Se la cipolla è la regina della cucina, l’aglio ne è il re. Lo troviamo nelle tombe degli antichi egizi e nei piatti dei fenici per insaporire le verdure di cui erano consumatori, i greci ne aborrivano l’odore acuto però lo apprezzavano. Considerato sacro a Cerere dai romani, però non appare nelle ricette di Apicio, forse perché ritenuto un sapore-condimento delle classi più umili. Con la cipolla diventa nel Medioevo parte integrante del companatico.

La cucina del rinascimento anche se ormai arricchita di spezie dall’Oriente, considera l’aglio indispensabile per tante salse soprattutto quelle a base di cacciagione e oca. Fin dall’antichità dunque questa pianta bulbosa, dall’odore così penetrante, componente importante per corroborare i sapori della tavola, era anche come ci dicono fogli ingialliti di codici di medicina ed erboristera, ritenuta piena di sottili ma efficacissimi poteri afrodisiaci e quindi fondamentale nella preparazione di filtri e pozioni magiche. L’aglio era ritenuto infallibile per sconfiggere l’impotenza e per invitare i più ritrosi e le più ritrose alla lascivia. Però per ottenere un aglio senza quell’odore così pungente da far allontanare anche sanguinosi vampiri, ma soprattutto compromettere i ben sollecitati amplessi amatori si doveva, nel seminarlo, seguire i preziosi insegnamenti di Plinio il Vecchio (24-79 D.C) che consigliava di procedere alla semina quando la luna si trova sotto l’orizzonte e raccoglierlo quando a luna è in congiuntura con la terra.

Tra gli scaffali della Biblioteca Riccardiana nell’Ottocento è stato trovato un curioso manoscritto fiorentino trecentesco, in cui un dotto dell’epoca Ruberto Di Guido, nel suo Thesaurus Roberti, collezionò pratiche mediche, suggestive superstizioni e magiche nozioni convinto di aver raccolto per i posteri il meglio, “il tesoro” della medicina empirica. Nelle sue pagine si apprende che l’aglio è efficace contro l’itterizia, la raucedine e l’arteriosclerosi e ci affida in italiano antico, anzi in fiorentino dell’epoca, anche questo consiglio terapeutico per l’uso del beneamato aglio: “mediscina a ucidere bachi tutti nel corpo: dàe a bere per tre di il latte e gli agli pesti chon aceto tiepido“. Concludiamo però con una ricetta “vera” in cui questa preziosa pianta della cucina e della salute trova la più saporita e naturale maniera per augurarci Buon appetito.

Spaghetti aglio e olio a crudo:
Per 6 persone: Gr.600 di spaghetti, 6-8 spicchi d’aglio, Gr. 100 olio Evo, sale e pepe.
Lessate gli spaghetti “al dente” , mescolarli con l’olio Evo per renderli ben scivolosi. Cospargerli con l’aglio tagliato a fettine sottilissime, condirli con un pizzico di sale e uno di pepe appena macinato.

Didascalie immagini

  1. Aglio, re in cucina
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  2. Vincent Van Gogh, Pianta d’aglio, 1887, cm 32×22, Amsterdam, Rijksmuseum Vincent Van Gogh.
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  3. Piatto di pasta all’aglio, olio e peperoncino
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IN COPERTINA
L’aglio
(fonte)
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