A circa quaranta chilometri a est di Siena, nella zona delle colline metallifere, Radicondoli è uno di quei borghi toscani particolarmente adatti per scoprire il fascino della lentezza assaporando il piacere di camminare tra le sue vie tranquille o quello della cucina tipica e casereccia.
Invece, guardando le colline, in alcuni punti si nota il fumo che esce dal terreno a dimostrazione delle fonti di energia geotermica presenti nella zona.
Però, il Comune di Radicondoli si apre sempre di più all’arte contemporanea e, oggi e domani, è previsto il prologo alla 35ª edizione del Festival di teatro, oramai consolidato a livello nazionale, con il progetto “paesaggi contemporanei”.
Oggi, la mostra “Come complicarsi la vita e guardare le nuvole” di Simone Gori con il duo artistico Antonello / Ghezzi e due loro installazioni ambientate nello sfondo di Radicondoli, a cui domani seguirà Boschetto sonoro – architettura musicale di Antonio Aiazzi e l’installazione sonora di Adelita Husni-Beyper per il progetto Una boccata d’aria.
Infine il video documentario a cura dello Schermo dell’arte (progetto internazionale dedicato a esplorare e promuovere le relazioni tra Arte Contemporanea e cinema attraverso un Festival cinematografico annuale – che da diversi anni si svolge a Firenze – attraverso l’attività di promozione di artisti che lavorano con le moving images e con le nuove tecnologie) Watermark di Jennifer Baichwal, Edward Burtynsky.
Il tutto in luoghi ricchi di fascino architettonico e di memorie come gli ex lavatoi, la terrazza che dal Comune si apre sulla vallata intorno al paese, l’antico e dimenticato boschetto del pianetto, e altri luoghi fuori e dentro il paese, sperimentando anche nuove forme di comunicazione e di rapporto con lo spazio.
In modo parallelo e complementare al Festival di teatro, musica e danza che proseguirà fino al 31 luglio con un ricco programma di teatro, musica, danza e live performance con l’intento di valorizzare, attraverso l’intervento artistico, alcuni luoghi che per motivi diversi nel corso degli ultimi anni sono stati dismessi o male utilizzati, rivitalizzarli in una nuova dimensione in rapporto con la comunità.
Sono stati così selezionati lavori che sono espressione artistica del cambiamento contemporaneo, facendo diventare il territorio di Radicondoli uno spazio privilegiato per il dialogo interculturale e intergenerazionale. Un luogo dove si compie una osmosi tra artisti e comunità, in una forma di antico rito collettivo, tra la festa popolare e la performance.
Provare per credere.
Dettagli
Didascalie immagini
- Radicondoli, uno scatto nel centro storico
- Radicondoli, pianetto e boschetto visti dal paese
-
Antonello Ghezzi, Nuvola nel cassetto, 2020
62×51 cm. legno metallo impianto a led
foto Massimiliano Vannucci -
Antonello Ghezzi. Nuvola#2, finestra dipinta, 2016,
80×90 cm.
foto Antonello Ghezzi -
Antonello Ghezzi, Vedere me in te
(schizzo lavatoi) -
Simone Gori, Senza titolo, 2021
accio specchiato, stampa 600×540 cm. -
Simone Gori, L’infinito, 2021
legno schermo a led specchio 230×170 cm. - una scena di Watermark
In copertina
panoramica di Radicondoli
Programma di oggi e domani
17 luglio
-
ore 17.30 Palazzo Bizzarrini
Come complicarsi la vita e guardare le nuvole
Una nuvola è anche un’isola, è un posto dove si vorrebbe andare, nascondersi e volteggiare. È un tappeto volante e un’astronave, un nascondiglio, un cuscino dove atterrare. È tutto quello che la nostra immaginazione potrà vedere e se la immagini c’è, se la disegni la porti con te ma se la perdi la vorrai ritrovare e questo continuo immaginare, sperare, sognare e amare è tutto un sistema per complicare, complicarci la vita sì, ma è quello che per fortuna si continua a fare. -
a seguire: Terrazza del Palazzo Comunale
Installazione di Simone Gori
