Iniziare a programmare un “pellegrinaggio” nei luoghi della Quercia di Dante ha il fascino di svelare bellezza e suggestione di un territorio sulla linea di confine tra Veneto ed Emilia, lungo l’asse del Po di Goro, nel Parco Regionale Veneto del Delta del maggior fiume italiano.
Le Dune Fossili ricordano come, a San Basilio (nel comune di Ariano nel Polesine), giungesse quel Mare Adriatico il cui nome veniva dalla vicina Adria che, con la città di Spina, costituiva un porto protetto, dal sistema di dune, tra i maggiori del Mediterraneo. 
Le testimonianze archeologiche, che il territorio continua a svelare, documentano insediamenti importanti già molto prima di Roma e le ambre rinvenute confermano l’intensità dei commerci con il nord del continente europeo che, tramite il porto di San Basilio, prendevano le vie della Grecia e del Mediterraneo. I più recenti scavi, ancora in corso, stanno riportando alla luce un abitato etrusco. In epoca romana scorreva la Via Pupilia, snodo fondamentale della viabilità nel Delta, proprio sulle dune fossili, in epoca paleocristiana sorse la chiesa di San Basilio, avamposto dei Benedettini di Pomposa.

Con una storia così illustre, il territorio offre notevoli testimonianze, come la Chiesa stessa (Nono secolo), con la pavimentazione in parte sostituita da vetrate per consentire di ammirare le rovine più antiche sottostanti l’edificio. Poco distante un museo da non perdere con importanti reperti in parte concessi dal vicino Museo Nazionale Archeologico di Adria e in parte dal territorio. Lì, una sezione è riservata anche alla Grande Quercia di Dante. Il Museo è un efficiente Centro Informativo in grado di proporre itinerari originali e di enorme suggestione noleggiando una bicicletta con la quale andare alla scoperta del territorio che, sotto il profilo ambientale e storico, è tra i più affascinati dell’intero Polesine.

Imboccando la strada alberata che porta all’argine del Po di Goro (uno dei pochi alvei originali, non rettificati) si può giungere al luogo dove svettava la Grande Quercia, oltrepassando una delle storiche Centrali di Sollevamento delle acque che hanno trasformato un ambiente malarico in fertile terreno agricolo. Andando all’opposto, verso il Delta del fiume, imperdibile una tappa a Cà Vendramin, spettacolare Museo della Bonifica, con i possenti macchinari che hanno sottratto centinaia e migliaia di ettari al mare e al fiume.

Spingendosi al vicino Adriatico, una meta naturalistica d’eccezione: l’Orto Botanico di Cà Caleri, dove la flora e l’ambiente mediterraneo sono da sempre intatti. Da notare che ampie aree del Delta sono Riserva della Biosfera MAB Unesco per il loro interesse naturalistico. Il tutto senza tralasciare un’escursione nel capoluogo del Comune di cui San Basilio è frazione, ovvero Ariano Polesine. Notevole la sua elegante piazza e davvero curioso un murale di enormi dimensioni che è, a suo modo, uno spettacolare omaggio alla Grande Quercia. Si narra che Dante, attraversando l’area del Delta del Po, si sia smarrito nell’intrico di acque e boschi che all’epoca ricopriva la zona. Per orientarsi decise di arrampicarsi su un albero particolarmente possente. La memoria popolare ha individuato quel mitico albero nella “Grande Rovra di San Basilio”.
“Rovra”, in dialetto polesano, sta per quercia o farnia. Nello specifico, richiama il monumentale esemplare di Quercus robur che dominava l’argine del Po di Goro, nei pressi di San Basilio. Un albero che risulta citato, per altezza e maestosità, già in un atto notarile del 1548.

Secondo la vulgata, che forse non ha alcuna radice storica, ma che in Polesine è assunta a “dogma”, il Poeta dovrebbe quindi, la propria salvezza, a questo gigante verde. Al di là di quanto tramandato di generazione in generazione, Dante potrebbe essere stato davvero a San Basilio, ospite dell’Hospitium gestito dai Monaci di Pomposa nell’estate del 1321. Vi avrebbe sostato al ritorno dall’Ambasceria che lo aveva condotto a Venezia per conto di Novello da Polenta, Signore di Ravenna (all’epoca, la città lagunare era in attrito con il da Polenta per gli attacchi che galee ravennate conducevano alle navi veneziane). I veneziani, alleandosi con Forlì, si preparavano ad attaccare Ravenna e Novello chiese a Dante di intercedere per lui davanti al Senato. L’ambasceria ottenne il risultato sperato ma, sulla via del ritorno a Ravenna, nell’attraversare il Delta, il Poeta sarebbe stato contagiato dalla malaria. Qualche mese dopo, a Ravenna, il “Poeta che aveva da poco terminato la cantica del Paradiso, moriva nella notte tra il 13 e il 14 settembre del 1321… (segue)

Didascalie immagini

  1. veduta della chiesa a San Basilio,
    frazione del comune di Ariano nel Polesine
  2. antiche rovine a San Basilio
  3. una foto di quella che fu la straordinaria
    Grande Quercia di Dante
  4. gli splendidi colori autunnali del Polesine

In copertina un particolare della
 “Grande Rovra di San Basilio”