La Delizia estense di Schifanoia è sicuramente nota, tra i visitatori di tutto il mondo decisi ad uscire dalle rotte più blasonate per lasciarsi affascinare dalla rinascimentale Ferrara, come una delle gemme imperdibili della città. Durante gli anni di chiusura del Palazzo sono infatti stati molti quelli che avrebbero desiderato poterne ammirare da vicino i meravigliosi affreschi, decifrati definitivamente da Aby Warburg in un testo essenziale sul quale tuttora gli studenti di storia dell’arte devono passare intere giornate a capo chino.

Compromesso dal sisma dell’Emilia del 2012, dal 2018 Palazzo Schifanoia è infatti stato oggetto di restauri architettonici per la riparazione e il miglioramento strutturale antisismico dell’edificio, e dallo scorso 2 giugno hanno finalmente riaperto al pubblico il Salone dei Mesi, la Sala delle Virtù e quella delle Imprese con impianti d’illuminazione rinnovati e un assaggio del museo che vedrà la luce prossimamente.
Non si può pensare a Palazzo Schifanoia senza metterlo in relazione al casato degli Estensi, signoria che fece di Ferrara una delle principali corti del Rinascimento italiano prima che la devoluzione della città allo Stato Pontificio costringesse la famiglia, a fine Cinquecento, a trasferirsi definitivamente a Modena, ma questa è un’altra storia.

Gli Este amavano trascorrere il tempo nelle loro Delizie, luoghi di svago fatti costruire ai limiti della città o in aperta campagna, e la più famosa di tutte era proprio Schifanoia, celebre dimora nella quale la famiglia e la corte andavano proprio a “schivar la noia” a pochi passi dalla residenza ufficiale. A ragione si può inoltre dire che Palazzo Schifanoia era il teatro di molta parte della vita dei signori di Ferrara, luogo nel quale svagarsi, ma anche dove si ricevevano ospiti facoltosi finché il trasferimento della famiglia condannò il Palazzo al declino.

Si deve a Borso d’Este, primo Duca di Ferrara e personaggio al quale ancora oggi dobbiamo dire “grazie” per avere dato al mondo capolavori come la Bibbia che prende il suo nome (una delle più sontuose e delle più mature espressioni della miniatura rinascimentale), ma anche la commissione degli eccentrici e affascinanti affreschi del Salone dei Mesi per Palazzo Schifanoia. Quest’ultimo era stato fatto costruire meno di un secolo prima da Alberto V d’Este, signore di Ferrara fino al 1393 e fondatore dell’Università cittadina. Per chi abbia visitato Ferrara, è suo il ritratto in abito da pellegrino tuttora presente sulla facciata della Cattedrale, a ricordare proprio il viaggio a Roma grazie al quale ottenne dal Papa la Bolla d’istituzione dell’Università.

A Schifanoia Borso celebra la sua figura in previsione dell’imminente concessione papale che lo eleggerà primo duca di Ferrara, un po’ come fanno negli stessi anni i Gonzaga a Mantova che celebrano la casata nella Camera degli Sposi dipinta da Mantegna, oppure gli Sforza che rinnovano le decorazioni dei castelli di Milano e Pavia.
Sulle pareti di Schifanoia Borso celebra quindi il suo stile di governo, la sua corte, la sua abilità di amministrare la giustizia e il territorio. Per dare vita e forma a questo obiettivo viene raccolta una equipe di pittori dallo stile personalissimo e inconfondibile fatto di colori freddi e sgargianti, forme petrose e metalliche. Stiamo parlando di quella che Longhi chiamò “Officina ferrarese” termine che ben rende l’idea del laboratorio, ma anche della fucina di idee.

Tra questi il primo che svetta è Francesco Del Cossa, artista ben consapevole del proprio potenziale tanto che al termine dei lavori, nel 1470, rivendicò senza ottenerlo un trattamento salariale adeguato. Rimasto deluso, ben presto riparò a Bologna dove realizzò un altro dei suoi capolavori, il Polittico Griffoni oggi eccezionalmente ricomposto in una mostra temporanea presso Palazzo Fava a Bologna.
Con lui c’è anche il giovanissimo Ercole de’ Roberti, ossia Gherardo di Andrea Fiorini da Vicenza citato nelle carte d’archivio come “depintore de corte” negli stessi anni di un altro grande artista ferrarese, Cosmè Tura.
Ciò che i due artisti, assieme ad altri rimasti anonimi, realizzano è un articolato programma iconografico che unisce in una singolare commistione temi di astrologia di origine araba, di mitologia di derivazione medievale e di propaganda politica.