L’artista trae ispirazione dal capitolo primo del Piccolo Principe, dove l’autore racconta tramite una storia d’infanzia l’incomprensibilità degli adulti nei confronti dei disegni dei bambini, i quali razionalizzando le immagini, perdono il senso vivo dell’immaginazione. L’opera si compone dell’immagine di due bambine riprese nell’atto di disegnare il cielo con due grandi gessi: uno di colore bianco ed uno azzurro. Dispettose ed irriverenti si divertono a cambiare continuamente il cielo, a disegnare le nuvole che i grandi cercano di capire, a mostrare le stelle che ci permettono di navigare. L’immagine è collocata su di una grande lastra di acciaio specchiato formato da una pavimentazione che volge all’infinito. Posta nella terrazza panoramica del Comune di Radicondoli, riflette il cielo sovrastante, effimero e mutevole. L’artista pone un cambio prospettico, dove il focus non è più sul caratteristico e permanente panorama circostante, ma sul cielo . È un invito a navigare liberi con la potenza della nostra immaginazione. -
Ex lavatoi
Vedere me in te – Installazione di Antonello/Ghezzi
Esiste un posto misterioso ed evocativo a Radicondoli dove sembra di sentire nel silenzio un vociare antico. I lavatoi sono stati un luogo di condivisione, di amicizia, dove le relazioni umane si intrecciavano nel quotidiano, con le mani nell’acqua e gli occhi che si guardano. Nel libro “Alcibiade primo”, Platone racconta di un dialogo tra il suo maestro Socrate e il politico Alcibiade. Riflettono sull’iscrizione “Conosci te stesso” inscritta nel Tempio di Delfi e sul suo significato da cui scaturisce una riflessione preziosa che ci parla ancora, forse più forte di prima.
Vedere me in te è un portale di specchi, incastonato negli spazi dei lavatoi, che riporta le parole: Se uno, con la parte migliore del suo occhio guarda la parte migliore dell’occhio dell’altro, vede se stesso. Esorta a guardarsi nell’altro e riconoscersi. -
Scuderie e alcuni vicoli del centro storico
Installazione sonora di Adelita Husni-Bey
Radicondoli è l’unico borgo toscano a far parte del progetto Una boccata d’arte giunto alla seconda edizione realizzato da Fondazione Elpis in collaborazione con Galleria Continua di San Gimignano.
Adelita Husni-Bey artista e pedagoga, influenzata dall’anarco collettivismo, il teatro, la giurisprudenza, gli studi urbani, ha rappresentato l’Italia alla 57 Biennale di Venezia nel 2017. A Radicondoli lavorerà su un’opera partecipata a seguito di un laboratorio con quattro giovani musicisti dell’orchestra da camera di Radicondoli e al coinvolgimento di voci narranti, registrando suoni e voci del paese.
18 luglio
-
10,30- 13 15,30-18,30
Visita guidata alle installazioni e alla mostra di Simone Gori e del duo artistico Antonello / Ghezzi -
ore 18,30 località Pianetto
Boschetto sonoro – architettura musicale a cura di Antonio Aiazzi
Un luogo di grande fascino, molto amato dalle persone anziane del paese che erano abituate a frequentarlo in occasione di feste e di riunioni conviviali, ma che da tempo non viene più utilizzato. Un piccolo bosco di querce cresciuto su una particolare e bizzarra concrezione pietrosa dove all’interno si dipanano dei piccoli sentieri, diventa luogo di introspezione e di ascolto, una specie di bois sacrè, che si erge come una protuberanza strana e forse con qualche misteriosa e antica origine a difesa e memoria del paese. -
Ore 21,15 Pieve vecchia della Madonna
Watermark di Jennifer Baichwal, Edward Burtynsky, Stati Uniti 2013, 90′
Dopo il successo di Manufactured Landscapes (2006) la pluripremiata Baichwal e il noto fotografo canadese Edward Burtynsky tornano a lavorare insieme a un progetto cinematografico sulla complessa relazione tra l’essere umano e l’acqua. Watermark unisce storie da tutto il mondo ed eccezionali riprese aeree che testimoniano l’impatto sul paesaggio determinato dall’intervento umano. Il cantiere della più grande diga al mondo costruita in Cina, il delta del fiume Colorado ormai divenuto un arido deserto, le concerie di Dhaka dove ogni giorno vengono prodotti 21.000 metri cubi di scarichi tossici, la spiaggia di Kumbh Mela nella quale trenta milioni di persone si riuniscono per bagnarsi nelle acque sacre del Gange, sono alcuni delle immagini di atroce bellezza che compongono questo ritratto. Vincitore nel 2005 del Ted Prize per il proprio impegno nella causa ambientale, Burtynsky documenta con le sue immagini l’impatto dell’umanità sul pianeta.
Proiezione a cura dello Schermo dell’arte. Ingresso libero