Leonardo mai visto: un titolo altisonante ma veritiero per le celebrazioni leonardesche del Castello Sforzesco di Milano, ruotanti attorno alle novità emerse nella Sala delle Asse di recente riaperta al pubblico. Oggetto di restauri avviati nel 2013, la sala affrescata da Leonardo ha infatti rivelato nuovi brani di mano dell’artista per secoli rimasti nascosti sotto uno strato di calce mai rimosso prima.
Occorre tuttavia fare un passo indietro per comprendere meglio la storia di questo luogo nevralgico, situato al piano terra della torre di nord-ovest del Castello.
È il 1498 quando il segretario del Moro, al secolo Ludovico Maria Sforza, informa il duca che presto sarebbero state rimosse le assi di legno che rivestivano la sala in modo da permettere a Leonardo di lavorarci. Siamo nel pieno dell’epoca sforzesca, quindi non a caso per la decorazione della sua stanza di rappresentanza Ludovico il Moro aveva interpellato proprio Leonardo, l’artista più talentuoso e invidiato da tutte le corti europee di allora.
Dopo l’intervento dell’artista la sala sarà chiamata “Camera dei Moroni”, perché quello che egli dipinse sulla volta è un pergolato di diciotto gelsi legati con corde annodate che, intrecciandosi al centro a reggere lo stemma sforzesco, intessono un enorme trompe-l’oeil che tuttora espande ed arricchisce la stanza.
Andando oltre il dato figurativo, quello che Leonardo realizza è una raffinatissima decorazione encomiastica per lo Sforza, il cui soprannome mostra un evidente legame con la parola latina morus che indica il gelso. La pianta, oltre a caratterizzare il paesaggio del territorio, era del resto simbolo di ricchezza in quanto richiamava la florida produzione della seta milanese, la più importante industria del ducato.
Purtroppo già l’anno successivo, nel 1499, la fuga del duca sancita dall’arrivo delle truppe francesi fa si che il Castello perda progressivamente il suo status di dimora signorile, iniziando ad essere utilizzato come caserma e alcuni ambienti, come proprio la Sala delle Asse, sono trasformati in scuderie mentre le decorazioni vengono scialbate da strati d’intonaco.
É solo con il passaggio del Castello al Comune a fine Ottocento che iniziano le campagne di restauro, prima tra tutte quella di Luca Beltrami. Architetto e storico dell’arte, Beltrami fu l’artefice del ritrovamento della Sala leonardesca che torna alla luce 1989, e della quale fino a quel momento si era persa memoria dell’esatta collocazione. Tuttavia, sempre in quel frangente il restauro di Ernesto Rusca, pur seguendo i canoni dell’epoca, ha purtroppo ampiamente alterato l’opera intervenendo con estese ridipinture.
Negli anni Cinquanta con i restauri post bellici del Castello le ridipinture di Rusca vengono alleggerite alla ricerca di una maggiore originalità dell’opera, ma il recupero più clamoroso fu il cosiddetto Monocromo leonardesco dipinto sulla bocca del camino che Beltrami aveva confuso con un’opera seicentesca.
Caratterizzato dall’immagine di una grande radice che spacca la roccia, il Monocromo cambia totalmente la percezione che si aveva dalla sala, e che oggi viene ulteriormente stravolta dai nuovi rinvenimenti emersi durante gli ultimi restauri. Grazie ad un laser specifico è stato infatti possibile rimuovere lo scialbo di una fascia muraria sinora inesplorata, rivelando come in certi punti l’intonaco quattrocentesco conservasse ancora altre pitture a monocromo. Tali monocromi, raffiguranti la prosecuzione dei tronchi degli alberi della volta, tracce di sottobosco e persino un paesaggio, hanno quindi rivelato come il progetto leonardesco non si limitasse solo alla volta, ma si estendesse a tutta la superficie della stanza, almeno da una certa altezza in su. Nell’intento di Leonardo, lo sguardo del visitatore che accedeva alle sala di rappresentanza di Ludovico il Moro doveva andare oltre le pareti, traguardare fino al territorio circostante dominato dal duca per percepirne immediatamente l’importanza.
Per comprendere i tanti dettagli della Sala, fino al 12 gennaio del 2020 una tribuna permetterà ai visitatori di godere per la prima volta della visione ravvicinata del Monocromo, mentre l’installazione multimediale Sotto l’ombra del Moro. La Sala delle Asse guida alla lettura dello spazio.
Nei locali adiacenti della Sala dei Ducali, fino al 18 agosto la mostra Intorno alla Sala delle Asse. Leonardo tra Natura, Arte e Scienza va invece alla ricerca di come Leonardo abbia sviluppato al Castello il proprio concetto di imitazione della natura. Pur non essendo noti veri e propri studi preparatori per la Sala delle Asse, la mostra espone tuttavia una selezione di disegni di Leonardo e di maestri coevi come Dürer, che mostrano in modo efficace le connessioni stilistiche ed iconografiche tra i particolari naturalistici della sala e la cultura figurativa dell’epoca. Tra i prestatori vi sono le prestigiose collezioni della Royal Collection di Sua Maestà la Regina Elisabetta II, del Musée du Louvre, del Kupferstichkabinett di Berlino e degli Uffizi.
Didascalie immagini
- Leonardo da Vinci, Decorazione pittorica della Sala delle Asse: Monocromo, dipinto murale, 1498 circa. Milano, Castello Sforzesco
Foto: Ranzani 2015, © Comune di Milano – tutti i diritti riservati – Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco di Milano - Rilievo grafico al tratto della decorazione della Sala delle Asse.
Progetto di Culturanuova s.r.l. – Massimo Chimenti - Leonardo da Vinci, Allegoria dello specchio solare, circa 1490-1494, penna e inchiostro, 10,4 x 12,4 cm, Parigi, Musée du Louvre, Département des Arts graphiques
Foto: © RMN-Grand Palais (musée du Louvre) / Michel Urtado - Leonardo da Vinci, Due salici (Salix sp.), circa 1511-1513, penna e inchiostro, 7 x 7,4 cm, The Royal Collection / HM Queen Elizabeth II
Royal Collection Trust/© Her Majesty Queen Elizabeth II 2019, www.royalcollection.org.uk Foto: Royal Collection Trust/© Her Majesty Queen Elizabeth II 2019 - Leonardo da Vinci, Tempesta su paesaggio collinare, circa 1517-1518, penna e inchiostro su pietra nera, 16,3 x 20,6 cm, The Royal Collection / HM Queen Elizabeth II
Royal Collection Trust/© Her Majesty Queen Elizabeth II 2019, www.royalcollection.org.uk Foto: Royal Collection Trust/© Her Majesty Queen Elizabeth II 2019 - Albrecht Dürer, Sant’Antonio e San Paolo in un paesaggio boscoso, circa 1500-1505, penna e inchiostro, 18,6 x 18,6 cm, Staatliche Museen zu Berlin, Kupferstichkabinett
Foto: Dietmar Katz
IN COPERTINA
Leonardo da Vinci, Allegoria dello specchio solare, circa 1490-1494, penna e inchiostro, 10,4 x 12,4 cm, Parigi, Musée du Louvre, Département des Arts graphiques
Foto: © RMN-Grand Palais (musée du Louvre) / Michel Urtado
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Dove e quando
Evento: Leonardo mai visto
- Fino al: – 12 January, 2020
- Sito web