suo aristocratico sigillo pontificio, farlo stagionare, e poi, gustarselo a Roma, con i suoi ospiti cardinalizi, consapevole di offrire loro qualcosa di raro, squisito, unico.
Pinturicchio incoronazione papa ii
Questo “cacio” (non formaggio!) quello pecorino delle crete senesi che diventarono oro nella pittura del’300, dal suo sapore che sa del latte appena munto della pecora che ha brucato erba rugiadosa e profumata come l’Artemisia Absinthium, dalle foglie argentate, che danno quel saporino stuzzicante, appetitoso, caratteristico, gli ricordava le colline della sua Val d’Orcia, dove aveva realizzato il suo sogno di bellezza.
Qui aveva costruito la sua città che, con una bolla papale, dal suo nome, chiamò Pienza. Un ideale di perfezione di architettura e vita, che grazie al genio di Bernardo Rossellino, lo faceva sentire vicino al cielo, vicino a Dio. I suoi “commentarii”, di facile lettura per chi mastica un po di latino, ci raccontano l’avventura della sua vita che da diplomatico brillante e  giramondo, a fido segretario di cardinali, fino, a sorpresa, essere chiamato al soglio pontificio il 3 settembre 1458. Ma ci sono pagine interamente dedicate alla sua campagna, alle crete, che rivelano l’attaccamento per la sua terra ed anche sincera nostalgia.
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Ecco come descrive il luogo dove era nato (Cap. 20, libro II):” Situm est parvi nominis, verum aere salubri et vino ac rebus omnibus quae ad victum pertinent, optimis….( Non è un luogo famoso, ma l’aria è salubre e il vino e tutte le cose che riguardano il cibo, ottime). Dopo questa dichiarazione d’amore per la sua terra, in un’altra pagina, esalta quel latte che i pastori, con sapienza secolare,  trasformavano in un capolavoro di gusto e genuinità. Un giorno, mentre  Pio II passeggiava per la  campagna, incontrò un pastore col suo gregge. Questi, non lo riconobbe ma, con un gesto di innata gentilezza, gli offrì, con la sua ciotola di legno sudicia sbeccata, che adoprava per mangiare e bere, il latte appena munto. Ecco le parole con cui Pio, commosso, racconta questo gesto : “Catinum ex quo bibere et edere consuerat, lacte plenum laetabondus obtulit” .
Cacio
E gustato il latte e se ne portò il sapore sulle labbra e nel cuore fino a Roma. Legatissimo alle sue dolci colline, alla vita semplice, vicino a Dio ma anche alla terra. Pio II portò a Roma un’ aria nuova, tanto da farlo definire “un Papa dal colorito profano” (F.Gregorius -Storia dei Papi). Questo Papa non era arrivato alla cattedra di Pietro, seguendo le consuete vie del chiostro, del seminario, della vocazione, ma dai trascorsi di una vita spensierata e allegra, che la sua ricca e nobile famiglia gli aveva permesso, che non aveva in programma, ne porpore, ne tantomeno tiare pontificie. In gioventù aveva scritto commedie piccanti (Historia de duobus amantibus/ Storia dei due amanti), poesie d’amore e da diplomatico bello, colto, aitante, aveva girato il mondo, lasciando tangibile traccia di se in due figli avuti da una donna bretone e da una scozzese. Sapeva parlare le lingue, sapeva districarsi nelle controversie, ma sapeva anche tacere al momento giusto. Era inoltre un vero uomo del Rinascimento, brillante per la sua vasta cultura. Quando le alte cariche pontificie intravidero in lui il papa giusto per il nuovo momento storico, si affrettarono a prepararlo adeguatamente per questo altissimo incarico. Era necessario che avesse le carte in regola e  una preparazione teologica adeguata al prestigioso incarico che lo aspettava.
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Gli fecero percorrere in gran velocità una luminosa carriera ecclesiastica: in un anno divenne subdiacono, poi diacono poi prese i voti diventando prete e nell’ottobre del 1447, Vescovo di Trieste. Arrivò  a Siena nel 1450 come Vescovo della sua città. Finalmente nel 1458 salì al trono di Pietro. Quando fu eletto per creare intorno a sé un clima di fiducia e sicurezza chiamò nei punti nevralgici dello stato pontificio, i familiari, gli amici, e i compaesani.  Instaurando una specie di papato di famiglia (iniziando quello che gli storici chiameranno nepotismo). Un proverbio toscano, nella sua sottile vena d’arguzia  ricorda ancora questo evento….

“Quando ero Enea nessun mi conoscea. Ora che son Pio tutti mi chiamano zio”

Adoprando  il suo carisma di uomo ispirato da Dio e il suo potere,  tentò di coinvolgere i potenti d’Europa, in una missione di conversione e di redenzione, con la forza della fede e della cultura, dei turchi e dell’Islam, ammantandosi  così un alone di misticismo eroico. Convinto di compiere questo dovere per rinnovare lo spirito delle crociate, dette l’appuntamento per la fatale partenza dal Porto di Ancona il 12 luglio 1464. Partì da Roma col cuore pieno di speranza e forte del suo ideale di salvatore e forse anche di martire. Ma….quando Pio II arrivò ad Ancona c’erano solo poche navi dei veneziani pronte a sciogliere le vele alla volta dell’Oriente.
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Poche per l’eroica impresa ….forse sufficienti….per una….crociera . Il Papa senese, le cui vicende sono mirabilmente state affrescate dal Pinturicchio negli anni  dal 1502 al 1507 nella biblioteca Piccolomini del Duomo di Siena, non resse al colpo della delusione. Sentì crollare tutto il suo mondo e per l’amarezza, morì proprio ad Ancona.

Didascalie immagini

  1. Pinturicchio, Pio II, incoronato pontefice, entra in Vaticano, Libreria Piccolomini, Siena, Duomo 1502-1507 (fonte)
  2. Papa Pio II (moneta – Artemide Aste) (fonte)
  3. Forme di ‘cacio’ (fonte)
  4. Papa Pio II ritratto dal Pinturicchio (fonte)
  5. Bernardino di Betto, detto il Pinturicchio o Pintoricchio (Perugia, 1454 – Siena, 11 dicembre 1513) particolare della Libreria Piccolomini all’interno del Duomo di Siena
    “L’incontro fra Federico III ed Eleonora d’Aragona” (1502-1509), in cui risalta in primo piano la figura di Pio II, ancora in veste di arcivescovo di Siena, intento a celebrare il matrimonio tra Federico III ed Eleonora d’Aragona.
    (fonte)

In copertina:
Bernardino di Betto, detto il Pinturicchio o Pintoricchio (Perugia, 1454 – Siena, 11 dicembre 1513) particolare della Libreria Piccolomini all’interno del Duomo di Siena
“L’incontro fra Federico III ed Eleonora d’Aragona” (1502-1509), in cui risalta in primo piano la figura di Pio II, ancora in veste di arcivescovo di Siena, intento a celebrare il matrimonio tra Federico III ed Eleonora d’Aragona.
(fonte)