Fondata fra la fine del VII e gli inizi del VI secolo a.C., Marsiglia è ritenuta la città più antica di Francia. Coloni greci provenienti da Focea, in Asia Minore, trovarono nel profondo golfo dove ancora oggi si trova il Vieux-port, il luogo ideale per stabilire una base commerciale, aperta non solo al Mediterraneo occidentale; la valle del Rodano consentiva infatti di spingersi a nord, permettendo gli scambi di merci e conoscenze con i popoli che vivevano fino sulle rive del Baltico, da dove proveniva la preziosa ambra. Fu proprio il geografo e navigatore originario della greca Massalia, Pytheas, a descrivere nel IV secolo a. C. l’ambra come la resina fossile degli alberi, illustrando le proprietà magiche e le virtù terapeutiche di cui si riteneva dotata.

Città ricca, tanto da potersi permettere di edificare, alla fine del VI secolo a. C., il proprio Tesoro nell’importantissimo santuario di Delfi. I Tesori erano tempietti nei quali le varie città greche custodivano le offerte votive, testimoniando in tal modo non solo la devozione, ma anche l’opulenza della propria comunità. Il cosiddetto Tesoro di Massalia, costruito nel pregevole marmo di Paros, era riccamente decorato: le due colonne sulla facciata sorreggevano un frontone sul quale era scolpito un carro trainato da quattro cavalli, mentre lungo tutti i lati scorreva un fregio con scene di battaglia comprendente oltre centoquaranta figure.

Una ricostruzione tridimensionale del Tesoro è stata realizzata nel 2013 – anno per il quale Marsiglia è stata designata Capitale europea della Cultura – ed esposta nella Cappella del monumentale complesso architettonico della Vieille Charité, edificato nel Seicento in posizione dominante sulla città e divenuto Museo di Archeologia Mediterranea. Nello stesso anno sono stati celebrati i duemilacinquecento anni dalla fondazione della città, scegliendo come immagine-simbolo proprio quella del Tesoro di Delfi.

La concomitanza di questi eventi ha rappresentato un momento d’importanza capitale per Marsiglia, l’avvio della rinascita di una città che, dopo essere stata devastata dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale, aveva vissuto un lungo periodo di degrado ambientale e sociale. Fino a quel momento, l’unica iniziativa così importante da costituire una pietra miliare nell’architettura del Novecento, era stata la commissione da parte del Comune di Marsiglia al celebre architetto Le Corbusier per la realizzazione di un grande complesso abitativo: si cercava di ovviare, almeno in parte, alla carenza di alloggi creatasi nel centro storico con i bombardamenti bellici.

La Unité d’Habitation, nota anche come Cité radieuse, progettata nel 1947 e destinata ad ospitare oltre trecento nuclei familiari, fu completata nel 1952 e dette subito origine a numerose polemiche, legate all’aspetto “povero” dell’edificio, con le strutture di cemento a vista che ne hanno fatto uno dei maggiori esempi di architettura “brutalista”; oggi patrimonio UNESCO, la Cité radieuse rimane il modello al quale si sono ispirati nei decenni successivi numerosi esempi di edilizia popolare, non sempre con esiti positivi.

Il punto di partenza delle realizzazioni architettoniche nate per le celebrazioni del 2013 è rappresentato dall’Ombrière, il padiglione progettato da Norman Foster come sede di eventi e mercati all’aperto: una struttura sottile in acciaio specchiante, sorretta da esili pilastri, che riflette le immagini di coloro che vi passano sotto e di tutto ciò che si trova negli immediati paraggi, da un lato le auto che scorrono sul lungomare, dall’altro i battelli ormeggiati lungo la banchina del Vieux-port. Vedersi capovolti in quello che appare un rettangolo di cielo dall’apparenza quasi liquida, ha un effetto straniante e affascinante al tempo stesso, in un gioco di specchi che rende la struttura in sé quasi invisibile.

L’Ombrière di Foster sorge in corrispondenza della targa di bronzo che ricorda lo sbarco dei coloni greci in questa insenatura, riallacciando così la rinascita di Marsiglia nel nuovo millennio con le origini della città. A un concetto analogo appare ispirarsi l’edificio che l’architetto franco-italiano Rudy Ricciotti ha progettato per il MuCEM (Museo delle Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo – 2013), collegandolo attraverso un ponte sospeso al Fort St-Jean, elemento principale delle fortificazioni fatte edificare da Luigi XIV nel 1660 a difesa del Vieux-port.

La forma compatta dell’edificio, un parallelepipedo, come appare in distanza, si rivela in realtà un guscio formato da pannelli traforati che racchiudono una struttura in vetro. I trafori formano disegni che appaiono ispirati a molteplici elementi biomorfi: dalle madrepore sul fondo del mare all’intrico di rami in una foresta, fino al mobile e mutevole aspetto di una folla di umani vista dall’alto, l’edificio si presta alle interpretazioni soggettive di ciascun visitatore, e i riflessi della luce sulle acque che lo circondano creano una sorta di magico incanto per chi percorre le passerelle all’interno, in un effetto di poetica leggerezza che fa dimenticare come in realtà i pannelli traforati siano realizzati in un materiale compatto e rigido come il cemento.