Nella Sala dei mesi, la più celebre del complesso, ciascun mese è raffigurato diviso in tre registi verticali così organizzati: in alto campeggia il trionfo della divinità sotto la cui protezione è posto il periodo dell’anno raffigurato e dove trovano posto le attività umane legate ad ogni specifico mese. Nella fascia mediana è rappresentato il segno zodiacale di riferimento e le rappresentazioni delle tre decadi relative. Nel registro inferiore, il più ampio di tutti e quello più vicino allo spettatore, il protagonista è Borso ritratto a figura intera intento ad amministrare la città, a ricevere ambasciatori o a partecipare a battute di caccia, sempre attorniato dalla corte che ne enfatizza l’importanza.

Seguono poi la Sala delle Virtù, in origine stanza delle udienze, dove si ammira una delle principali testimonianze di decorazione con materiali plasmabili molto diffusa a Ferrara a partire dagli anni Sessanta del Quattrocento, in questo caso eseguita da Domenico di Paris da Padova, e la Sala delle Imprese con il sontuoso fregio ligneo recante le imprese di Borso.
In queste due sale sono poi esposti i materiali scelti per la mostra Schifanoia e Francesco del Cossa. L’oro degli Estensi che accompagna la riapertura del Palazzo, provenienti dai Musei di Arte Antica della città con l’aggiunta di altre opere “ospiti”.

Tra i pezzi esposti spiccano le medaglie, in particolare quelle realizzate da Pisanello, che ricordano come la costante ricerca della magnificenza caratterizzasse ogni livello della vita di corte, e quanto la numismatica fosse essenziale nel definire l’immagine ufficiale del potere dinastico.
Seguono poi nuclei di manufatti a ceramica graffita dove si ritrovano scelte figurative simili a quelle che contraddistinguono il Salone dei Mesi a dimostrazione di come, per soddisfare la richiesta di committenti colti ed esigenti, gli artigiani attingessero spunti dal repertorio artistico a loro coevo.
Di poco successiva alla Bibbia di Borso è poi la Bibbia di San Cristoforo alla Certosa esposta in mostra e anche questa commissionata dal marchese per l’inizio delle attività del monastero da lui sostenuto, dove il miniatore conferma ancora una volta la conoscenza dello stile di Cosmè Tura e di Francesco del Cossa, unita ad un’attenzione per lo spazio debitrice dell’opera di Piero della Francesca. Completano infine l’esposizione altri dipinti e opere plastiche che rimandano alla figura di Borso e al contesto dell’Officina Ferrarese.

Didascalie immagini

  1. Il Salone dei Mesi, parte nord ed est, con la nuova illuminazione
    (foto Henrik Blomqvist)
  2. Francesco del Cossa, Aprile, particolare del Trionfo di Venere, 1469-70, affresco, Ferrara, Palazzo Schifanoia, Salone dei Mesi parete est
  3. Zecca di Ferrara, Ducato, 1471, g. 3,49, D. Ritratto di Borso d’Este / R. Cristo risorto, oro, collezione privata
  4. Palazzo Schifanoia, Salone dei Mesi: parete nord, mesi di Giugno, Luglio, Agosto, Settembre, Maestro dagli occhi spalancati, Maestro dell’Agosto, Ercole de’Roberti (1469-70)
    foto Henrik Blomqvist
  5. Palazzo Schifanoia, Salone dei Mesi: parete est, mesi di Marzo, Aprile e Maggio, Francesco del Cossa 1469-70
    foto Henrik Blomqvist
  6. Ercole de’ Roberti, Settembre, 1469-70, affresco, Ferrara, Palazzo Schifanoia, Salone dei Mesi parete est
  7. Antonio di Puccio Pisano detto Pisanello, Leonello d’Este, 1444, D. Busto del marchese / R. Leone canta, Cupido gli regge lo spartito, bronzo, diametro mm 101, Ferrara, Museo Schifanoia, Collezione Medaglie, inv. NU51190
  8. Grande piatto con angelo, ultimo quarto del XV sec., terracotta ingubbiata, graffita e dipinta Ferrara, Museo Schifanoia, Collezione Giovanni Pasetti, inv. OA190

IN COPERTINA
Il Salone dei Mesi, parte nord ed est, con la nuova illuminazione
(foto Henrik Blomqvist)
[particolare]

Dove e quando

  • Fino al: – 14 September, 2020