Accanto al MuCEM, sempre nell’ambito delle realizzazioni per la designazione di Marsiglia a Capitale europea della Cultura, sorge la Villa Méditerranee di Stefano Boeri, un edificio a forma di L rovesciata, con un forte sbalzo dell’ultimo piano, proteso verso il mare che lo circonda quasi interamente. All’interno della Villa, concepita come nuovo Centro Congressi, si trovano un auditorium, spazi espositivi e sale riunione.

In distanza, situati all’inizio del porto commerciale costruito a partire dalla fine dell’Ottocento, si vedono dal cammino di ronda del Fort St-Jean due grattacieli, progettati da Zara Hadid e Jean Nouvel. A sinistra, la CMA CGM Tower di Zaha Hadid è una torre di centoquarantasei metri di altezza dalle forme fluide, con un disegno curvo che dalla base giunge alla sommità, conferendo all’imponente e massiccia struttura un effetto di movimento ascensionale che ne alleggerisce l’impatto. Infine, la Marseillaise di Jean Nouvel è l’ultima arrivata nel panorama della città, essendo stata inaugurata alla fine del 2018: le superfici della facciata sono ombreggiate e frammentate da un reticolo di griglie di fibrocemento, verniciato in trenta diverse gradazioni di bianco, rosso e blu, che appaiono continuamente cangianti in funzione della prospettiva e del movimento dell’osservatore.

In tal modo, la struttura rigorosa e tradizionale dell’edificio, che con le sue forme squadrate può richiamare quella del complesso disegnato da Le Corbusier, viene resa vibrante e frammentata dal gioco delle ringhiere dei balconi e dei montanti verticali che li sorreggono, e come dichiara Jean Nouvel “La sua ambizione è di appartenere chiaramente alla densa aria del Mediterraneo. Mostra il suo desiderio di giocare con il sole e disegnare ombre sul cielo“, è un edificio in cui “gli stessi colori passano, dall’interno verso l’esterno, per mescolare e cancellare meglio i limiti fisici trasparenti del vetro“.

Dettagli

Didascalie immagini

  1. L’antica Massalia in una ricostruzione di Jean-Claude Golvin (fonte)
  2. Il porto della greca Massalia in una ricostruzione di Jean-Claude Golvin (fonte)
  3. Nel Vieux-port una targa in bronzo ricorda lo sbarco dei coloni greci che fondarono Marsiglia: “Qui, verso il 600 a.C. sbarcarono naviganti greci provenienti da Focea, città greca dell’Asia Minore. Fondarono Marsiglia, da dove si irradiò in occidente la civilizzazione
    (foto © Donata Brugioni)
  4. La facciata dell’Unité d’Habitation, nota anche come Cité radieuse, progettata nel 1947 da Le Corbusier
    (foto © Donata Brugioni)
  5. L’Ombrière, il Padiglione specchiante progettato da Norman Foster come sede di eventi e mercati all’aperto in occasione della celebrazioni per la designazione di Marsiglia a Capitale Europea della Cultura (2013)
    (foto © Donata Brugioni)
  6. Il MuCEM (Museo delle Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo – 2013) con il ponte sospeso che lo collega al Fort St-Jean, struttura principale delle fortificazioni fatte edificare da Luigi XIV nel 1660
    (foto © Donata Brugioni)
  7. L’intercapedine tra la struttura in vetro del MuCEM e il reticolo che lo avvolge è percorribile attraverso passerelle che permettono di immergersi nel giochi di luce ed ombre creati dai trafori che frammentano l’involucro esterno (foto © Donata Brugioni)
  8. La Villa Méditerranee, Centro Congressi progettato da Stefano Boeri, vista dal ponte che collega il Fort St-Jean con il MuCEM. Sullo sfondo la CMA CGM Tower di Zaha Hadid (a sinistra) e La Marseilleise di Jean Nouvel
    (foto © Donata Brugioni)
  9. La Villa Méditerranee si proietta verso il mare con un forte sbalzo; in secondo piano è visibile la struttura in vetro del MuCEM
    (foto © Donata Brugioni)
  10. La CMA CGM Tower di Zaha Hadid (a sinistra) e La Marseilleise di Jean Nouvel viste dal mare
    (foto © Donata Brugioni)

in prima pagina:

All’ingresso del Vieux-port di Marsiglia la torre fatta edificare nel XV secolo dal re Renato d’Angiò e l’Ospedale dei Cavalieri di San Giovanni furono incorporati nel complesso del seicentesco Fort St-Jean, voluto da Luigi XIV (foto © Donata Brugioni)